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La complessa mise en place del Midollo arrosto, pietanza dell'ultimo menu degustazione del Noma di Copenhagen. Il ristorante di Rene Redzepi riaprirà, non prima del 2018, pochi chilometri più a nord dalla sede attuale (foto Zanatta)
Questa sera, dopo 13 anni e 3 mesi, calerà il sipario sul Noma di Copenhagen. Ottanta ragazzi prepareranno l’ultimo servizio nell’ex magazzino di sale, al civico 93 della Strangade e poi sarà grande festa. Ma è solo un arrivederci perché il ristorante riaprirà in una urban farm poco più a nord. Un progetto, si è detto, con cui l’irrequieto Renè Redzepi continuerà la scalata, dopo esser salito per 4 volte sul tetto della World’s 50 Best (2010, 2011, 2012 e 2014). Ufficialmente la nuova apertura è fissata a dicembre 2017; con molta probabilità avverrà all’inizio del 2018 perché i lavori e i permessi da ottenere per mettere tutto a norma sono ancora lontani. Prima c’è da pensare al pop-up in Messico, terza trasferta dell’insegna danese dopo Tokyo e Sydney. Per 7 settimane, dal 12 aprile al 28 maggio, da mercoledì a domenica, lo zoccolo duro del team di Christianshavn cucinerà tra la giungla e il mar dei Caraibi di Tulum, borgo noto ai vacanzieri per le rovine maya che spuntano su spiagge di sabbia bianca finissima. Al costo di 600 dollari americani (più altri 150 tra tasse e servizio) a testa, 140 ospiti a sera potranno provare circa 15 portate, vini (o succhi) inclusi. Trapelano pochi altri dettagli, «Perché Redzepi tiene anche noi collaboratori all’oscuro di tante cose», rivela Riccardo Canella, sous chef italiano del Noma, «chiede istintività, gli piace strapparci dalla comfort zone». Ci saranno certamente dei taco, una brace di 20 metri e il menu sarà costruito molto di più sul rito della convivialità, popolare nelle abitudini messicane, molto meno inclini alla modalità fine dining.
Dal 12 aprile al 28 maggio, Noma sarà un pop-up a Tulum, in Messico. Il menu degustazione? 750 dollari americani a testa
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo