25-03-2018

Tutti i colori del Nero d'Avola

Non lontano dalla Valle dei Templi, da anni la famiglia Morgante dona grande forza al vitigno simbolo della Sicilia

Tre generazioni della famiglia Morgante dell'

Tre generazioni della famiglia Morgante dell'azienda omonima di Grotte (Agrigento), fondata nel 1994 da Antonio Morgante, sostenuto dai figli Carmelo e Giovanni

Una terra argillosa arsa dal sole, dove le zolle sono aride e infuocate. Una terra dove l'acqua resta un regalo di Dio e dove crescere una vigna rimane una sfida che puoi vincere solo con i sacrifici. E' lì, in quel profondo Sud della Sicilia, a una ventina di chilometri dalle suggestioni della Valle dei Templi, che, nella campagna del piccolo paese di Grotte (Agrigento), la famiglia Morgante procede con ostinato amore il suo cammino nei solchi profondi della tradizione. Senza tradimenti e senza distrazioni. Con un obiettivo ben chiaro: consolidare l'eccellenza del Nero d'Avola, simbolo, forza e colore della faccia bella della Sicilia.

Il primo passo di un'entusiasmante avventura è nel 1994 quando Antonio Morgante, sostenuto dai figli Carmelo e Giovanni, decide di vinificare le uve rosse dei propri vigneti, puntando da subito ad abbinare la tradizione viticola al rinnovamento delle tecniche produttive per esaltare al meglio le caratteristiche del Nero d'Avola. S'inizia con la vendita di vino sfuso alle cantine sociali ma anche assecondando le singole richieste e curando in modo maniacale la qualità del prodotto.

Uno scorcio dei vigneti di famiglia

Uno scorcio dei vigneti di famiglia

La svolta arriva nel 1997: la collaborazione con l'enologo Riccardo Cotarella pianifica il miglioramento dell'attività finalizzata alla produzione di ottime etichette, tutte esclusivamente legate al Nero d'Avola. «Un vitigno molto difficile e delicato – ci racconta Carmelo - , ma mio papà è sempre stato chiaro. Orgogliosamente chiaro. Ci ha sempre spiegato che il Nero d'Avola è l'unico di cui conosciamo completamente pregi e difetti e quindi a lui dovevamo darci con tutta l'esperienza in nostro possesso. Concentrarci sul nostro sapere e le nostre radici, ecco la vera rivoluzione dell'azienda Morgante».

La famiglia gestisce un'azienda agricola di 200 ettari, 60 dei quali dedicati ai vigneti che, in piccoli appezzamenti coprono un raggio di 20 chilometri, ad altimetrie variabili dai 350 ai 550 metri. «Un territorio ideale per la viticoltura – spiega Carmelo – per le favorevoli condizioni climatiche mediterranee, caratterizzate da escursioni termiche fino a 15 gradi tra il giorno e la notte, le più rilevanti in Sicilia. Devi starci dietro alla campagna, non devi importi ma assecondarne i tempi. Non è come lavorare in fabbrica, dove ogni bullone è perfetto e identico ad ogni altro. Il nostro impegno si concretizza in una strategia orientata ad un costante ed attento controllo dell'intero processo, dalla  fase di coltivazione fino al prodotto finito e alla sua distribuzione. Noi abbiamo investito molto in tecnologia, non nell'estetica della cantina».

La batteria dei vini

La batteria dei vini

In questa  affermazione c'è tutta la concretezza di chi punta più al contenuto che al contenitore. «Siamo cresciuti con questa mentalità – rafforza il concetto Carmelo -, papà ci ha sempre insegnato che siamo ciò che facciamo. Non possiamo gestire un'azienda se non sappiamo fare tutto ciò che serve per farla andare avanti. In totale siamo una ventina a lavorarci dentro, ma io so anche stare sul trattore se serve. E le dirò di più, io e mio fratello Giovanni non ci siamo spartiti nettamente i ruoli. Siamo interscambiabili perché se uno dei due viene a mancare l'altro è in grado di subentrargli».

Un grande senso della famiglia e una condivisione totale dell'idea che sta alla base della produzione: poco, ma eccezionale. Solo tre etichette in tutto, il 70% della produzione esportata, soprattutto in America, Giappone e Canada, con ottime possibilità d'imporsi anche nel mercato russo. «Non è facile il nostro lavoro – spiega Carmelo – perché dobbiamo fare i conti con un Nero d'Avola svilito dalla grande distribuzione. Vai al centro commerciale ed è ormai la consuetudine trovare bottiglie a un euro, quando un buon Nero d'Avola non dovrebbe costare meno di 6-7 euro. Sono scelte che rovinano il mercato e che ci complicano la fatica del proporci. Ma non cederemo né una goccia, né un centesimo».

«Per noi il Nero d'Avola è molto più che un vitigno, è un mezzo per lavorare, farlo bene e sentirci con la coscienza a posto solo se garantiamo il meglio. Ecco perché a noi non interessa per esempio allinearci alla moda dell'enoturismo. No, il nostro è un altro lavoro. Lo dico senza nascondermi, noi ci vergogniamo di che strade dovrebbe affrontare un turista per raggiungerci: dissestate, a tratti addirittura franate e con tratti pieni di immondizia. No, non è questa la nostra idea di Sicilia. Ed è anche difficile fare squadra su un territorio che è un serbatoio di culture diverse, difficile mettersi d'accordo, arduo trovare un percorso comune». 

E allora i Morgante si tengono stretti al Nero d'Avola e alle loro tre etichette: il Don Antonio, dedicato  al “capo” della famiglia, sontuoso, vellutato e potente, dall'intenso colore porpora, con aromi riconoscibili di ciliegia, rosa, spezie dolci, liquirizia e cacao; il Nero d'Avola che esalta al massimo il colore rosso porpora cupo con note fruttate di ribes nero e mirtillo, compagno ideale per carni “robuste” e salumi di ogni tipo; il Bianco di Morgante, una sfida vinta per primi: un vino bianco ottenuto dalla vinificazione di uve rosse. Ha la trama tannica tipica di un rosso unità ad un'acidità equilibrata, che si fa godere con gusto anche nel suo finale persistente. Ma crescerà la proposta? «Stiamo pensando e studiando – conclude Carmelo - a una bollicina col Nero d'Avola. Sempre lui, per sempre lui». E sorride felice.


Azienda Morgante
contrada Racalmare
Grotte (Agrigento)
+39.0922.945579
info@morgantevini.it


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Paola Pellai

giornalista professionista, nata in un'annata di vino buono. Ha spaziato in ogni settore, dallo sport alla politica perché far volare in alto la curiosità è il sistema migliore per non annoiare e non annoiarsi. Non ha nessuna allergia né preconcetto alimentare, quindi fatele assaggiare di tutto. E se volete renderla felice, leggete il suo libro di fotostorie, Il tempo di uno sguardo

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