30-06-2020
Luigi Ferraro, da gennaio 2020 executive sous chef del Four Seasons Hotel di Doha
Sono nato in Calabria nel 1979 e sono passati 25 anni dal mio primo giorno in cucina. Ho ricordi nitidi di quando aiutavo mia madre a preparare il pranzo. Nel 1996 mi sono iscritto all’Istituto Alberghiero di Castrovillari e poi ho fatto varie esperienze in Calabria, Toscana e Sardegna. Nella mia prima brigata, il Sybaris Hotel, sulla Costa Jonica, ho avuto due grandi maestri: Fabrizio Gaviano e Vittorio Accardo. Lavorare con loro è stato indimenticabile. Da ragazzino sono partito per la mia prima esperienza internazionale, al Coral Bay Hotel di Sharm el Sheik, in Egitto. Non avevo alcuna esperienza né capacità linguistica ma avevo tanta voglia di confrontarmi e sapevo che occorreva cavarsela per forza. Ho capito che amavo esplorare il mondo con occhi diversi, curiosi e mente aperta e con questo bagaglio ho iniziato una lunga serie di esperienze tra ristoranti e hotel di lusso: Stoccarda, Londra, Parigi, George Town, Bangkok, Mosca, San Pietroburgo, New York, Delhi, Bangalore, Mauritius, Muscat, Bahrain e adesso Doha. A DOHA. Oggi, sono executive sous chef del Four Seasons Hotel di Doha, in Qatar. Con l’executive chef Ahmad Sleiman - origini libanesi ma cresciuto in America e una grandissima esperienza internazionale di quasi 30 anni nella famiglia Four Seasons - ci occupiamo di 10 ristoranti più banquet hall. La brigata di cucina è composta da 105 cuochi, provenienti da tutte le parti del mondo, e nei vari ristoranti si possono gustare piatti di cucina araba, italiana, francese, giapponese, thailandese, cinese e indiana. In cucina sono l’unico italiano, poi c’è anche una donna che lavora al front office e un ragazzo cameriere. Gli italiani sono molto apprezzati e rispettati da tutto lo staff, oltre che dai qatarioti e arabi. È una stima che mi rende orgoglioso perché, magari siamo un paese con tanti problemi interni; ma all’estero siamo ben visti e stimati.
Il Four Seasons Hotel di Doha
Elements Restaurant
The Study Bar
Capesante, zafferano, patate e olive nere
Ravioli, piselli, aceto balsamico e parmigiano
Risotto, zafferano, agnello e asparagi
Ferraro è anche autore di un libro, con le foto di Riccardo Marcialis
IL FUTURO. Al momento non penso proprio di tornare in Italia. Mi trovo davvero molto bene all’estero perché riesco a lavorare in realtà in cui vige la meritocrazia. Sono fortunato perché mia moglie mi appoggia e mi segue da anni e vogliamo dare ai nostri figli un futuro e un’istruzione internazionale. Ai miei giovani colleghi dico che c’è sempre da imparare: questo mestiere richiede tempo, pazienza, sacrifici, passione e forti capacità organizzative. E bisogna essere disposti a lavorare duramente: il lavoro in cucina procede a ritmi serrati, si sta in piedi molte ore; si è esposti per la maggior parte del tempo a sbalzi di temperatura, vapori, fumi, odori, tagli e ustioni... Il consiglio che mi piace dare è quello di rimanere sempre umili. È fondamentale.
Uomini che abbandonano per un attimo mestoli e padelle per raccontare le proprie esperienze e punti di vista
di
calabrese di Cassano al Ionio (Cosenza), classe 1979, cuoco giramondo, da gennaio 2020 è executive sous chef del Four Seasons di Doha, in Qatar