14-12-2021
La versione personale del Mont Blanc di Chiara Cianciaruso - Foto: Alessandra Farinelli
Se cercate una sfogliatella, andate altrove. Da Mon Sciù infatti, della classica pasticceria partenopea c’è ben poco nonostante in cucina ci sia una napoletana verace. Chiara Cianciaruso in città ci è nata e cresciuta ma, una volta arrivata ai vent’anni, fu presa dalla voglia di esplorare il mondo. Si imbarcò su lussuosi yatch e girò i mari e gli oceani, lavorando come chef di bordo. E tra una stagione e l’altra, ha vissuto a Parigi, a Bruges, a Londra, imparando l’arte della pasticceria, diventando master chocolatier e accumulando un pacco di esperienze.
L'interno accogliente della pasticceria Mon Sciù a Napoli
Ma il richiamo delle origini c’era sempre, molto presente. Forte. Così forte che un paio di anni fa è tornata nella città natia, ha trovato un piccolo locale a pochi metri dal meraviglioso Duomo di Napoli e ha cominciato a mettere su il suo progetto per una piccola e originale pasticceria. E in molti le dicevamo: «Ma sei sicura?».
Rimboccandosi le maniche, ha fatto tutto da sola. Dall’insegna, ispirata a quelle parigine di altri tempi, all’interno fino al branding, è tutto frutto del suo lavoro. Sudato, eccome. E così Mon Sciù - che nel nome richiama la città che per lei è stata formativa ma anche quella Natale - aprì a gennaio 2020. Notate la data. Gennaio 2020. Neanche due mesi, e il lockdown - che ora conosciamo tutti ma che allora non sapevamo neanche che cosa significasse - chiuse tutta l’Italia comprese le piccole imprese come quella di Chiara.
Tarte au citron - Foto: Alessandra Farinelli
Con ancora più fatica, Chiara si mise in modo per fare il delivery - e cosi Pasqua, con qualche apertura al classico (la pastiera, come si fa senza), con un passa parola che è passato dai social così come da un quartiere all’altro, a poco alla volta si è costruita un nutrito seguito di fan che le ha permesso, comunque con notevoli sacrifici e difficoltà, di rimanere a galla e poter riaprire appena le cose si sono un po’ stabilizzate.
Chiara sorride - il locale non è molto grande, ma è luminoso e accogliente, quasi a Piazza. Quattro Giornate, alla fine di via Duomo; l’insegna gialla è una ventata di allegria. Dentro, piccoli oggetti d’arte che spesso richiamano al luogo da lei scelto per aprire. Un incrocio di una Napoli un tempo quasi temuta (Forcella è a due passi) e una Napoli che sta rinascendo, la Napoli un po’ turistica ma che finalmente compare negli itinerari di viaggio. Mon Sciù è circondata da pizzerie, bar e atelier di abiti da sposa, ma anche i musei e chiese storiche che sono così numerosi in questa zona.
Chiara Cianciaruso, un po' pastry chef, un po' Dea Kali - Foto: Alessandra Farinelli
Sono deliziosi - la craquelature perfetta, è impossibile resistere. Poi ci sono i dolci al cucchiaio elegantissimi, con una glassa a specchio così perfetta che quasi non li vuoi assaggiare per non rovinarli. Infine, tanta cioccolata, che Chiara prepara a mano, forte delle esperienze e degli anni passati in Francia e Belgio. Per Pasqua, le sue splendide uova hanno fatto davvero parlare tanto.
E, oltre le tavolette di cioccolato monorigine c’è l’ex voto di San Gennaro, un altro fortissimo omaggio al luogo in cui Mon Sciù si trova: Chiara lo vende in una scatola come se fosse un gioiello, unico davvero (c’è voluto un mese prima che ci decidessimo finalmente a toglierlo dall’involucro e assaggiarlo).
Pasticceria Mon Sciù
Piazza Museo Filangieri 263, Napoli
Tel. 371 436 2014
Chiuso il lunedì
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
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