17-05-2022
Uno dei paesaggi della Valle de Uco
I 100 punti di Robert Parker (Luis Gutierrez, in realtà, che segue il panorama sudamericano per Parker) rappresentano una sorta di Oscar o di stella Michelin, per rimanere in campo gastronomico, del mondo del vino. L’Argentina è passata dal non averne mai ricevuti, fino al 2018, a vedersene aggiudicati almeno un paio tutti gli anni. L’ha detto anche Tim Atkin, giornalista, critico e Master of Wine che segue il panorama vinicolo latinoamericano da tre decadi: “L’industria vinicola argentina sta producendo i migliori vini che abbia mai fatto”. In un paese che conta un’estensione di 2 milioni e settecento ottantamila km quadrati, c’è una regione vincola in particolare che sta facendo parlare di sé: una valle ai piedi delle Ande, in provincia di Mendoza, che si estende tra i 900 e i 1700 metri di altezza, bagnata dai due fiumi Tunuyan e Las Tunas, formata da paesaggi meravigliosi e da 39 coni alluvionali: è la Valle de Uco. È questa la nuova regione vinicola - che fino agli anni 90 non aveva mai visto un vigneto - da tenere d’occhio. Da qui provengono non solo tutti i punteggi perfetti assegnati da Parker all’Argentina vinicola in questi ultimi anni, ma anche, e soprattutto, alcuni tra i migliori vini prodotti attualmente nel Paese.
Altitudine, un clima fresco ma soleggiato, un’esposizione solare molto intensa, suoli complessi e una gran varietà di paesaggi. L’acqua pura dei ghiacciai che, accoppiata a un regime di scarse precipitazioni (appena 200mm all’anno), permette, attraverso l’irrigazione, di controllare in modo molto accurato la quantità di acqua che ricevono le piante. Un clima semidesertico, ma in altura. E poi: la Cordigliera delle Ande, che si staglia e sullo sfondo, imprimendo personalità, bellezza e potenza a vini eleganti e freschi, con una bassa gradazione alcolica e con una forte identità. Condizioni ideali e un luogo eccezionale, dunque, che tuttavia non bastano per fare un gran vino. Ci vuole un interprete e, nella Valle de Uco si trova anche questo: una generazione di viticoltori argentini che hanno puntato il loro talento e il loro sguardo su un luogo molto specifico, con un altissimo focus verso la conoscenza profonda del suolo e un obiettivo: fare vini di vigneto, che esprimano un luogo preciso e la mano di chi lo ha interpretato. In dote, possono contare anche su una lunga tradizione vinicola, quella portata a Mendoza dall’immigrazione italiana: cognomi quali Del Popolo, Zuccardi, Bonomi, Michelini, Riccitelli lasciano pochi dubbi al riguardo. Argentini, come è argentino il Malbec, ma con radici che vengono dal vecchio mondo. Gente che ha conservato la grinta dell’immigrante e che oggi sta producendo vini che con quelli del vecchio mondo possono tranquillamente dialogare, con le parole di Tim Atkin: grandi cru fatti da vigneti di appena 20 anni. Chi scrive, nel suo piccolo, conferma.
Siamo andati a incontrare quattro protagonisti del momento d’oro che sta vivendo l’enologia argentina, per farci spiegare cos’ha di speciale la Valle de Uco e perché i vini che vi si producono sono così eccezionali.
Edgardo Del Popolo e suo figlio Santiago. Assieme a David Bonomi, sono le tre anime dietro a PerSe
PerSe: il vigneto piantato da Edy Del Popolo e David Bonomi a Gualtallary, 1500mt di altitudine, vigne condotte a gobelet e piantate ad alta intensità. Sullo sfondo, la Cordigliera
PerSe: un suolo composta da pura pietra calcarea che marca il carattere di questo vino
PerSe: La Craie 2018, ha ottenuto il punteggio perfetto di Parker. Una co-fermentazione di Malbec e Cabernet Franc (fermentazione spontanea con lieviti indigeni)
PerSe: Volare e Jubileus, altre due grandi etichette. La storia che raccontano Edy e David è anche quella di una grande allegria - espressa dai nomi di queste 2 etichette -, provocata dal poter finalmente fare vini che esprimano la loro essenza come winemaker e l’identità di un luogo: “vini trasparenti”, che decodifichino un paesaggio
Il logo di Sitio La Estocada e Matias Michelini. Il nonno di Matias, Arduino, era un viticultore di Montecarotto, provincia di Ancona. Arrivato in Argentina negli anni ’30, si stabilisce a Mendoza, dove nasce il padre di Matias, e dove pianta un vigneto di Malbec. Laureato in enologia alla Don Bosco di Mendoza, Matias si è formato in viticultura lavorando in diverse parti del mondo tra cui Francia e Spagna. Nel 2009 inizia finalmente il suo proprio progetto, Passionate Wine, rompendo con la consuetudine e con il già visto, iniziando a fare i vini che lo emozionano e che possano finalmente esprimere i diversi terroir argentini
