04-09-2023
Non dire Cassate, piatto di Karime Lopez e Takahiko Kondo qui in versione salata, come primo piatto, con il gambero. Senza gambero e con il cedro candito, diventa invece un dessert. Al Gucci Osteria di Firenze
In uno spericolato e fascinoso gioco di sponde tra la Sicilia e il Messico, tra Firenze e il Giappone, con una puntatina persino di Catalogna, uno stesso piatto può essere pensato, solo con piccoli diversi accorgimenti, come un primo di pasta e nel contempo anche come dessert? Non dire Cassate risponderebbe qualcuno, che poi è Non dire Cassate, appunto, la soluzione stessa dell'enigma. Ossia: apro su internet il menu à la carte del Gucci Osteria di Firenze e vi trovo, subito dopo l'iconico Taka Bun - diciamo, l'ultimo degli antipasti - anche Non dire Cassate, ossia "spaghetti tiepidi con pistacchio, crema di mandorla & gamberi rossi". Ohibò, qualcosa non torna: noi l'abbiamo assaggiato Non dire Cassate, buonissimo, però nel degustazione del Gucci era un dolce, o un originale quasi-dolce comunque al finale del pasto, "spaghetti tiepidi con pistacchio, crema di mandorla e cedro". E dunque?
Dunque occorre investigare, attività che richiama un'altra investigazione, quella della messicana Karime Lopez e del giapponese Takahiko Kondo, coppia sulla tolda di comando al Gucci toscano di Piazza della Signoria. E il tutto a richiamare a sua volta altre ulteriori investigazioni: come quella del catalano Ferran Adrià, “Si cancellano le barriere tra il mondo dolce e il mondo salato”, punto 13 del suo Manifesto, anno 2006; e quelle, iniziate peraltro ben prima, di Corrado Assenza, che nel suo lavoro di recupero contemporaneo (retroinnovazione) della memoria gustativa e della cultura materiale siciliana ha sempre teorizzato il superamento del confine dolce-salato come rinvenimento di una radice gastronomica un po' dimenticata ma tipica del Mediterraneo: «La natura non è dolce o sapida: queste sono categorie che applichiamo noi umani, in maniera del tutto arbitraria, alla cucina e all’ordine delle pietanze». Ecco qui, dunque, questa sorta di pentangolazione Sicilia-Messico-Firenze-Giappone-Catalogna. (Nota bene: le mandorle che utilizzano al Gucci Osteria per Non dire Cassate sono proprio di Corrado Assenza, tutto torna).
Takahiko Kondo e Karime Lopez in una pausa dolce
Compromesso storico, foto Tanio Liotta
Non dire Cassate dall'alto
Il Cannolo che vuole diventare un cannellone, foto Tanio Liotta
Maremma che ostrica!, foto Tanio Liotta
Anguilla in carrozza, foto Tanio Liotta
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di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
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