18-04-2012

Adrià non va in vacanza

A 20 mesi dal varo della Fondazione elBulli, il genio catalano è un vulcano di idee e progetti

A sinistra, Ferran Adrià con il fratello Albert a

A sinistra, Ferran Adrià con il fratello Albert all'inaugurazione della mostra a lui dedicata di Palau Robert, Barcellona, allestita fino al 3 febbraio 2013. In attesa della Fondazione elBulli, gennaio 2014, il cuoco catalano è protagonista di una serie di film, libri, documentari, mostre e aperture di nuove insegne, tra cui una di cucina messicana, ancora a Barcellona (foto Vanessa Miralles)

Una mostra, un documentario, un ristorante messicano e un progetto ambizioso chiamato “Bullipedia”. Da quando el Bulli ha chiuso le sue porte il 30 luglio scorso come ristorante, in attesa di riaprirle nel 2014 come fondazione («non ce ne andiamo in vacanza», spiegò a una pletora di giornalisti attoniti), Ferran Adrià non si è fermato un attimo. Anzi, è in pieno fermento imprenditoriale, artistico e (ovviamente) gastronomico.

Grazie a un accordo economico e tecnologico con la Fundación Telefónica, con i suoi più stretti collaboratori sta mettendo a punto i dettagli de elBullifoundation, il nuovo elBulli, che si svilupperà intorno all’antico ristorante e aprirà proprio a gennaio 2014. L’idea è quella di realizzare un centro di irradiazione di creatività gastronomica, che gli alunni delle migliori business school del mondo – Harvard (Boston), Columbia (New York), Berkeley (San Francisco), London Business School ed Esade (Barcellona) – stanno ridisegnando nell’ambito di un concorso internazionale chiamato “Ideas for tranformation”.

Bullipedia è invece uno dei progetti che si svilupperanno nell’ambito della fondazione: si tratta di una ricompilazione di tutta l’informazione relativa alla storia dello stesso elBulli. È probabilmente che la sede di questo centro informativo sarà elBullitaller in calle Portaferrissa a Barcellona, finora un cantiere dei piatti dell’insegna madre partoriti nei mesi in questa rimaneva chiusa.

Il manifesto della mostra a Palau Robert: "elBulli: rischio, libertà, creatività"

Il manifesto della mostra a Palau Robert: "elBulli: rischio, libertà, creatività"

El Bulli è di tutti. L’anno prossimo, la nuova edizione del concorso “Ideas for tranformation” sarà invece finalizzata alla progettazione dello spazio che accoglierà l’immenso archivio d’elBulli, una specie di museo interattivo in cui la tecnologia e internet andranno di pari passo con la cucina. Il centro sorgerà a Roses, Girona, a pochi passi dal ristorante. Del resto, «Da quando elBulli ha chiuso, elBulli è di tutti»: seguendo questa filosofia, lo spazio metterà a disposizione di chiunque documenti che, a detta dello stesso Adrià, nelle aste si venderebbero per migliaia di euro. E tutto per democratizzare, diffondere e soprattutto fare intendere cosa è stato e cos’ha significato il ristorante.

Un primo passo in questo senso è stato fatto con la mostra “Ferran Adrià y elBulli. Riesgo, libertad y creatividad” che si può visitare a Palau Robert di Barcellona fino al 3 febbraio dell’anno prossimo. È un percorso impeccabile per tutta la storia del Bulli, tracciata fin da quand’era un semplice chiosco sulla spiaggia ai giorni in cui ospitava la rivoluzione dell’alta cucina e della gastronomia spagnola e globale. Una rivoluzione che ha fruttato il primo posto nella classifica dei World's 50 Best in 5 occasioni, di cui 4 consecutive (la prima nel 2002, poi 2006-2009). Oltre a 3 stelle Michelin, chiaramente.

La cucina al museo. La mostra, che Adrià ha supervisionato dalla gestazione dell’idea al montaggio, si compone di 8 sale: in una sono addirittura atterrate come per magia le sedie originali del ristorante, disposte attorno a una tavola su cui si proietta dall’alto una sequenza di portate. Come essere lì. Una parte dell’esposizione è dedicata a elBullivirus, le innumerevoli incursioni di questo ristorante nei campi più svariati dell’arte: dalla partecipazione nel 2007 del Bulli a Documenta, uno dei luoghi sacri dell’arte contemporanea, a quella, molto più prosaica, di Ferran Adrià a un programma televisivo satirico chiamato “Polonia”.

La copertina del libro su Ferran Adrià a cura di Lisa Abend. Traduzione del titolo: "L'Apprendista stregone". Hollywood ne farà un film

La copertina del libro su Ferran Adrià a cura di Lisa Abend. Traduzione del titolo: "L'Apprendista stregone". Hollywood ne farà un film

All’orizzonte si profila anche un’altra mostra, questa volta in un piccolo ma prestigioso museo di New York di cui Adrià preferisce non rivelare il nome. Giappone ed elBulli, la creatività e la cucina come linguaggio sono solo alcune delle tematiche intorno a cui potrebbe girare questa eseibizione che dovrebbe inaugurare nel 2014, in coincidenza dell’apertura della fondazione e con un film made in Hollywood tratto dal libro della giornalista statunitense Lisa Abend “The sorcerer’s apprentices: a season in the kitchen at Ferran Adrià’s El Bulli” che immortala il processo creativo de elBulli dal punto di vista dei suoi stagisti. 

El Bulli messicano. Nel frattempo, è arrivata da poco nelle sale cinematografiche spagnole “El Bulli: Cooking in progress”, un noioso ma imprescindibile documentario del regista tedesco Gereon Wetzel che mostra con precisione da entomologo le fasi del processo creativo di uno dei ristoranti più prestigiosi del mondo. Dalla scelta delle materie prime di stagione al piatto finale, per successivi gradi di rarefazione.

Adrià non va in vacanza, quindi, e non solo dal punto di vista creativo. Dopo l’apertura di Tickets a Barcellona, un ristorante di tapas di ultimissima generazione e della cocteleria annessa 41 grados  – in cui da poco si serve un menu di 41 piatti che gli esperti riconducono ai piatti de elBulli Adrià ha in progetto di aprire, sempre a Barcellona e sempre con suo fratello Albert, un ristorante messicano. La messicana, del resto, è una delle cucine in cui Ferran ha individuato il seme della prossima rivoluzione gastronomica. Vorrà mica capeggiare anche questa?


Dal Mondo

Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Alessia Cisternino

Giornalista italiana e madrilena d’adozione, scrive di cultura e gastronomia per diversi quotidiani e riviste spagnole. Suo il blog enminevera.wordpress.com

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