28-11-2020
Riccardo Camanini e la Cacio e pepe in vescica
Il progetto è ambizioso e il titolo non può lasciare dubbi: Quando un piatto fa storia, sottotitolo L’arte culinaria in 240 piatti d’autore per l’editore Phaidon, affiancato in Italia da L’ippocampo. Sette i curatori: Susan Jung, Howie Kahn, Christine Muhlke, Pat Nourse, Andrea Petrini, Diego Salazar e Richard Vines, mentre la prefazione, ottima, porta la firma di Mitchell Davis.
Non è mai facile, in nessun campo, non è mai una passeggiata scegliere il meglio perché ci si espone alle critiche degli esclusi e di chi ritiene di saperne abbastanza da sottoporre una classifica ad attento esame. Cosa alla quale, in casa Identità, non ci siamo sottratti né Gabriele Zanatta né il sottoscritto perché il piatto è troppo ricco, troppo ambizioso per ignorarlo.
Il primo passo fa testo e questa scelta denuncia il grande limite del volume una volta che la casa madre inglese ne cede i diritti fuori dal Regno Unito. E’ pensato per il mondo di lingua inglese, al di là e al di qua dell’oceano Atlantico, meno per il mondo nella sua globalità. Quel gelato portato a Parigi circa 325 anni fa dal
A seguire Marie-Antoine Careme a inizio Ottocento, prima con il Vol-au-vent e poi con la Millefoglie che non inventò, la ricetta originaria data 1733, ma che sublimò. Ovviamente noi italiani debuttiamo con una pizza, la Margherita, datata 1889 e firmata Raffaele Esposito. Un anno ancora ed ecco la Coda alla vaccinara di Checchino al Testaccio, Roma. Sempre nella capitale la terza ricetta italiana, le Fettuccine all’Alfredo, 1914, che gli americani hanno sì lanciato in orbita, ma alla lunga sputtanato con salse che noi non possiamo accettare.
La pizza all'ananans, in scatola, nella sua versione originale, quella del 1962 del ristorante The Satellite di Chatham-Kent in Ontario (Canada)
100 strati di lasagne, Mark Ladner a Del Posto in New York
Per quanto questo libro debba trovare spazio nella libreria di un gastronomo, sembra sia mancato un lavoro di approfondimento storico tra chi lo ha curato, rivelandosi così, soprattutto, una somma di gusti e preferenze personali. Più veritierio come titolo sarebbe stato qualcosa come Quando un piatto fa piacere. E a volte pure storia.
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi