23-06-2023

Women: presentata a Modica la piattaforma digitale aperta a tutte le donne cuoche

Parte in Sicilia, dall'idea di un gruppo di chef donne, un progetto che ha l’obiettivo di creare una rete di connessione e condivisione nel mondo della cucina al femminile

Le protagoniste dell'iniziativa

Le protagoniste dell'iniziativa

Un gruppo di donne chef scuote la Sicilia: è stata presentata la scorsa settimana a Modica, perla barocca nel cuore del Val di Noto, Women Manifesto dinamico delle chef, una piattaforma digitale aperta a tutte le donne cuoche, strumento di confronto, scambio di opinioni e racconti di cucine.

Si tratta di un progetto senza scopo di lucro, nato in Sicilia, che ha come obiettivo quello di creare una rete di connessione e condivisione nel mondo della cucina al femminile attraverso un portale dedicato al mondo dell’enogastronomia. Promotore del progetto lo chef Peppe Barone, figura storica della cucina siciliana, che negli ultimi anni ha ceduto la toque del suo ristorante Fattoria delle Torri alla figlia Francesca, giovane cuoca dalla idee chiare.

Francesca Barone con il padre Peppe

Francesca Barone con il padre Peppe

Proprio Francesca Barone spiega così il senso dell’iniziativa: «L’idea di formare questo gruppo è venuta a mio padre probabilmente perché la sua idea di cucina è da sempre legata a figure femminili, prima la madre e ora io, che ho ereditato il suo posto ai fornelli. L’intento di Women è quello di creare un gruppo di chef donne che faccia da apripista ad altre cuoche che vogliano far parte di una squadra». E prosegue: «Non vogliamo affermare che la cucina sia donna, ma l’intenzione è quella di avere una spazio dove confrontarci e poter dare un senso di comunità alle ragazze che stanno iniziando il difficile percorso professionale all’interno della cucina di un ristorante».

La piattaforma web, accessibile a tutti, sarà un luogo virtuale, una tavola rotonda 3.0, in cui ciascuna chef potrà apportare il proprio contributo ed esprimere liberamente il proprio pensiero di cucina: «L’abbiamo chiamato “manifesto” perché alla base di tutto c’è la nostra idea di cucina e in poche righe abbiamo definito cosa rappresenti per noi l’atto di cucinare. “Dinamico” perché il punto non sarà messo sull’ultimo pensiero di una cuoca, ma sarà aperto sempre a nuove idee delle chef che si uniranno al nostro gruppo».

Bianca Celano, chef di Materia | Spazio Cucina di Catania, motiva così la sua scelta di aderire al movimento: «Come Isa Mazzocchi e Cristina Bowerman, sono attiva da diversi anni in difesa della donna nelle cucine di ristoranti. Non è un discorso legato al femminismo, ma si tratta semplicemente di chiarire che la donna in cucina non va considerata “sesso debole”, ma una professionista che può e deve avere le stesse possibilità di un uomo». E ricorda: «Fin da quando ho iniziato il mio percorso da chef ho notato spesso diffidenza nei confronti delle donne nelle cucine dei ristoranti. Un muro che ostacola la carriera di chef alle donne privilegiando lavoro ed eventuale ascesa degli uomini».

Oltre a Francesca Barone e Bianca Celano, alla presentazione del progetto hanno partecipato Gaia Campisi, della brigata di Antica Filanda di Capri Leone (Me), Tiziana Francoforte, chef di Aja Mola a Palermo, Serena Urzì, chef glacier e titolare della gelateria Ernesto di Catania, e l’abruzzese Lucia Tellone, che a breve lancerà il suo nuovo progetto.

La necessità di creare un movimento di sole donne cuoche è stato ribadito da tutte le presenti: esiste ancora una sorta di patriarcato, misoginia, maschilismo, che dir si voglia, nelle cucine dei ristoranti. Occorre, allora, organizzarsi, fare rete, creare un gruppo che possa essere anche di supporto alle giovani donne che sognano di far parte di brigate importanti, di esprimersi gastronomicamente nel miglior modo possibile, di indossare la toque da chef. Non è solo una questione di giustizia, ma il disegno per una società più equa.

A proposito di società, allargando lo spettro del discorso, appare utile riportare una dichiarazione di Rossella Ghigi, sociologa, responsabile del Centro di studi sul genere e l’educazione dell’Università di Bologna, che chiarisce: «Proprio il divario che si crea tra i desideri e la vita di tutti i giorni accresce il malessere sociale». E spiega: «C’è un gap sempre più grande tra ideale e reale. Che costa alle persone anche in termini di benessere psicologico. Ad esempio: la disparità di genere nella formazione ormai è più che colmata, il tasso di donne laureate ha superato quello degli uomini, tuttavia ci sono più uomini occupati, in ruoli apicali e con stipendi più alti. Le donne, invece, sono di solito demansionate oppure partecipano con intermittenza al mercato del lavoro. Le conseguenze sono sia economiche, perchè lo Stato ha speso per formare donne che poi non lavorano o non lavorano come potrebbero, sia in termini di mancata soddisfazione di chi ha studiato, ma resta fuori dal settore dell’occupazione. Il modello sociale non è al passo con i desideri delle persone che lo vivono».

Rita Levi Montalcini una volta disse: «Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza». Che parta dalle cucine di Trinacria la vera rivoluzione delle pari opportunità.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Davide Visiello

classe 1974, sommelier, assaggiatore di caffè e verace uomo del Sud, è alla costante ricerca di sole e cieli azzurri. Nato a Vico Equense e cresciuto a Castellammare di Stabia, ama la cucina quando è innovativa e ha solide basi. Epicureo di cuore e palato, vive e scrive a Palermo, ma mangia e beve ovunque. Collabora con Identità Golose dal 2016

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