Michelini: il vigneto piantato in forma circolare durante la pandemia, nel 2020. Al centro il punto in cui famiglia e collaboratori si riuniscono la sera, intorno al fuoco
Michelini: un falchetto caracara chimango tra i vigneti di Michelini. Un luogo impregnato di energia
Michelini: Montesco Agua de Roca (acqua di roccia) 2021, un Sauvignon Blanc prodotto in una delle zone più fresche ed estreme della Valle de Uco, San Pablo, a 1600 metri di altezza da un vigneto condotto biodinamicamente. Le uve si raccolgono in epoche diverse per raggiungere diversi gradi di maturazione del frutto. La fermentazione avviene in vasche di cemento con lieviti indigeni. Un vino “elettrico”, teso, minerale e sapido
Michelini: la cantina a Sitio la Estocada, appena terminata
Sebastiàn Zuccardi in una delle escavazioni fatte tra i vigneti per comprendere a fondo la composizione del suolo: obiettivo trasformare l'etereogenià in diveristà, per poterla poi esprimere in vini precisi ed espressivi
Uno degli impressionanti studi - una sorta di radiografia - del suolo elaborato dalla squadra di ingegneri agronomi di Zuccardi Valle de Uco. Nella foto il responsabile ing. agronomo Martin Di Stefano
Zuccardi: il vino è paesaggio imbottigliato. A sin i vigneti della 'finca' Piedra Infinita, a destra l'etichetta del Malbec Finca Piedra Infinta Paraje Atamira 2018. L'annata 2016 ha ricevuto i 100 punti di Parker. Il nome della tenuta, che battezza anche il vino, fa riferimento alla lotta che l’uomo ha ingaggiato con la pietra (una quantità infinita di pietre) per poter piantare il vigneto in questi luoghi. Il profilo calcareo e pietroso del suolo si trasmette in quella che Luis Gutierrez (per Robert Parker) ha definito “consistenza di gesso liquido” in bocca. Astringenza e rugosità. Per apprezzare questi vini non bastano vista, olfatto, gusto: è necessario chiamare in causa anche il senso del tatto. Un carattere straordinario
Zuccardi: gli impressionanti terrazzamenti di 'finca' (tenuta) Agua de la Jarilla, siamo a Gualtallary. Sullo sfondo, lo spettacolare profilo della Cordigliera (cortesia di Sebastiàn Zuccardi)
Le bellissime etichette di Riccitelli Wines, sono la “copertina” azzeccatissima per dei vini con una grande personalità, vini espressivi, freschi con una marcata identità. Ognuno è un racconto a sé. In primo piano l’etichetta del Sauvignon Blanc 2021 prodotto a La Carrera, uno dei terroir più estremi, assieme a San Pablo, della Valle de Uco, a 1650 mt di altezza, su un suolo argilloso e di ghiaia calcarea. Clima, altitudine e suoli difficili e ardui da cui risulta un vino potente, vibrante ed espressivo: fiori e spine che nascono da una visione precisa
Matias Riccitelli, classe 1980, nella sua cantina a Las Compuertas. I Riccitelli erano di Ancona, ma Matias conta addirittura tutti e 4 i nonni italiani, arrivati in Argentina dalle Marche, dalla Sicilia e dal Veneto. Figlio d’arte, suo padre Jorge Riccitelli è stato insignito del titolo “Winemaker of the year 2012” dalla rivista Wine Enthusiast. Lui con gli anni e l’esperienza ha sviluppato un suo stile, assolutamente originale, che si riflette in vini con grande personalità e carattere
Riccitelli Wines: uno scorcio della cantina
I vigneti di Riccitelli a La Carrera. Qui Matias pianta - PinotNero e uve a bacca bianca - tra i 1650 e i1800 mt, altitudini assolutamente estreme a questa latitudine. Sullo sfondo la Cordigliera (cortesia di Matias Riccitelli)
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
nata a Milano da madre altoatesina e padre croato cresciuto a Trieste. Ha scritto (tra gli altri per Diario e Agrisole) e tradotto (tra le altre cose: La scienza in cucina di Pellegrino Artusi) per tre anni dall’Argentina dove è tornata da poco, dopo aver vissuto tra Cile, Guatemala e Sicilia. Da Buenos Aires collabora con Identità Golose e 7Canibales
Il nuovo aperitivo Chandon Garden Spritz, presentato a Milano
Ale Vigil è stato il primo argentino a ricevere 100 punti Parker nella storia del paese - furono in realtà 200. Con il suo progetto personale El Enemigo, e i vini che elabora per Catena Zapata ha contribuito a ridefinire l’immagine e la qualità dei vini argentini agli occhi del mondo
Sebastián Weigandt e le conserve che ornano le pareti del suo ristorante e trovano ampio utilizzo nella sua cucina. Raccontano le tradizioni gastronomiche locali portate dall’immigrazione italiana e la sua stessa storia famigliare
Dal Mondo è curiosità, fascino, un guida verso i migliori indirizzi intorno al globo, di cui vi raccontiamo non solo piatti, insegne, ingredienti, ma anche le vite di personaggi che stanno facendo la differenza nel nostro Pianeta, dalla ristorazione al meraviglioso mondo del vino.