Gert De Mangeleer
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Moreno Cedroni protagonista a Encuentro de los Mares a Malaga
Encuentro de los Mares s'è chiamata la prima edizione di un congresso che si è tenuto nei giorni scorsi tra Malaga, Cadice e dintorni, organizzato da quelli di Vocento, il principale gruppo di comunicazione multimediale nel mercato della stampa in Spagna e che firma oggi anche Gastronomika e Madrid Fusión. Encuentro de los Mares è nato in realtà come "de dos Mares", due mari, laddove l'ipotesi iniziale era infatti quella di un confronto tra Mediterraneo e Atlantico, le onde iberiche. Poi si è pensato piuttosto a una kermesse itinerante che raccontasse la cucina di mare di tutto il mondo; e non solo, anche tutte le problematiche a essa connesse, legate soprattutto alla sostenibilità. Dunque chef, ricercatori, pescatori, scienziati. Tante le figure illustri presenti; tra di loro anche due gran cuochi della nazione ospite, l'Italia. Erano Moreno Cedroni e Pino Cuttaia. Di quest'ultimo abbiamo già parlato, leggi Cuttaia: avanguardia oggi è riscoprire la cucina dimenticata del Mediterraneo. Ora vediamo cosa ha detto Cedroni.
«È un rivoluzionario che interpreta le tradizioni con un concetto tutto nuovo»: con queste parole José Carlos Capel, massimo critico gastronomico spagnolo nonché presidente di Madrid Fusión, ha introdotto Moreno Cedroni alla platea di Encuentro de los Mares, prima edizione di un congresso che si è tenuto nei giorni scorsi tra Malaga, Cadice e dintorni.
"Recreando el Adriático” (non c’è bisogno di traduzione, direi) era il titolo che lo chef aveva scelto per la propria ponencia: ossia raccontare il mare, quello di Senigallia in particolare, traendo spunto dalla storia e dalle radici, ma poi proiettandolo in una dimensione differente, non solo più contemporanea ma anche maggiormente rispettosa dell’ambiente. Pasta, dunque, ossia la base del pasto tricolore, «quando vai all’estero è sempre bene portare quello che ci caratterizza, la nostra bandiera». In questo caso, delle penne: perché la proposta è innanzi tutto assaggiarle una a una – niente forchettate da trattoria – per apprezzarne texture, cottura, sapore del grano e del condimento.
Penne rigate “Gentile”, burro ai ricci di mare, capesante essiccate, erbe spontanee e seppia ai carboni
Come mai la scelta di una conserva? «Le conserve di pesce, ma anche quelle di verdure, hanno sempre avuto una grande importanza se ragioniamo a ritroso e risaliamo di alcuni decenni, Hanno infatti consentito di fare scorta di un prodotto nel periodo giusto, quando è abbondante e magari il mercato non aveva la possibilità di assorbire tutta l’offerta, per poi usarlo tutto l’anno. Ho scelto la conserva di riccio di mare perché è un prodotto molto diffuso in Spagna e a loro assai caro».
Il piatto realizzato al congresso andaluso
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it Instagram: carlopassera
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