09-06-2020
Filippo Poletti, giornalista e comunicatore d'impresa, nel suo nuovo libro Tempo di IoP (che sta per: "intranet of people") esorta a ripartire dalle storie umane e professionali, ossia dal "Fattore umano" tema del congresso di Identità Golose 2019, per rilanciare anche l'agroalimentare, la ristorazione e il mondo del vino italiani. E parte infatti da due realtà del settore: Terre di Barolo e Agribologna
Se Google volesse mostrare le mappe dettagliate di tutte le identità golose d’Italia, si perderebbe nei nomi delle vie, delle vigne e dei tanti punti di ristoro con le loro storie straordinarie, presenti su tutto il territorio nazionale. Pensiamo al mondo del vino, ad esempio, con le sue denominazioni: la vista dall’altro dovrebbe comprendere, citiamo per difetto, i racconti dei piemontesi Barolo, Barbera e Dolcetto, del Cortese d’Alessandria, della Verdea della collina del Milanese di San Colombano, dell’Imberghem della provincia di Bergamo, del Teroldego della piana rotaliana, del Tai veneto, dell’Elba Aleatico, del Nero di Troia della Puglia o del Nerello Mascalese delle pendici dell’Etna. E via dicendo, appunto.
DIETRO A OGNI VITIGNO E RISTORANTE C’È IL FATTORE PEOPLE - Dietro a uva e ogni ristorante c’è una storia umana e professionale, il "Fattore umano" per richiamare il tema del congresso di Identità Golose svoltosi nel 2019 a Milano. È questa la forza delle nostre ghiottonerie su cui, mai come oggi ai tempi della fine del lockdown, dobbiamo puntare. Ne parlo nel libro Tempo di IoP: Intranet of People, disponibile sia come ebook su Amazon che in formato cartaceo nelle librerie. È una sorta di “atlante” della comunicazione d’impresa, scritto per condividere gli strumenti da adottare per parlarsi “in famiglia” e raccontarsi all’esterno.
La copertina del libro
TUTTI I SENSI PER LE IDENTITÀ GOLOSE - Per questa ragione è quanto mia opportuno parlare di “tempo di IoP”, inteso come il flusso degli eventi in rapporto alle persone. L’abbiamo letto tante volte su Identità Golose: la storia delle golosità è fatta di cinque sensi, dalla vita all’udito, dalla bocca all’olfatto, al tatto. È ciò che dobbiamo condividere anzitutto all’interno del nostro gruppo di lavoro, piccolo o grande che sia. Per questa ragione Tempo di IoP: Intranet of People inizia dall’analisi di due racconti, sviluppati in Piemonte e in Emilia. Gli esempi portati sono quelli di Terre di Barolo e Agribologna che hanno presentato online, facendo squadra, i volti dei produttori soci, dando vita a uno storytelling basato sulle persone.
Esempio di Intranet of People sul sito di Terre di Barolo
Intranet of People sul sito di Agribologna
WEB E TELEGRAM PER COMUNICARE MEGLIO - Cerchiamo di tirare le somme. Ripartiamo in questo momento storico valorizzando chi siamo, da dove veniamo e cosa facciamo, condividendolo anzitutto “in famiglia”. Facciamo comunicazione interna con gli strumenti messi a disposizione dalla moderna tecnologia come la intranet o rete digitale oppure, ancora, un canale riservato su Telegram. Quest’ultimo è il presente e il futuro della “intranet aziendale”: permette di condividere contenuti audio, video, gif, emoji e, soprattutto, documenti riservati, dalle schede dei nostri vini alla preparazione di un piatto. Una volta fatta squadra, raccontiamoci all’esterno. I clienti, noi cercatori di “golositade”, hanno voglia di essere coinvolti nei racconti del fare bene delle cantine e dei ristoranti. È tempo di IoP, tempo delle persone. Non è questa la parola chiave del 2020 anche per tutte le identità golose d’Italia?
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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giornalista professionista milanese, classe 1970, ha scritto per oltre 20 testate giornalistiche come il Corriere della Sera, il Giorno, Libero e L’Eco di Bergamo. Già consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, è oggi uno degli influencer su LinkedIn, il social media dedicato ai professionisti. Lavora nell’ambito della comunicazione d'azienda
Il termine nouvelle panification sta ad indicare la "lievito-mania" scatenatasi a partire dal primo lockdown per la produzione casalinga di pane, pizza e dolci