Ha aperto a Milano da pochi giorni un locale gioiello, già maturo per conquistare i favori del pubblico milanese dopo un’apertura soft. Si chiama 142, un numero che sovrasta 5 vetrine in corso Colombo, la via che conduce dal centro storico alla stazione di Porta Genova, in pratica l’arteria che separa i Navigli dal distretto Savona-Tortona.
Dentro ad accogliere c’è un sorriso raggiante. Appartiene a Sandra Ciciriello, nome noto della sala milanese per gli anni spesi da Alice (ribattezzato da poco Viva), al fianco di Viviana Varese, un rapporto interrotto 10 mesi fa. Nel novembre dell’anno scorso accennammo allo sguardo lungo su Milano della maître/sommelier di origini pugliesi, e ora dalla bozza si è passati ai fatti.
Per intendere il significato di 142, occorre leggerlo all’inglese: one-fo(u)r-two, “uno per due”. Già nel nome c’è l’invito alla condivisione del cibo e degli affetti, una sequenza, è scritto bene nella headline del menu, che può anche tradursi così: «1 spazio unico dove poter vivere i 4 momenti della giornata con l’accoglienza di 2 anime, cioè la sala e la cucina». Quattro momenti della giornata? È lì il nocciolo della questione. Al 142 si può entrare infatti per fare colazione, pranzare, fare l’aperitivo o sedersi a cenare. Procediamo con ordine.

Indirizzo, corso Colombo 6

Particolare della sala da pranzo/cena principale (foto Brambilla/Serrani)
COLAZIONE. Nel cortile interno del ristorante, è stato realizzato un grande laboratorio separato di pasticceria. È il regno del ternano
Alessandro Montanari, 28 anni, pasticciere già a lungo al lavoro al fianco di
Luca Montersino, da
Eataly Roma e
Alice. È uno dei 3 talenti under 30 che si muovono sotto l’ala di
Ciciriello. Lo scalda una benedetta fissazione per i croissant alla francese, filologicamente perfetti nelle loro alveolature spiralate: vuoti, farciti o integrali al miele, accompagnano al banco girelle/saccottini o danesi e un altro lato di dolci monoporzioni come Mezza sfera al cioccolato, vaniglia e amarena o Crostatine alla crema cotta. Il caffè è una miscela Arabica 100%, fatta fare su misura da Sandra da
Marco Colafranceschi di
Coffee Hat, arriveranno presto le spremute di mandarino e yogurt e muesli sono come dovrebbero essere.
PRANZO. Lo stesso Montanari si occupa naturalmente anche dei dessert del pranzo, il secondo momento nella quadrupla scansione di 142. Per esempio Fico con Aceto Balsamico di Modena e spuma di crema al limone o Ricotta caffè e nocciola, ma non contateci troppo perché il turnover dolce ha una cadenza settimanale. Con le due lancette sovrapposte in alto, entrano soprattutto in scena gli altri due cuochi-soci, compagni anche nella vita:
Nello Barbieri, 30 anni, chef ischitano, sous chef di
Alice fino a 3 anni fa e
Chiara Orrù, sarda, regina della pasta fresca, di 4 anni più piccola. Reduci da un anno in un’insegna di cucina italiana a Melbourne, è da qualche mese che smaniano per aprire 142, la loro prima avventura importante da protagonisti. Dalle riunioni carbonare notturne di questi mesi è nata una linea gioiosa, un compromesso riuscito tra una cucina di prodotto ineccepibile (
Ciciriello è nota per non aver mai lesinato in materia) e una tecnica nascosta da un’apparente giocosità ma ben presente nei suoi richiami al patrimonio degli ultimi 20 anni di cucina, non solo alta. Il sorriso si accende per la formula scelta: ogni piatto è sistemato al tavolo al centro e i commensali decidono in allegria come spartirsi il bottino. La formula del pranzo prevede 28 euro per 3 piatti, acqua spillata e caffè (
per i dettagli dei piatti, vedere la gallery in fondo).

