C’è l’Atene incamminata sulla via della cucina creativa pur non dimentica della propria tradizione, come abbiamo raccontato qui. Ma nella capitale greca, così come in tutto il Mediterraneo, cibo vuol dire soprattutto due cose: convivialità e prodotto. La prima la si riscontra nelle tante, anche ottime taverne che punteggiano la città, dove grandi tavole imbandite celebrano il rito del mangiare insieme piatti basati – ed è il secondo elemento – su una materia prima semplice eppure gustosa, che non abbisogna quindi di troppe alchimie in cucina.

I koulouri, spuntino immancabile nella colazione ateniese
Un viaggio nell’Atene del gusto non può prescindere da un antipasto culturale. E’ piacevole visitare quartieri come Plaka e Monastiraki (magari sfruttando gli ottimi tour guidati, in bici elettrica, proposti da
Solebike) prima di salire al Partenone. E da non perdere è certamente il bellissimo
Museo dell’Acropoli, dove eventualmente concedersi anche una sosta al ristorante del secondo piano: offre una gran carrellata sulla gastronomia greca, con formaggi cretesi, lenticchie del Nord, salami di Lefkas e così via.
A Nord di Monastiraki il quartiere di Psiri ospita i maggiori mercati cittadini e tante botteghe golose tutte da visitare. Poiché non si tratta di un’area turistica, in pochi parlano inglese e dunque può essere molto d’aiuto partecipare ai Food & Wine Tour a piedi di Athens Walking Tours, che conduce alla scoperta degli indirizzi più autentici.

Il mercato della carne ad Atene
Sia come sia, la giornata non può che iniziare con una colazione. Alla greca. Ossia qualche sigaretta e un
koulouri (pane a forma di ciambella spolverato di semi di sesamo), al limite un poco di
tiropita, una sorta di torta salata ripiena di feta e, perlopiù, spinaci (la
pita in Grecia è un pane piatto lievitato, rotondo, a base di farina di grano. In Calabria si chiama “pitta”, e secondo alcuni la parola “pizza” deriva proprio da lì).
Breakfast troppo light? Nessun problema, perché i greci per tradizione si concedono molti pasti e spuntini: dopo la suddetta colazione, anche uno snack alle 11 – magari solo con un po’ di pane condito con pomodori e buon extravergine – poi il pranzo verso le 14,30, una merenda alle 17,30, fino alla cena tra le 21 e le 22, in estate anche più tardi.
Di sicuro rimane immutato lo stile di fondo di queste pause mangerecce: ad Atene, così come in tutta la Grecia, non si rinuncia mai alla tradizione di piatti che richiamano da vicino la cosiddetta dieta mediterranea. La stagionalità è importante. E ogni break è funzionale a un modello di vita nel quale la cucina è strettamente collegata alla vita sociale: i pasti principali prevedono che tutta la famiglia sia riunita; così, ad esempio, sarà arduo trovare negozi autentici aperti all’ora di pranzo: i proprietari saranno a tavola, insieme ai figli appena usciti da scuola.
Nella fotogallery, il nostro giro tra gli indirizzi migliori del food ateniese: una passeggiata nel quale imbattersi in alberi di nerantzi, le arance amare che sono state diffusamente piantate in città perché assorbono bene lo smog. Facile trovare l’assonanza con il nostro “arancia” o lo spagnolo “naranja”, mentre l’arancia dolce è il portocáli, che richiama il “portogallo” com'è anche tradizione nei nostri dialetti e nella letteratura storica: il frutto, originario della Cina e del sud-est asiatico, è stato importato in Europa solo nel XIV secolo da marinai lusitani.