09-12-2013
Nel ritratto di Lido Vannucchi, la pasticcera di Fiuggi Loretta Fanella, ora impegnata tra una serie di consulenze in Italia, la famiglia e il cantiere di un importante progetto toscano che partirà nel 2014. Domenica 9 febbraio, ore 15.50, terrà una lezione nel corsi di Identità Naturali a Identità Milano 2014
Iniziai questo lavoro a 15 anni, per gioco, facendo un paio di mesi durante la pausa estiva della scuola alberghiera, perché a casa mi annoiavo e non potevo fare tutti i giorni le torte di compleanno dei cuginetti. Dopo il diploma presi sul serio l’idea di intraprendere questo mestiere. Avevo solo 18 anni e mi rendevo conto già allora che Fiuggi, il mio paese d’origine, mi stava stretto e non mi concedeva un gran futuro. Allora decisi di prendere come scusa uno stage di 3 mesi dallo chef Fabio Tacchella a Verona. Promisi di rientrare, ma così non fu mai.
Ma io facevo la donna (la bambina) d’acciaio. Dovevo dimostrargli che ero capace, anzi, che potevo essere più brava degli altri. Con il tempo conquistai la fiducia di tutti: diventai responsabile degli antipasti e della pasticceria. Se oggi penso dove sono arrivata e ricordo quei momenti, mi viene solo da ridere... E in quasi tutti i posti la storia era sempre quella: diversi ex colleghi, me l’hanno confessato più avanti, pensavano «Dove crede di andare quella ragazza così delicata, mingherlina e rilassata. Qui si corre e si lavora, non ce la farà mai». Si sarebbero ricreduti con stupore nel giro di poco tempo.
La cosa strana ed ingiusta è che noi, fin da bambine, cresciamo con l’immagine della mamma o della donna che fanno da mangiare. Perché non può essere allora la stessa donna a capitanare una cucina professionale ed essere chiamata “chef”? Devo anche aggiungere che spesso succede di trovare donne che approfittano del fatto di essere tali per darsi la scusa di essere più deboli: «non riesco ad alzare il sacco della farina o la cassa dell’acqua, puoi farlo tu?», oppure «oggi non posso venire a lavorare perché ho le mie cose o il mal di pancia». Atteggiamenti così sono la rovina.
Ho avuto la fortuna di fare tanto e bene da giovanissima. Di lavorare in ristoranti importanti che mi hanno permesso di affermarmi e di avere la libertà di fermarmi dopo, per costruire una famiglia, anche se mi è costato lasciare la vita quotidiana del ristorante. Per una donna chef è importante avere accanto una persona che possa sopportare il fatto di vederla impegnata per così tante ore in cucina, di vederla viaggiare spesso, di condividere gran parte delle ore in un ambiente prettamente maschile. Non è facile, ma nemmeno impossibile. Leggi anche Non siamo angeli del focolare di Cristina Bowerman Due o tre cose che volevo dirvi di Loretta Fanella
Uomini che abbandonano per un attimo mestoli e padelle per raccontare le proprie esperienze e punti di vista
a cura di
pasticcera di Fiuggi (Frosinone), classe 1980, nel suo curriculum ci sono tante esperienze importanti: el Bulli, Enoteca Pinchiorri e Cracco. Oggi si divide tra il suo Pastry Lab di Livorno e l'insegnamento