Montanari e Ciciriello nel laboratorio di pasticceria del cortile interno

Bancone in modalità colazione, coi croissant in evidenza

Bancone oscurato, modalità aperitivo
APERITIVO. Il terzo momento della giornata ha inizio alle ore 18: con un effetto luminoso, il corner delle colazioni a sinistra cela d’improvviso i suoi croissant, la musica sale di volume e al bancone s’arrampica la giovane barlady
Elisabetta Ciceri, che shakera
stirra o
shakera cocktail italiani (Martini, Martinez, Terroir Negroni) o esotici (Singapore Supermaket, trip d’Arabia, Sicilian Mai Tai) con uno stile molto personale. Per il lato cibo, si può decidere se chiedere piccoli assaggi (sfera di barbabietole o cracker con lardo e miele) o la carta della cena, in anticipo sui tempi canonici.
CENA. La trasversalità di 142 è completa con la cena. Due i degustazione: il
menu piccolo è un percorso di 7 passaggi (a 42 euro); il menu grande prevede addirittura 9 passaggi, a sole 65 euro. Ognuno dei piatti, può essere ordinato anche singolarmente (o per due, che è lo stesso). Più che il match serissimo e originale degli ingredienti, colpisce sempre il desiderio di sdrammatizzare nell’idea che precede il servizio: il quadro di
Lucio Fontana, con le fessure sono alici del Cantabrico appiccicate sulla tela; il Crudo-fa-da-te da comporsi da soli in una bowl con tanto di foglio illustrativo, il taco che non va riempito perché è lui ad agguantare quel polpo magnifico su crema di patate accanto. E poi, i coup de théâtre dei dessert: una Macedonia “frizzante” perché caricata al sifone con la soda, dei Pop corn caramellati con bon bon sopra e una Caprese dolce-non-dolce che è un intreccio di consistenze che non son quelle che t’ìaspetti.
Siccome le persone belle si attraggono, il pane servito a lato per tutto il pasto arriva dal vicino
Micropanificio Le Polveri di
Aurora Zancanaro. E «Il pesce è solo quello che dico io», minaccia
Sandra, una che potrebbe disegnare la mappa delle ragnatele del mercato ittico milanese, setacciato quasi ogni singolo giorno negli ultimi 30 anni. La cantina, altra nota mania della nostra, è agli inizi e non lascia concessioni alle mode dei naturali a tutti i costi, «ma punta sul vino buono, quello che piace a me», distribuito anche con generose opzioni al calice. Il progetto architettonico – arioso, caldo, con più sale pro-privacy – è firmato da
Giorgia Longoni, mentre le cucine sono il cesello su misura di
Fabio Ferrandino di
Marrone. E i coperti? Sono un massimo di 45, seduti belli larghi «perché la qualità sta lontana dagli assiepamenti», chiariscono. Se le premesse sono queste, arginare i clienti potrebbe diventare presto una necessità.

Il croissant di 142 (foto Brambilla/Serrani)

Ostriche, centrifugato di kiwi e sedano, kiwi bruciato (foto Brambilla/Serrani)

Crudo fai-da-te/1: arrivano gli ingredienti da comporre

Crudo fai-da-te/2. Risultato: dadolata di pesce crudo (una ricciola galattica, in questo caso) con salsa al ccco e verdurine

Giro d'Italia: Tartare di fassona di Cazzamali, salsa tonnata (all'altezza del Piemonte), maionese di midollo e zafferano (Sardegna), crema di caciocavallo (Campania)

Culurgiones con pesto di menta, spuma di pecorino e noci. Le radici della Orrù chiamano

Tortelli ripieno di coniglio, salsa di grana, polvere di pomodoro e piperna. Perfetti (foto Brambilla/Serrani)

Tortilla per agguntare del polpo arrosto al té nero affumicato, maionese di acqua di polpo e crema di patate

Pecorino in camicia: pecorino semistagionato con mostarda di anguria bianca e senape all'antica (foto Brambilla/Serrani)

Il primo di 3 dessert: Caprese - quella che non ti aspetti: variazioni di pomodoro, granita e sfere di mozzarella di bufala, finta mollica di pane

Pop corn con due bon bon di crema di mais, gianduia, mou e pop corn caramellato

UNDER 30 POWER. Montanari, Barbieri, Orrù
142 restaurant
corso Colombo 6, Milano
+390247758490
Piatti 9/18 euro
Menu degustazione: pranzo 28 euro, menu piccolo 42 euro, menu grande 65 euro
Chiuso: domenica