13-01-2021
Un brindisi nei giorni di Acqui Wine Days, rassegna che a fine settembre ha calamitato nel centro alessandrino migliaia di appassionati
Come tanti territori anche Acqui Terme, una cittadina di poco meno di 20mila abitanti posata tra le colline di Alessandria, ha deciso di promuovere il suo territorio e i suoi prodotti organizzando tre giorni di festa, che ha battezzato con gli Acqui Wine Days. Arrivano a fine settembre, in pieno tempo di vendemmia, appena dopo altri festeggiamenti che nel Monferrato segnano la fine dell’estate con il Palio di Asti, la premiazione di migliori vini con la Duja d’or e la Sagra delle Sagre. Ad Acqui si festeggiano i vini del Monferrato alessandrino, meno noto e meno decorato tra le valli piemontesi, ma che contiene perle e capolavori gastronomici oltre quelli architettonici e artistici, sparsi tra borghi e città. Sono 6mila gli ettari a vite e 5mila i coltivatori che scelgono ancora oggi di continuare questa produzione anche a prezzi di vendita molto contenuti. La ricerca della qualità, garantita anche dalla DOCG arrivata nel 1996 e dall’inserimento tra i territori Unesco, permettono al territorio di partire su basi solide per cercare di inserirsi nei flussi turistici enogastronomici. Famosa per le sue fonti termali (una delle quali sgorga proprio nella piazza principale della città), Acqui è anche sede di un consorzio di tutela e valorizzazione di un vino atipico, come il Brachetto, un vino dolce e aromatico, con una tonalità zuccherina che viene conferita da queste colline e dalle sue uve, rosse e compatte; dalla buccia spessa e dall'inconfondibile profumo di rosa. Si parla di Brachetto come Vinum acquense già molti secoli fa, quando a berlo pare fosse perfino Cleopatra, convinta dei suoi benefici effetti afrodisiaci. Ma è intorno agli anni Cinquanta del secolo scorso che attraverso il metodo Charmat, il vino di Acqui ha preso le caratteristiche che conosciamo oggi. Come tanti spumanti piemontesi, il Brachetto oggi necessità di una valorizzazione che consenta il recupero di una tradizione produttiva e il rilancio della sua immagine. La produzione sta assumendo oggi nuove direzioni, come la scelta di vinificarlo fermo oppure Rosé; secco, o in versione brut, senza perderne l’aromaticità, e cercando contemporaneamente di contenere la naturale ricchezza di zucchero.
Brachetto, Vinum acquense
Federico Ferrari, chef del ristorante Mire Pua al Cascinone
per la cipolla cotta al sale pelare la cipolla rossa, cospargerla di sale grosso fino a coprirla e cuocerla in forno a 160 gradi per 40 minuti. Una volta fredda tagliare a falde piccole e precise. per la salsa di fichi e brachetto In una padella rosolare in poco burro lo scalogno tagliato a julienne, dopodiché aggiungere 8 fichi tagliati in quattro pezzi, far rosolare a fiamma viva, salare, bagnare con la seconda metà di brachetto, abbassare la fiamma e cuocere per circa 10 minuti. Una volta cotto, frullare finemente. PRESENTAZIONE Passare la terrina nella granella di nocciole, adagiare su un piatto, condire i 2 fichi tagliati in quattro con olio, sale e aceto di pomodoro, sistemare sulla terrina insieme alle falde di cipolla, decorare con le vele di pane e i germogli di cipolla. Tostare il pan brioche in forno e servire caldo insieme alla terrina.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
entrambi piemontesi, entrambi appassionati di vino e buona cucina, collaborano da tempo alle pagine di Identità Golose
I protagonisti della cena a 8 mani all'Hub di Identità Golose di martedì 7 scorso. Da sinistra a destra: Mauro Enoch (Rimulas, Voghera), Federico Ferrari (Mirepuà Food Lab al Cascinone, Acqui Terme), Anna Ghisolfi (Anna Ghisolfi, Tortona) e Alessandro Billi (Osteria Billis, Tortona)
Da sinistra a destra: Mauro Enoch (Rimulas, Voghera), Anna Ghisolfi (Anna Ghisolfi, Tortona), Federico Ferrari (Mirepuà Food Lab al Cascinone, Acqui Terme) e Alessandro Billi (Osteria Billis, Tortona). Sono i protagonisti della cena a 8 mani all'Hub di Identità Golose di martedì 7 settembre (75 euro vini inclusi, orario di convocazione unico ore 20.30. Per prenotare, clicca qui)
Lo chef Federico Ferrari con uno dei suoi fornitori, in questo caso si tratta di Alessandro Boccaccio, produttore di zucchini, pesche e fiori di zucca a Rivalta Bormida. Queste piccole produzioni innervano l'idea di cucina territoriale, ma contemporanea, che lo chef porta avanti al suo Mirepuà, ad Acqui Terme (Alessandria)