09-08-2014
Cosa c'è di più parigino di un bistrot? In questa prima parte del racconto che Maria Canabal ha scritto per la Guida ai ristoranti di Identità Golose 2014, editore Mondadori, iniziamo a scoprire alcuni degli indirizzi più interessanti della nuova ristorazione nella ville lumière. Come Sèmilla (tel. +33.1.43543450), la cui carta è curata dal grande chef Eric Trochon, qui insieme alla sua brigata
Nella vita ho due passioni, le capesante e Parigi. Ogni lunedì lascio la mia città per solcare il mondo alla ricerca di novità culinarie e non rientro prima del venerdì. Tutte le settimane, tranne rarissime eccezioni. Ed è a Parigi che mi sento più felice, perché mi nutre in senso proprio e figurato. Forte delle mie origini spagnole posso affermare che le tapas non si esportano. Avete mai visto un buon bar a tapas al di fuori della Spagna? E per i bistrot vale lo stesso discorso. Un bistrot è uno stato d’animo, un’anima, una patina. Personalmente li adoro. Ma c’è qualcosa di ancor più interessante: i neo-bistrot. Una parola che è una contrazione di due termini: nuovo e bistrot. Il concetto sussume al suo interno convivialità, grande cucina e vini al bicchiere forniti a un prezzo onesto. Per di più i neo-bistrot mettono l’accento sulla qualità e la quantità dei piatti offerti. Mirano a fare valere l’autenticità e lo stile gastronomico, senza mai cadere nelle trappole del lusso e della pedanteria.
Il mercato di Aligre è uno dei più vivaci e colorati della capitale francese
Impeccabile anche esteticamente, Septime è diventato in breve tempo una tappa obbligata per tutti i gourmet di passaggio a Parigi
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Food journalist attiva tra Francia e Spagna, scrive tra gli altri per Gastronømad, Le Monde e The World's 50 Best