Jorge Martín
Ostrica marinata con musetto di maiale e spinacidi Jordi Vilà
Carlo Mangio I Cerea, Portofino e Belmond: ma che trinomio perfetto al DaV Mare (con il nuovo menu)
Un'immagine della Gallura: qui alcuni vigneti della cantina Siddùra
C’è una Sardegna del vino che vuole emergere. E che vuole uscire dai propri confini. Come insegnano le avventure dei pirati, quelle che si raccontano ai bambini, se un tesoro rimane nascosto, sotterratto in qualche isolotto sperduto, non può essere apprezzato.
Questo discorso vale anche per la Sardegna del vino: un patrimonio inestimabile, una qualità in netta e costante crescita, un tesoro nascosto in un’intera isola ricca di storia, tradizione e biodiversità. La Sardegna è stata una delle regioni che all’ultimo Vinitaly ha cercato di uscire allo scoperto, anche con le iniziative di singole aziende che hanno cercato di valorizzare il proprio prodotto.
Michele Mastìo e Paola Hofmann
Molto interessanti i rossi: Banduleri 2018 è un Cannonau lineare, piacevole e immediato, mentre Pontes 2017 è un Cannonau più strutturato, con un passaggio abbastanza breve in barriques: naso inizialmente un po’ chiuso, ma molto elegante, che si apre alla distanza. In bocca dimostra che può fare tantissima strada, con ottimi potenziali evolutivi. Poi c’è Frantzisca, che è 50 Cannonau e 50 Montepulciano, annata 2016: un anno in acciaio, poi un passaggio in tonneau, per un vino complesso e intrigante.
Antonella Corda nelle sue vigne di Serdiana
«Il Vermentino ci sta dando risultati sorprendenti – spiega Antonella Corda che è nipote di Antonio Argiolas - La nostra è un’azienda giovane, imbottigliamo vino dal 2016. Il Vermentino rappresenta 9 ettari dei 15 vitati, su una proprietà di complessivi 40 ettari a Serdiana. Gli altri vitigni sono il Nuragus e il Cannonau».
L'enologo Luca D'Attoma, Antonella Corda e il direttore commerciale Andrea Carpi
Nel 2017 nasce il progetto Ziru, un vino sperimentale che vuole essere un’estremizzazione: viene fatto macerare per 20 giorni e poi la fermentazione conclude in anfora, dove rimane per altri 12 mesi ad affinare. Ziru 2017 è un IGT Isola dei Nuraghi, ne sono state prodotte solo 830 bottiglie. Un’estremizzazione nata per valorizzare il Vermentino, e il primo esperimento è sicuramente molto ben riuscito.
Francesco e Andrea Sannitu
Nell’area di Barchidda, famosa anche per una nota rassegna jazz, Francesco Sannitu, insieme al fratello Andrea, propone dei vini freschi, immediati, profumati, ricchi ma mai pesanti: insomma, si assapora un po’ di jazz anche nel bicchiere. In attesa, soprattutto, di assaggiare l’annata 2018 di Vermentino. Ma c’è anche il Demiurgo, un Cannonau che, prodotto in questa zona, trova freschezze inaspettate e grande eleganza.
Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra
«Da parte nostra abbiamo un valore aggiunto, che è il terroir della Gallura. Quando abbiamo iniziato c’erano quattro ettari con del Vermentino e una piccola parte di Cannonau, in una zona piuttosto selvaggia: ci siamo detti, se queste piante sono riuscite a vivere qui fino a ora, forse è il caso di studiarle meglio. E così da quei quattro ettari siamo passati alla piantumazione fino ad arrivare agli attuali 22 ettari, ai quali si aggiungeranno altri quattro appena acquisiti».
Il Vermentino Spèra di Siddùra
E i vini sono molto interessanti, iniziando con il “semplice” Spèra 2018, Vermentino “d’ingresso”, diretto, che fa solo acciaio, ma che ha un’intensità olfattiva davvero interessante. Poi c’è Maìa 2016: un anno di acciaio, un anno di bottiglia, più complesso e avvolgente, e Bèru 2015, con una vinificazione alla francese in barrique, con tanto di malolattica e batonnage.
La Vernaccia di Oristano, prodotto simbolo della Silvio Carta
Perché l’esempio ce lo ha dato, in questi anni, la Sicilia: la “moda” dell’Etna è esplosa, dimostrando che si possono fare vini di altissima fascia, e ha trainato tutto il mondo del vino della Sicilia. Così potrebbe essere, per esempio, la Gallura, una zona che ha il potenziale di fare da apripista per tutta la Sardegna.
C’è un tesoro, in Sardegna: bisogna solo scoprirlo. Come dei bravi pirati.
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo