C'è caldo, tanto che gli organizzatori hanno deciso di chiudere un occhio, il dress code sarà più rilassato rispetto al solito. L'appuntamento che - comunque la pensiate - è il più atteso dell'anno dal mondo dell'alta cucina è tra qualche ora all'Old Billingsgate, oggi un luogo di ospitalità ed eventi nella City (costruito nel 1875, ristrutturato ai tempi nostri dall'archistar Richard Rogers per ricavarne uffici, insomma è alla sua terza vita) che originariamente era il più grande mercato di pesce del mondo, nel XIX secolo. Particolare non da poco: è dotato di aria condizionata, lo precisano le note ufficiali. Siamo a Londra, non a Mosca come era stato previsto un anno fa: gli accadimenti della cronaca e della storia hanno bussato alla porta, consigliando così un repentino cambio di sede per la cerimonia dei World's 50 Best Restaurants 2022, ventesima edizione.
Saranno le ore 18,30, scandite in base al meridiano di Greenwich dunque le 19,30 italiane, quando si apriranno le porte dell'edificio vittoriano; il programma prevede l'inizio dei giochi verso le 20 (le nostre 21), per un paio d'ore col fiato sospeso. A presentare la serata, Stanley Tucci.
Tanta l'attesa, come sempre, anche se qualcosa si sa, altro si intuisce.

Festeggiamenti al termine della scorsa edizioni dei 50Best, nel 2021, ad Anversa
Un tris di vincitori, ad esempio, è stato già rivelato. Si tratta di
Leonor Espinosa, del ristorante Leo a Bogotá, vincitrice del premio
The World's Best Female Chef 2022;
poi del ristorante
AM par Alexandre Mazzia a Marsiglia, che si è aggiudicato l'
American Express One To Watch 2022, insomma il locale in ascesa e da "tenere d'occhio"; e poi allori anche all'attivista keniota
Wawira Njiru, insignita dell'
Icon Award. Un ulteriore nuovo premio, il
Champions of Change, è stato consegnato quest'anno a diversi "eroi" della gastronomia: il divulgatore
Dieuveil Malonga, le socie in affari
Olia Hercules (ucraina)
e Alissa Timoshkina (russa) e l'attivista
Koh Seng Choon, che vive tra Hong Kong e Singapore ed è il fondatore di
Dignity Kitchen, il primo centro ristorazione collettivo in Asia.
A proposito di premi, verranno assegnati numerosi altri riconoscimenti prestigiosi: il Gin Mare Art of Hospitality Award ai campioni dell'ospitalità, il premio per il miglior pasticcere del mondo (sponsorizzato da Sosa), il Beronia World's Best Sommelier Award (una novità di quest'anno, celebra l'arte della sommellerie), il Villa Massa highest climber award per il ristorante che scala più posizioni in classifica, l'Estrella Damm Chefs' Choice Award per l'indirizzo più votato dagli chef, e il Flor de Caña Sustainable Restaurant Award che applaude alle insegne green.
Tutto bello, ma di certo la maggiore attenzione non è lì. Bensì alla lista dei 50 ristoranti top al mondo, un gioco che muove importanti capitali e coinvolge l'intero settore.
Per provare a capire cosa accadrà conviene analizzare quanto ormai noto. Nei giorni scorsi è stata rilasciata la "classifica di consolazione", ossia la lista dei locali che si sono collocati tra il 51° e 100° posto, leggila qui. Per noi italiani, indicazioni in chiaroscuro, più chiaro che scuro: spariscono infatti i due indirizzi che proprio in questa fascia si erano collocati lo scorso anno, ossia l'Uliassi di Mauro Uliassi a Senigallia, già 52°, e il St. Hubertus di Norbert Niederkofler in Val Badia, che era due posizioni più sotto. Un tracollo di consensi o semplicemente sono saliti tra i "veri" 50Best? Tutti scommettono sulla seconda ipotesi, abbiamo intercettato la presenza di Norbert qui a Londra ed è un ottimo segno.
Se fosse così, e ipotizzando che il resto della pattuglia tricolore confermi i propri piazzamenti tra i migliori (il
Lido 84 di
Riccardo Camanini lo scorso anno era 15°; il
Piazza Duomo di
Enrico Crippa era 18°;
Le Calandre di
Massimiliano Alajmo era 26°; il
Reale di
Niko Romito era 29°) si tratterebbe del miglior risultato per i nostri alfieri, sarebbero ben sei tra i 50Best, uguagliando il record già conseguito nel 2007, poi nel 2009 e nel 2011.
Difficile però ipotizzare che qualcuno di questi riesca addirittura a salire sul podio. Favoritissimo della vigilia è invece il Geranium di Copenhagen, peraltro con una forte anima italiana come vi abbiamo raccontato qui: Gli 11 italiani del Geranium, che vuole diventare il n.1. La prova del nuovo menu. Se così fosse, la primazia del 50Best si sposterebbe di soli 4 chilometri o poco più: la distanza che intercorre tra il presunto nuovo primo classificato, in Per Henrik Lings Allé 4, e il campione uscente, il Noma di René Redzepi. Sarebbe dominio danese per la sesta volta in 20 edizioni (5 del Noma, una appunto, forse, del Geranium): solo la Spagna ha fatto altrettanto, sei primi posti (4 de elBulli, 2 del Celler de Can Roca), tre sono quelli statunitensi (2 volte il French Laundry all'inizio degli anni Duemila, una l'Eleven Madison Park), 2 per l'Italia (sempre Osteria Francescana), uno a testa per Gran Bretagna e Francia (The Fat Duck e Mirazur).
È possibile assistere alla diretta streaming della cerimonia su Fine Dining Lovers, grazie a S.Pellegrino e Acqua Panna: basta collegarsi qui.