Siamo in Gallura, in un’azienda vinicola di 7 ettari vitati. Cinque di questi si trovano a Enas, una piccola località alle porte di Olbia e due a Palau. Tredicimila bottiglie sono la cifra di una produzione di nicchia, di vini fuori dagli schemi. Sono figli di lunghe macerazioni e affinamenti non convenzionali. Danno vita a prodotti di rara finezza. Roberto Gariup, responsabile tecnico e winemaker de La Contralta, ci spiega: «Vivo in Sardegna da 14 anni, anche se le mie origini sono friulane. Sono un bianchista atipico: mi piacciono i vini dritti, verticali, asciutti. L’incontro con Nicola Dettori, nostro responsabile finanziario, mi ha fatto riflettere sul futuro dei vini isolani. Abbiamo deciso per una linea poco ortodossa».
Il nome dell’azienda è lo stesso della piccola spiaggia adiacente a uno dei vigneti della tenuta. «Puntiamo su Vermentino, Cannonau e Carignano. Ci siamo trovati un terreno pieno di sale e delle colline scolpite dal Maestrale: arriva dalle Bocche di Bonifacio e s’incontra con lo Scirocco che spira dal mare. Il destino ci ha fatto scoprire una terra ancora vergine».


Sono vini che amano il tempo, in tutta la sua pienezza. Vince la filosofia
slow: «Il nostro obiettivo è lontano dagli imbottigliamenti veloci; amo le lunghe macerazioni.
Fior del Sasso è un Vermentino di Gallura docg Superiore; dopo una vendemmia manuale, il mosto è fatto fermentare in vasche d’acciaio a una temperatura controllata di 16°C, per una ventina di giorni. Ultimata la fermentazione alcolica, l’80% della massa sosta in acciaio, sulle proprie fecce, con ripetuti
batonnage; il resto viene fatto sostare in
tonneau di rovere francese di primo passaggio, per almeno 8 mesi. Segue assemblaggio e filtraggio. Dopo essere imbottigliato, affina ancora almeno un mese in vetro prima di essere commercializzato. Amo lavorare il vino in riduzione, per garantire una buona longevità».
Il Cannonau
L’Ora Grande esce dal cliché del vino rosso muscoloso: il colore è volutamente scarico ma il bouquet aromatico è un’inebriante esplosione di frutta rossa, spezie e note erbacee mediterranee. Note olfattive che ritrovi all’assaggio, un sorso delicato dal tannino morbido.
I nomi dei vini sono tratti da alcuni versi di
Umberto Saba, grande poeta di origini friulane, le stesse di Gariup che, proprio durante il lockdown, l’ha letto e riletto, trovando ispirazione. Sono aottiglie abbigliate da tratti di design di apparente semplicità, quasi a testimoniare un senso di purezza di ciò che si custodisce. Vini immediati, che ritraggono una Gallura atipica ma convincente. Vini che colpiscono, con note meno confettate, che lasciano il posto all’originalità. Una gamma di prodotti non sempre compresa da tutti i palati ma noi siamo entusiasti: ben vengano queste piccole realtà che realizzano vini identitari.