Nella sua ventiduesima edizione, il calendario Lavazza ha deciso di ritrarre per la prima volta, non splendide fanciulle ma grandi chef. Un segno dei tempi per un oggetto cult, in passato firmato da maestri dello scatto come Helmut Newton e Annie Leibovitz e quest’anno filtrato dall'occhio del tedesco Martin Schoeller (allievo della stessa Leibovitz) in parnership creativa con l’agenzia Armando Testa.
Gli scatti del calendario sono stati svelati ieri a Milano, alla presenza, tra gli altri, di
Carlo Petrini, fondatore di
Slow Food e dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, scuola che riceverà da
Lavazza il contributo per sostenere le nuove generazioni di chef con le borse di studio "Young Inspiring Chefs". I protagonisti degli scatti del calendario circolano già con insistenza su internet. Sono
Ferran Adrià,
Albert Adrià,
Massimo Bottura,
Michel Bras,
Antonino Cannavacciuolo,
Carlo Cracco e
Davide Oldani, ovvero, si legge nelle presentazioni ufficiali «cuochi e innovatori che da anni si lasciano conquistare dal caffè
Lavazza e che lo reinterpretano attraverso le loro creazioni». Non una sorpresa per noi di
Identità, ma una notizia di certo rilevante ed effetto per il grande pubblico.
È così che
Ferran, il più grande cuoco degli ultimi 30 anni apre il Calendario immerso in una grande bolla d’ispirazione (il tema complessivo del lavoro è proprio "Inspiring chefs"). Che
Massimo Bottura, maestro anche dell’arte della parola, è ritratto all’interno della Biblioteca Ambrosiana nelle vesti di alchimista mago, tra volumi e ampolle.
Carlo Cracco è invece un falconiere d’aia, con tanto di gallina appollaiata sul braccio e stringe un uovo perfetto, la sua vera grande icona gastronomica.
Davide Oldani è immortalato in una risaia della sua infanzia, a parlare di chilometri zero e chicchi di riso.
Cannavacciuolo, in passato già autore di una divertente campagna schiena contro schiena con lo stesso
Adrià, è invece novello Ulisse oltre le colonne d’Ercole, con una sirena che si ritrova all’improvviso circondata tra griglie e orate.
Il francese
Michel Bras è come uno se lo potrebbe immaginare: circondato dal verde. In più, è circondato da sciami di farfalle, con fare contemplativo. La carrellata si chiude con
Albert Adrià, in uno scatto in cui dà l’idea di sentirsi a suo agio tra le varie cucine del mondo, mentre il fratello si beve, in bilico, la sua tazzina di espresso. Il team creativo «li ha immaginati giocolieri, immersi in bolle di pensiero, filosofi della natura, alla ricerca dellʼessenza della vita, alla riscoperta delle origini, siano queste le tele bianche di un chicco di riso, i volumi che raccontano il nostro passato, o il mare da cui tutto nasce”, ha commentato
Francesca Lavazza, direttore Corporate image di Lavazza.