05-07-2023

In onto o saór, canocie o fasoi? A Villa Ormaneto una trattoria contemporanea di piena autenticità veneta

Nella campagna veronese, in un casino di caccia del 1300 adibito a bel luogo d'ospitalità, diverte e stuzzica la proposta dello chef Gianluca Da Rin Perette. Che rilegge ricette della tradizione territoriale e propone una lista di "piatti dimenticati"

Andiamo a Cerea, nella Bassa Veronese, per scoprir

Andiamo a Cerea, nella Bassa Veronese, per scoprire la cucina di Gianluca Da Rin Perette al ristorante Vi-Or di Villa Ormaneto. Lo chef recupera i piatti dimenticati della tradizione veneta e li propone con sapienza contemporanea. Foto di Stefano Scatà

All'inizio fu Diego Rossi. Fu insomma l'idea che, nella continua e pur felice rincorsa alla creatività nella cucina d'autore, ci si fosse dimenticati per strada piatti, tradizioni, persino atmosfere che intanto hanno un pubblico (anzi: un pubblico decisamente più vasto del fine dining puro, com'è normale sia); e che poi costituiscono un patrimonio gastroculturale importantissimo, un'eredità preziosa che sarebbe assurdo non riproporre ma in forma nuova o per meglio dire evoluta, ossia filtrata attraverso la sapienza tecnica e l'apertura mentale dello chef-cuoco contemporaneo.

Aperta quella strada, sdoganato tale concetto, le forme con le quali quest'ultimo può prendere vita sono molteplici, praticamente infinite, tanto quanto sono infinite le espressioni delle cucine italiane, ossia della multiforme tavola regionale della Penisola. Ad esempio, ad Asparetto di Cerea, nella Bassa Veronese...

Villa Ormaneto

Villa Ormaneto

Ad Asparetto di Cerea, nella Bassa Veronese (a 30 minuti dal capoluogo, nel comprensorio delle terre piane), dal 1300 sorge un casino di caccia appartenuto alla famiglia degli Scaligeri; fu in particolare Cangrande della Scala a volerlo per poi assegnarlo a Zonta Ormaneto, suo prefetto generale della caccia. Oggi si chiama, appunto, Villa Ormaneto, immersa in un parco con alberi secolari, tra cui maestosi noci del Caucaso, pianta esotica importata dagli antichi proprietari per sottolineare il loro status. La struttura è stata riportata all'onor del mondo dalla famiglia De Santi Fabricci, che l'ha acquistata nel 2002 pensandola come dimora ma anche luogo d'ospitalità, con 8 suite a disposizione degli ospiti: non un modello rural-chic come verrebbe da pensare, ma molto più rispettoso della storicità dell'edificio, in bell'abbraccio con la natura che lo circonda. A un certo punto i De Santi Fabricci - e in particolare Camilla De Santi, che dirige il tutto - han pensato di dotare Villa Ormaneto di un ristorante. Con quale idea? Con quale stile? La scelta è stata quella di proporre una cucina legata all'autenticità del territorio; capace di richiamare la tradizione nell'asse continuo con produttori, artigiani del gusto e vignaioli locali; insomma di offrire gusti popolari, della memoria. Serviva lo chef giusto. Ed era già lì.

Camilla De Santi

Camilla De Santi

Gianluca Da Rin Perette conosceva Villa Ormaneto da decenni, d'altra parte è proprio di Cerea, per quanto d'origini "foreste", metà mantovane e metà carsiche. Classe 1975, non è chef dal grande nome, ma solido eppure estroso, appassionato della propria terra, virtuoso nel manipolarne i frutti, legato alle radici ma capace di proiettarle in avanti. È sembrato la scelta giusta ai De Santi Fabricci e lo sembra anche a noi, dopo l'assaggio.

Al Vi-Or, il ristorante della Villa, tutto è simpatico; ma soprattutto la sezione del menu dedicata ai "piatti dimenticati", «siamo andati a fondo nella tradizione delle ricette classiche venete e le abbiamo portate nel presente realizzando piatti moderni e leggeri - spiega Da Rin Perette - Abbiamo lavorato sugli ingredienti locali più amati, trovando nuovi e contemporanei modi di interpretarli. Oltre alle proposte alla carta, abbiamo inserito dunque un menu speciale dedicato appunto ai "piatti dimenticati", che rappresenta un viaggio tra i grandi sapori della cucina veneta di campagna».

