E’ bello il borgo di Portofino. Ed è bello il Monte, tra Camogli e San Fruttuoso, con la sua millenaria abbazia perduta nel blu di quel mare, e Paraggi e Santa Margherita a Levante. Qui è tutto ancora “levante“ e “ponente”, come il sole, come la Costa, come dicono ancora i liguri e i marinai.
E il Golfo del Tigullio, come quello del Paradiso, di Camogli, è pieno di tradizioni marinare...e pieno di pesce. Non solo: anche di cetacei, balene e delfini, che si incontrano spesso fuori dalla costa.
Pochi sanno che questo succede comunque da sempre: “Portofino”, infatti, non e’ un “piccolo, stretto porto”, come può suggerire il nome...i romani già lo chiamavano “Portus Delphinii”, da cui la crasi in Portofino.
In questo paradiso nascono due locali, due straordinari ristoranti che sono ormai entrati (soprattutto il primo) nei racconti e nei ricordi dell’elite di mezzo mondo. Il primo è
Puny. Da sempre IL ristorante della Piazzetta di Portofino.
Da sempre il punto di incontro, la sera, di imprenditori, politci, sceicchi e regnanti, che tutti uguali - in bermuda (superfirmati, però) o in pantaloni bianchi e camicia di lino, e signore in lungo e sandali griffati - “scendono” in Piazzetta, dai loro giganteschi yachts o dalle loro lussuose ville arroccate sul Monte, e si deliziano con spaghetti ai moscardini, pesce al sale o alla ligure, meravigliosa creme caramel (alta una spanna!) e fritto dolce.
E
Puny (all’anagrafe
Luigi Miroli) per settant’anni della sua vita, dai suoi quattordici anni in poi, li ha serviti, coccolati, vezzeggiati e fatti sentire tutti “il miglior cliente che ho”. Grande scuola. Grande uomo.
E al suo fianco, sempre, la moglie Wanda, nascosta, riservata, attenta, carattere opposto dell’esuberante e onnipresente marito. Puny non c’è più. Ma la tradizione continua con suo figlio Andrea. Quello che non continua, e non può continuare, è il suo sorriso, le immancabili barzellette (pensate che riusciva perfino a essere lui a raccontarle a Silvio Berlusconi, cliente assiduo in tempi più felici). Un grande.
Da lui hanno mangiato, tra gli altri,
Rex Harrison, i
Borromeo, il Re di Norvegia,
David Niven,
Charles Aznavour,
Gigi Rizzi, i
Nasi, gli
Agnelli, i
Camerana,
Pirelli,
Ava Gardner,
Frank Sinatra,
Madonna,
Paul Allen,
Bill Gates,
Abramovich,
Renzo Piano,
Armani,
Valentino,
Beyoncè. Vi basta?
Ma vicino a Portofino, a soli due o tre chilometri, a Paraggi, una moderna tradizione ha aperto da pochi anni i battenti: la Langosteria. Grande, bellissima location sulla spiaggia, menu in format con le Langosterie milanesi, pubblico diverso e da subito affezionato.
Immediato successo per
Enrico Buonocore, fondatore, manager e deus ex machina del brand, che dopo il successo dei tre locali a Milano sta iniziando a espandersi in altri siti, sempre laddove la sua clientela trendy/posh lo possa seguire.
E oggi, con l’acquisto del 40% del gruppo da parte di Remo Ruffini, facoltoso imprenditore di successo del mondo della moda, Buonocore guarda all’estero e a nuove mete professionali. Ma, intanto, a Paraggi costruisce una meravigliosa locanda sull’acqua, di grande fascino e stupendamente romantica.
Un luogo dove gustare le stesse, identiche ricette e lo stesso menu delle
Langosterie milanesi. Ceviche, linguine agli scampi, pappa al pomodoro con le vongole, e molto altro. Menu e ricette curate da
Buonocore in persona, che sovraintende anche alla cucina pur senza essere operativo ai fornelli.
Ma è la sua esperienza quale ristoratore e PR che lo accomuna a
Puny, il suo stare con le persone, salutare tavolo per tavolo, coordinare la serata.
Due locali diversissimi. Due stili opposti. Due pubblici non confrontabili. In un unico mare: quello di Portofino, golfo del Tigullio, riviera di Levante, Liguria, Italia.