12-07-2021
Marjan Simčič, gran produttore di vini nel Collio sloveno
Un confine è una linea. Una demarcazione imposta dalla storia, da bacini idrografici o da trattati internazionali. Tratti che segnano senza recidere, limitano senza dividere. Il Collio è una terra di confine. Cuei in friuliano, Brda in sloveno. Due fiumi: l’Isonzo e l’Judrio ne definiscono i lati. A monte le Alpi Giulie, a valle la pianura che scende verso il mare, lontano solo una ventina di chilometri. Terra collinare, Collio appunto. Regione di vigne e vini. Il vento caldo arriva dal mare, le escursioni termiche sono mitigate dai contrafforti delle prealpi. Il terreno, la Ponca, è stratificazione di marne friabili e arenaria vecchia di 50 milioni di anni. Qui già i Romani producevano vini qualità.
E nei secoli la vite è sopravvissuta nonostante guerre, terremoti, crisi e divisioni. Oggi in terra slovena è tutto un fiorire di produzioni di eccellenza, rigorosamente biologiche, capaci di esaltare vitigni e tradizioni di questa zona così ricca di fascino.
L'azienda di Marjan Simčič
L’azienda di Simčič è nel cuore del Goriška Brda – il Collio goriziano – 2mila ettari da sempre destinati alla coltivazione del vino. «È un territorio vocato, con caratteristiche uniche per esaltare la produzione di vini con spiccata acidità e buon corpo. La mia famiglia fa vino dal 1860. Al capostipite Jozef seguì il figlio Anton, che affiancò alla fattoria una locanda e un negozio. I suoi tre figli ampliarono e proseguirono l’attività sino al termine della seconda guerra mondiale, quando una parte dei nostri terreni fu nazionalizzata. La famiglia si divise, solo Teodor e il suo primogenito Salko, mio padre, rimasero a Brda e iniziarono a ritornare in possesso di parte dei terreni. Sono entrato in azienda nel 1988. Ho costruito una nuova cantina e proseguito nel recupero delle nostre terre, anche quelle di alcuni parenti che erano stati a loro volta nazionalizzate. Non abbiamo mai aderito alla cantina cooperativa della zona. Siamo rimasti da soli e abbiamo cercato di produrre vini specchio di questo territorio».
Colline del Collio sloveno pettinate a vitigno
I profumi e gli aromi del vino sono frutto di un complesso ecosistema. «Sfruttiamo la grande biodiversità di Brda con molti boschi e foreste a ridosso delle zone coltivate. Attorno ai vigneti piantiamo fichi, olive, rosmarino e tante altre essenze per conferire più personalità e profumi al vino. Le colline sono ampie e molto ripide, le altezze variano fra i 150 e i 300 metri. Gli influssi del mare e delle vicine montagne sono decisivi per creare un microclima unico. Il mio compito è trasferire nella bottiglia ed esaltare queste caratteristiche».
La cantina
Il terreno del Collio sloveno
Gli ultimi vini commercializzati da Simčič provengono dal 2019 e, i più recenti, dal 2020, l’anno della pandemia. «È stato un periodo complicato, difficile, per molti drammatico. Il mondo si è fermato. La natura no. La primavera è stata più secca con meno temporali, seguita da un’estate calda. Il sole piace alla Ribolla, meno a Chardonnay, Sauvignon e Pinot che preferiscono mesi freschi. Noi seguiamo il ritmo delle stagioni e dobbiamo adattarci all’uva come è giusto che sia. Credo riusciremo a tenere alta la qualità. Lo dobbiamo ai nostri clienti e ai nostri amici che raggiungiamo in 43 Paesi. Essere un brand internazionale è sempre stato uno dei miei obiettivi e devo dire con soddisfazione di esserci riuscito. L’Asia e gli Usa sono ripartiti. Dobbiamo guardare al domani con fiducia».
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Giornalista professionista, classe 1966 con una laurea in Fisica e, oggi, docente in IULM e comunicatore. Cultore del bello e del buono, attento osservatore della società e dei suoi cambiamenti, appassionato e commentatore televisivo di golf. Amo e racconto il cibo, quello schietto, vero e senza fronzoli. Scrivo di luoghi, persone, vino, rum e distillati e, quando capita, di politica
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Tutte le foto sono a cura di Miran Kambic
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