21-12-2017
Terzo da sinistra in prima fila, Michele Biassoni, chef di cucina di Iyo a Milano, con la squadra del Ryugin di Tokyo, ristorante 3 stelle Michelin frequentato in stage per 3 mesi, da agosto a novembre 2017. Al suo fianco, c'è lo chef Seiji Yamamoto
Di Ryugin avevo sentito parlare benissimo da Hiroshi Noda, collega di Iyo a Milano. Magnificava le sue materie prime e le tecniche fantastiche, giapponesi al 100%. Un ristorante avanti anni luce, nel quale sognavo di fare esperienza per entrare ancora più a fondo nella mentalità di cucina di quel paese. Nel febbraio scorso ho compilato l’application online. L’email di risposta è arrivata presto: mi accoglievano con piacere, senza retribuzione ma con vitto e alloggio, un lusso visti i costi della città. Ero molto felice ma c’era un però: avevo fatto richiesta per andare ad agosto, mese di chiusura di Iyo; ma loro accettavano stagisti solo per 3 mesi. Sono andato dal mio patron Claudio Liu il quale non ha esitato: «Se non fossi in grado di sostituirti per 3 mesi, non saprei fare il mio mestiere. Vai!».
Il 7 agosto parto, atterro e mi sistemo in appartamento sopra al ristorante, che si trova nel quartiere Roppongi (nell’estate 2018 l’insegna traslocherà a Hibiya, ndr). Condivido da subito la mia esperienza con altri stagisti da tutto il mondo: Hong Kong, Israele, Canada, Inghilterra. Primo servizio, 10 agosto, da mezzogiorno all’una di notte – il ristorante è aperto solo la sera. Sono uno dei 3 stagisti in brigata. Al Ryugin ne arriva uno ogni mese e mezzo e il predecessore deve sempre aiutare il debuttante. Parlo bene il francese e con l’inglese me la cavo. Ma lì si comunica quasi solo in giapponese. Shoyu, ichimi, uni, amaebi, unagi. Da Iyo avevo appreso qualche vocabolo e questo mi ha facilitato.
Biassoni con Seiji Yamamoto, chef di Ryugin, classe 1970
Ti stanno mettendo alla prova: se hai una manualità che a loro non conviene, cioè se non esegui perfettamente il tuo compito, non te lo fanno rifare. Se invece te la cavi bene, cominci a guadagnare lentamente rispetto, anche se la strada rimane lunga. In Italia, se dimostri di cavartela, il percorso dalle preparazioni ai fornelli veri e propri è molto rapido. In Giappone no, prima di cimentarti alle cotture ne devi fare di strada…
La cucina del Ryugin è strutturata in quattro partite più la pasticceria: antipasti, griglia robatayaki, piatti caldi e sashimi. Mi mettono da subito su quest’ultima, per poi spostarmi alla robatayaki per fare training allo stagista successivo. È un onore per me perché i crudi di pesce sono la partita più importante: è gestita da un decennio dal sous chef di Seiji Yamamoto.
La medaglia premio di Biassoni a fine stage: «Te la danno solo se sei stato bravo»
Michele Biassoni, 30 anni appena compiuti, al pass di Iyo
Uomini che abbandonano per un attimo mestoli e padelle per raccontare le proprie esperienze e punti di vista
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monzese, classe 1987, fa esperienza da Vino a Parigi con Enrico Bernardo, poi a Palazzo Parigi con Carlo Cracco. Nel 2015 inizia all'Iyo a Milano. Da aprile 2017 è chef dell'insegna di Claudio Liu, una stella Michelin