20-01-2019
Il Pranzo delle 7 di mattina del contadino. Un antipasto che secondo il suo creatore Gaetano Billeci, resident chef di Palazzo Branciforte, racconta in modo efficace la biodiversità della sua regione (foto Rossana Brancato)
Il modo più semplice per descriverla è ricchezza, quello più filosofico è diversità intesa come abbondanza. La biodiversità trova il suo regno nei territori di tutta Italia ma la Sicilia è la culla che custodisce e alleva il più alto numero di specie endemiche ed esclusive nella Penisola. E sebbene per molti si tratti ancora un concetto astratto, ci sono manifestazioni e chef, piatti e calici di vino che sono un crescente inno alla biodiversità e alla sua tutela.
Promuovere i vini naturali di Sicilia (d’Italia e anche qualcuno europeo), ad esempio, è stata una bella intuizione per Franco Virga e Stefania Milano che con Giovanni Gagliardi e Manuela Laiacona hanno dato vita a Not, la prima rassegna sui vini franchi che rispettano materia prima e territorio. “Do not modify, do not interfere”, recitava il pay off della manifestazione che si è svolta lo scorso weekend a Palermo, diventando quasi un mantra, condiviso e rilanciato da chef e ristoratori che hanno partecipato con pranzi, cene e aperitivi a tema.
Da sinistra Gaetano Billeci, Nicolas Joly, Bonetta Dell'Oglio, Marco Sferlazzo
Nei piatti presentati sono stati gli ingredienti a parlare, raccontando di territorio e pratiche antiche, diversità e ricchezza, semplicità della riscoperta di sapori. Come nel Pranzo delle 7 di mattina del contadino, un antipasto che Gaetano Billeci, resident chef di Palazzo Branciforte, ha ideato per l'occasione e già inserito nel menu del ristorante. Un piatto creato pensando a ciò che i contadini hanno a disposizione per il loro pasto.
Pane al latte come da bambini. Dedicato alle api, di Bonetta Dell’Oglio
Il tocco territoriale è dato dal formaggio, la Vastedda del Belice, uno dei quattro formaggi dop dell’Isola, che ha affiancato la nota affumicata dell’alaccia (quella salata di Lampedusa, ad esempio, è presidio Slow Food), la nota erbacea amara della cicoria, il crostino di pane nero e il cedro, che dà al piatto la spinta che lo completa.
È stato un inno al territorio e a ciò che di più buono produce anche il dessert servito da Bonetta Dell’Oglio, Pane al latte come da bambini. Dedicato alle api. Il latte è quello di vacca cinisara, una razza autoctona e il dolce nasce dalla volontà di usare tutti i prodotti delle api nere sicule (altro presidio Slow Food) nel modo più rispettoso possibile.
Palazzo Branciforte
I vini naturali di Francesco Guccione e Marco Sferlazzo di “Porta del vento” hanno completato la serata dando una dimostrazione, nel calice, di ciò che Guccione intende quando afferma che «l'agricoltore deve avere un approccio che possiamo definire artistico, cioè la capacita di “sentire” quello che è veramente necessario per la propria vigna».
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
giornalista appassionata del buon bere e del buon mangiare, ama andare in giro a scoprire posti nuovi, artigiani del gusto, materie prime che narrano la storia di un luogo, ristoranti che valgono il viaggio e vini da assaporare. E poi racconta tutto questo dalle pagine di un quotidiano, di un giornale online, di una rivista specializzata