Un giovane chef che arriva la mattina sul luogo di lavoro, parcheggia il suo furgoncino davanti al posto di lavoro e insieme alla sua splendida bambina bionda scarica le ciocche di legno che serviranno per portare avanti la giornata. Un’immagine che già di per sé farebbe innamorare del luogo anche un cuore irrigidito, figuriamoci chi ha la sensibilità per immedesimarsi nella situazione. Questa è una scena di ordinaria quotidianità all’Auberge de Clochemerle, una realtà dove tutto è diverso e tutto ha una magia superiore. A Vaux-en-Beaujolais c’è un’atmosfera che conquista al primo sguardo, soprattutto nella frazione dalla Clochemerle, arrampicata sulla collina, poche case, una chiesa, una cantina e questa struttura che merita una visita anche solo per un pasto (meglio soggiornarci), in una posizione spettacolare con vista sui vigneti ma anche strategica per un corroborante tour del Beaujolais.
Chef giovane, dunque. Ma che chef. Esplosivo nelle sue idee. Geniale nella sua timidezza e nella sua umiltà. Romain Barthe si è formato lavorando nel leggendario Maison Troisgros, tre stelle Michelin di Roanne. Nel 2007 ha preso in mano l’Auberge de la Clochemerle insieme alla moglie Delphine, sommelier di altissimo rango e nipote di vignaioli. Nel 2011 Barthe è stato premiato con il riconoscimento “Chef Espoir” riservato ai giovani chef emergenti. Nel 2012 è arrivata la Stella Michelin che da allora fa mostra di sé con merito e orgoglio all’ingresso della struttura. Il concetto su cui si basa la sua filosofia è molto semplice: andare alla ricerca di tutte le incredibili eccellenze che vengono prodotto nella regione del Beaujolais e valorizzarle attraverso l’ispirazione che tutte le esperienze passate gli suggeriscono. Cucina di territorio griffata secondo concetti internazionali. Il tutto con un lavoro da vero artigiano che scompone le materie prime centimetro per centimetro alla ricerca di una perfezione pressoché assoluta.

Tartare di pesce con bastoncini di mela verde

Mousse di formaggio blu con lenticchie e pistacchi
La regola ferrea secondo cui quello che arriva in tavola deve essere freschissimo e incontestabile si riflette molto sul menù. L’
Auberge propone 3 menù degustazione e non ha una vera e propria carta. Le portate cambiano ogni giorno in base a quello che arriva dai fornitori d’eccellenza della zona. In pura teoria, il menù
Caprice comprende due piatti più il dessert, il menù
Plaisir tre piatti più formaggi e dessert, il menù
Evasion è la scoperta dell’universo dello chef. Tutto questo in teoria appunto, perché
Barthe poi sconvolge (positivamente) la vita del suo ospite con una serie di sorprese. Vari finger food per iniziare prima ancora di scegliere il percorso, dei pre-antipasti che meriterebbero una standing ovation come la piccola tartare di pesce con tre bastoncini di mela Granny Smith.
Se le portate vere e proprie potrebbero concorrere all’Oscar come protagoniste, le cortesie di
Romain andrebbero insignite di un alloro altrettanto importante. Ma tanto per far capire cosa succede alla tavola dell’Auberge, a un certo punto compare l’antipasto, che nella fattispecie è un foie gras benedetto dagli dei glassato da una gelatina di frutti rossi che non si può dimenticare. Con un altro paio di chicche tra un piatto principale e l’altro, si arriva a un Filetto di manzo cotto come meglio non si potrebbe, accompagnato da un finocchio brasato e da un purè di erbe del Beaujolais che ha un sapore irrepetibilmente originale. Nel momento del formaggio si può scegliere tra un carrello che non ha lacune di alcun tipo e un’ulteriore suggestione dello chef, che in questo caso propone una crema di formaggio blu fresco con lenticchie, pistacchi e arancia. Da delirio. Poi un pre-dolce, un dolce al cioccolato che porta dritti all’empireo e una piccola pasticceria post-dessert fatta di biscottini sablè e mousse varie. La cantina ovviamente è curatissima e straricca di etichette sia locali sia provenienti da altre regioni della Francia, personalmente curata dalla signora
Delphine, con l’aggiunta di una pagina internazionale per le esigenze più insolite.
L’aspetto che fa un po’ sorridere è che ci troviamo in un ristorante d’albergo e paradossalmente una cena di
Romain Barthe può essere inserita in un trattamento di mezza pensione. In quanto all’alloggio, altissimo livello anche in questo caso. La struttura (albergo a 3 stelle) è datata ma completamente ristrutturata, ha 10 camere splendide, senza numero, ognuna battezzata con il nome di un fiore, alta cura dei particolari, gentilezza non artificiale e posto idilliaco, con scorci che non si possono dimenticare. E la mattina, quando si carica l’auto per tornare a casa, salutando lo chef che scarica il suo furgoncino accompagnato dalla sua bambina bionda, la voglia di mettere in moto svanisce in uno schiocco di dita.
Auberge de Clochemerle
rue Gabriel Chevalier
Vaux-en-Beaujolais, Francia
+33 4 74 032016
contact@aubergedeclochemerle.fr
Aperto a pranzo e cena dal giovedì al lunedì.
Menù degustazione: 48, 76 e 96 euro. Coi vini, altri 36, 45 e 63 euro