12-10-2017
L'Alto Adige Wine Summit si è svolto a Bolzano e ha visto la partecipazione di 80 aziende vitivinicole
L’incredibile mondo del vino nell’Alto Adige, dove si possono trovare mille sfaccettature di un diamante creato sulla qualità produttiva.
Per definire meglio cosa siano i vini dell’Alto Adige oggi, non basta affatto elencare dei freddi dati. Ma bisogna, prima di tutto, guardare in faccia i produttori, parlarci e capire da loro cosa significhi lavorare questa terra così eterogenea e varia. E se possibile, andare sul posto, in mezzo alle vigne, per capire e gustare.
Che poi è stato l’obiettivo dell’Alto Adige Wine Summit, esordio per le anteprime dei produttori aderenti al Consorzio per la tutela dei vini dell’Alto Adige, che ha visto la partecipazione di 120 giornalisti da 25 paesi differenti, con una ottantina di aziende presenti.
Un momento della vendemmia in Alto Adige (fonte: IDM Südtirol - Alto Adige)
Guardando in faccia i produttori, come accennato prima, si poteva scorgere una velata (ma non troppo) preoccupazione per la vendemmia 2017: le gelate in primavera, poi la siccità estiva (anche se nell’Alto Adige si è avvertita meno rispetto al resto d’Italia) e infine alcune violente grandinate, sono stati fattori che hanno inciso sull’annata e che hanno dato del filo da torcere ai produttori.
Sulla base di queste premesse, come ricordato dal Consorzio in un comunicato stampa, gli esperti prevedono un calo della produzione compreso tra il 10 e il 20%. Nonostante questo, «il lavoro instancabile e l’elevata professionalità dei viticoltori garantirà comunque un vino di grande qualità» spiega il presidente del consorzio Max Niedermayr.
Oscar Lorandi, direttore della cantina Girlan
La Girlan è una cantina che propone sempre ottimi prodotti. Tra poco più di un mese sarà in commercio il Pinot Bianco Riserva Flora 2015, 9mila bottiglie complessive in questa che è la sua prima annata in commercio: un vino da provare. E da non sottovalutare la Schiava Alte Reben Gschleier 2016, da vigne che hanno almeno 85 anni.
Peter Dipoli mostra il suo Sauvignon Voglar 2015
Grande profondità per la Private Cuvée Andreas Huber 2015 di Pacherhof
Per Cantina Kaltern, invece, bisognerà aspettare la prossima primavera per assaggiare i due Quintessenz bianchi, rispettivamente Pinot Bianco e Sauvignon annata 2016, vera novità dell’azienda, dove la parola chiave è una sola: eleganza.
Daniel Pfitscher, dell’omonima Tenuta Pfitscher
Le conclusioni: sulla qualità della produzione in Alto Adige non si discute. Questo, però, era un concetto già ben noto e definito anche ai semplici appassionati. Ora l’Alto Adige sta cercando di far capire come ci siano davvero mille sfaccettature, date da due elementi: il terroir, che cambia nel giro di poche centinaia di metri, e il viticoltore, perché ognuno ha un proprio stile e una propria filosofia produttiva. E di questo avremo modo di parlarne ancora.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose