17-03-2020
Maico e Franco Campilongo davanti all'ingresso del loro celebre Terùn di Palo Alto, California. I due sono ora in quarantena, ma non mancheranno a luglio a Identità Golose 2020
Storie incredibili e folli s'intrecciano, in questi tempi d'emergenza, con la vita di ognuno di noi, la quotidianità, i drammi personali. Maico Campilongo sarebbe dovuto essere relatore al congresso Identità Golose 2020 il 9 marzo scorso, e lo sarà certo a luglio. Intanto, oggi, si trova in quarantena col fratello Franco nella casa di quest'ultimo a Palo Alto, in California, dove i due vivono e lavorano da anni, e dove hanno costruito un'impresa di grande successo, come vi abbiamo raccontato recentemente qui Da Palo Alto a Identità Milano. La storia di Terùn ci dice: la pizza non ha confini.
L'odissea di Maico e Franco, inizia venerdì 6 marzo, nei giorni stessi in cui sarebbero dovuti essere in Italia per il congresso: tutto rinviato, biglietti aerei annullati, salvo poi doverli rifare in tutta velocità perché loro madre è malata da anni, proprio in quelle ore c'è un improvviso aggravamento della situazione, viene ricoverata d'urgenza in ospedale, così i fratelli decollano precipitosamente da San Francisco per l'Italia, «in tutta sincerità, abbiamo intrapreso quel viaggio con la triste idea di poter forse dare un ultimo saluto a nostra madre e organizzarne i funerali. Altrimenti non saremmo partiti, vista la situazione».
I fratelli Campilongo coi genitori in una foto di alcuni anni fa
Passa un giorno: è lunedì, la sera la zona rossa sarebbe stata allargata a tutt'Italia, i Campilongo capiscono che è questione di ore: «Ci troviamo allora nelle condizioni di dover decidere cosa fare, giacché abbiamo famiglia, figli, lavoro e casa in California. Non avendo avuto alcun contatto a rischio - eravamo in Italia da un giorno e avevamo incontrato pochissima gente, in zone non ancora in emergenza Coronavirus - stabiliamo di far ritorno subito a Palo Alto. Riusciamo a imbarcarci nell'ultimo volo di EasyJet da Pisa per Londra, i successivi sarebbero poi stati tutti cancellati». Prima di salire a bordo, le autorità italiane controllano che il viaggio dei due possa essere autorizzato: è un rientro al domicilio, quindi giunge il via libera.
I fratelli Campilongo e il loro socio Michael Oliverio con Alex Atala e Massimo Bottura a Identità New York 2016
I fratelli da quel momento si sono messi in volontaria quarantena: «Siamo entrambi a casa mia - spiega Franco - Per consentire alla moglie di Maico di continuare ad andare a lavorare e a mia figlia di frequentare la scuola, non abbiamo avuto contatti con loro, altrimenti sarebbero dovute finire in isolamento con noi. Le abbiamo mandate a vivere da nostro cugino e ora rimarremo chiusi qui per almeno due settimane». Mentre chiacchieriamo, la famiglia manda loro un po' di provviste alimentari: «Questa volta ci hanno fatto arrivare una quiche e una torta alle banane». E spunta un sorriso.
Spiegano: «La situazione negli Stati Uniti è in piena evoluzione. Siamo, diciamo così, una settimana-dieci giorni indietro rispetto a quanto sta succedendo in Italia. Mia moglie - dice Maico - lavora all'università di Stanford, dove stanno progressivamente limitando le attività: prima hanno sospeso gli eventi più grossi, poi bloccato le lezioni ai primi casi di contagio, eccetera».
«La situazione negli Stati Uniti è in piena evoluzione. Siamo, diciamo così, una settimana-dieci giorni indietro rispetto a quanto sta succedendo in Italia»
I Campilongo hanno già chiuso iTalico, il loro secondo locale, mentre l'indirizzo di punta, Terùn, rimane aperto solo come delivery o take away: «Fino a ieri non c'era un ordine di chiusura generale, avevamo adottato le restrizioni necessarie perchè vogliamo proteggere i nostri impiegati (55 persone solo al Terùn, ndr) e i clienti. Noi siamo un punto di riferimento a Palo Alto, tanti ci hanno scritto di non smettere, "per favore resistete", quasi che la nostra sola presenza fosse una speranza per tutta l'area della Silicon Valley. Ma le ragioni della salute sono più importanti».
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera