13-04-2016
Come si gestisce un cambio profondo di brigata, in un ristorante due stelle Michelin, con un menu tutto nuovo frutto anche delle tante esperienze in Oriente? Lo spiega lo chef Marco Sacco in questo articolo per Identità Golose
Il nano che sta sulle spalle del gigante: questa è la visione che ho, quando penso alla mia nuova brigata. L’anno scorso nove persone sono uscite e quest’anno, per la riapertura del ristorante, altrettante nuove figure professionali sono entrate. Un turnover che dà l’idea di dover ricominciare da zero. Invece non è così. Il Piccolo Lago ha un metodo e un’impostazione già consolidata e avviata, dove il nuovo arrivato non ha che il compito di inserirsi al meglio in un meccanismo già precostituito. Negli anni con Raffaella, mia moglie, capo maître, abbiamo costruito, pianificato e avviato una realtà che ha lo standard di un ristorante due stelle Michelin, dove l’asticella dei parametri e degli obiettivi si alza sempre di più.
Quando arriva una nuova figura tutto è già pronto: il 70-80% del nostro operativo, indipendentemente dal personale, è già avviato e codificato. Certo, le persone sono importanti: i ragazzi che scelgo provengono tutti da esperienze diverse. Parliamo di profili di ruolo, con una preparazione professionale. Ma per me non esiste curriculum interessante senza una buona dose di creatività, umiltà, spirito di abnegazione, presenza di spirito e allegria, quella con la A maiuscola. Amo le persone avventurose, che vogliano condividere i progetti di cui entreranno a far parte. Con i mei ragazzi, peraltro, cerco sempre di entrare in massima sintonia: lo spirito di squadra è un presupposto essenziale per creare uno staff vincente. Quest’anno abbiamo anticipato il pre-opening, proprio per avere il tempo necessario per formare il nuovo gruppo: coordinare i diversi reparti, fare in modo che si conoscano e si intreccino nel giusto modo.
Il topinambur in tre consistenze - crema, croccante e arrosto - racchiusi in uno dei nuovissimi piatti del menu del Piccolo Lago. Un prodotto che cresce lungo le rive del fiume Toce e arriva in cucina, a ispirare una ricetta legata a memorie d'infanzia di Marco Sacco
La Porca Costina, un altro dei nuovi piatti di Marco Sacco: golosissimo
La cucina cinese fa scuola: mostra l’importanza della condivisione quotidiana tra i commensali, l’utilizzo della materia prima senza sprechi, è un interessante spunto per vedere il prodotto con ottiche diverse. Guardando alle mie esperienze all’estero, ciò che manca è il marketing del made in Italy, è da qui che bisogna partire. Non esiste ancora la cultura dell’italianità vera, della nostra materia prima, per certi versi unica. Questo movimento è partito da noi chef che giriamo per il mondo, portando i prodotti originali negli altri Paesi, le ricchezze della nostra terra, che mancano all’estero. Dobbiamo puntare sull’abilità di fare sistema, condizione fondamentale per dare vita a un vero made in Italy. Ma la strada è ancora lunga.
Uomini che abbandonano per un attimo mestoli e padelle per raccontare le proprie esperienze e punti di vista
a cura di
Classe 1965, è chef del Piccolo Lago, due stelle Michelin. Ex presidente di Chic - Charming Italian Chef. Dal 2018 guida anche la cucina del ristorante torinese Piano 35