Lo chef Gianluca Da Rin Perette con il suo secondo, al barbecue

Lo chef Gianluca Da Rin Perette con il suo secondo, al barbecue

Dalla teoria alla pratica: al Vi-Or si potranno gustare, ottimamente realizzate, ricette come l'Oca in onto (nel nostro caso, cotta al bbq e accompagnata dal suo fondo all'arancia), la Trippa dell'oste alla parmigiana, il saór (ma non quello che vi aspettereste: Spaghetti al pomodoro in saór con caviale di aringa), un gustoso Vitello rengato (ossia non tonnato ma con salsa con salsa d'aringa e caviale di aringa), la Frittole de pomi e uvetta (ossia le frittelle di mele tipiche del Carnevale veronese, tutto l'anno). Pure, per restare nel mondo dolce, una buona Torta delle rose e zabaione caldo e un più cosmopolita Babà (però in "bagna veneta", ossia col maraschino).

Noi abbiamo trovato tutto gradevolissimo: il luogo, l'atmosfera conviviale, il recupero della memoria del gusto e i piatti di loro, ovviamente. A nostro giudizio, vincono i Tortelloni di borragine con salsa blanquette e ricotta affumicata ma soprattutto il Risotto al tastasal, eccellente, il Vialone Nano tenuto al perfetto punto di cottura e insaporito anche con una spolverata di cannella; e la deliziosa Anguilla di Comacchio cotta al bbq e aromatizzata con salvia limone, eccellente di sua, ancor di più se accompagnata da una spettacolare senape selvatica saltata.

La nostra cena, nelle foto di Tanio Liotta.

Il nostro uovo di stagione: uovo poché con asparagi bianchi spadellati, fonduta al Salva cremasco, perlage al tartufo nero della Lessinia e chips di topinambur

Il nostro uovo di stagione: uovo poché con asparagi bianchi spadellati, fonduta al Salva cremasco, perlage al tartufo nero della Lessinia e chips di topinambur

Vitello rengato, ossia un taglio di scamone cotto al rosa sul bbq con salsa con salsa d'aringa e caviale di aringa

Vitello rengato, ossia un taglio di scamone cotto al rosa sul bbq con salsa con salsa d'aringa e caviale di aringa

Baccalà alla vicentina 3.0, con una spolverata di bottarga di vitello

Baccalà alla vicentina 3.0, con una spolverata di bottarga di vitello

Risotto al tastasal. Lo chef utilizza Vialone Nano, c'è una spolverata di cannella e una mantecatura di burro di malga. Il tastasal (un impasto di carne fresca di maiale macinata, salata ed insaporita con abbondante pepe nero grosso frantumato) è lavorato maison

Risotto al tastasal. Lo chef utilizza Vialone Nano, c'è una spolverata di cannella e una mantecatura di burro di malga. Il tastasal (un impasto di carne fresca di maiale macinata, salata ed insaporita con abbondante pepe nero grosso frantumato) è lavorato maison

Tortelloni di borragine con salsa blanquette e ricotta affumicata. La salsa è realizzata con burro, panna acida e aromatizzata al timo

Tortelloni di borragine con salsa blanquette e ricotta affumicata. La salsa è realizzata con burro, panna acida e aromatizzata al timo

Lumache del Polesine e ortaggi veneti

Lumache del Polesine e ortaggi veneti

Trippa dell'oste alla parmigiana

Trippa dell'oste alla parmigiana

Oca in onto cotta al bbq, con la sua salsa all'arancia

Oca in onto cotta al bbq, con la sua salsa all'arancia

Anguilla di Comacchio cotta al bbq e aromatizzata con salvia limone. Come contorno, una spettacolare senape selvatica saltata

Anguilla di Comacchio cotta al bbq e aromatizzata con salvia limone. Come contorno, una spettacolare senape selvatica saltata

Babà in bagna veneta (ossia il maraschino Luxardo) e crema alla vaniglia

Babà in bagna veneta (ossia il maraschino Luxardo) e crema alla vaniglia

Torta delle rose e zabaione caldo

Torta delle rose e zabaione caldo


Carlo Mangio

Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo?
La meta è comunque golosa, per Carlo Passera

a cura di

Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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