Andrea Graziano
Zafferano, oro e riso
Zanattamente buono Amelia di Paulo Airaudo, un ristorante programmato per far godere (e tenere i conti in ordine)
L'ambientazione bucolica de Le Cementine il ristorante della piattaforma H-Farm, nella campagna di Ca' Tron, fra Quarto d'Altino e Roncade (foto Le Clementine/facebook)
Immerso nella natura, mimetizzato nel verde, Le Cementine è il ristorante aperto al pubblico (dal mercoledì alla domenica sera, a pranzo solo la domenica, per ora), di H-Farm, piattaforma digitale che aiuta i giovani a lanciare iniziative innovative e supporta le aziende verso la trasformazione, piccolo paradiso nascosto nella campagna di Ca' Tron, fra Quarto d'Altino e Roncade, fra Venezia e Treviso. Luogo metropolitano ed esotico al tempo stesso, ma comunque affascinante, sia di giorno - quando la sua forza è la luce che entra attraverso le grandi vetrate e la vista accarezza il prato, le viti, gli orti - sia la sera quando, con il buio, il sapiente gioco di luci costruito dall'architetto Mariano Zanon, crea un'atmosfera unica. Non solo da dentro ma anche da fuori: l'improvviso apparire della struttura tutta vetri e acciaio che svela già da lontano il ristorante, il bancone bar e la cucina, regala un immediato colpo di fulmine. Per quelli che al ristorante ci vanno prima di tutto per stare bene, al di là del cibo, sarebbe già il posto perfetto, a prescindere da cosa troveranno nel piatto. Senonché, in questo spazio ad un tempo tecnologico e bucolico, un po' osteria moderna e un po' bistrot, dove tutto è aperto e a vista, luminoso e soffuso, Alberto Toè, 30 anni, da San Pietro di Feletto (Treviso), regala anche qualche bella e promettente emozione, alla vista e al palato, e interessanti prospettive per il futuro. Lui che, partito da Treviso - dove una decina di anni fa mosse i primi passi al Med -, ha poi percorso strade che lo hanno portato da Andreas Caminada, chef e anima dello spettacolare Schloss Schauenstein, tre stelle Michelin in Svizzera, a Londra da Nuno Mendes, fino a Norbert Niederkofler, altro 3 stelle, in Alta Badia, nel St. Hubertus dell'hotel Rosa Alpina.
Alberto Toè (a sinistra) coi sui maestri Norbert Niederkofler e Andreas Caminada
Insalata dell'orto condita al Kombucha
Polpo, piselli, menta, porro
Risotto mantecato all'aglio orsino, lumache glassate, ossalide viola
Un'impresa moderna e appassionata, contemporanea ed estetica, ma non manierista: dall'aperitivo in poi, passando per il Fegato alla Veneziana (a modo loro, si capisce) e il Polpo piselli menta porro, lo Gnocco melanzane, basilico, pomodoro e il Risotto con lumache glassate e aglio orsino, il Cremoso alle pere e cioccolato, mascarpone e noci oppure l'Orto, un altro dessert che è una piccola opera d'arte, fra gelato alla menta, fragole, fiori d'acacia, biscotto. Piacere, bellezza, leggerezza.
Marquise di cioccolato e pera
Di notte
Di giorno
Giornalista, una vita dedicata allo sport da inviato, cura la pagina di enogastronomia e viaggi del Gazzettino di Venezia
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose