20-09-2023

Solaika Marrocco, il lusso discreto della Puglia

La chef 28enne di Primo Restaurant (Lecce) protagonista lunedì di un menu coerente ai capi di Crida, la griffe di moda di Cristina Parodi e Daniela Palazzi

Solaika Marrocco (Primo Restaurant, Lecce) con S

Solaika Marrocco (Primo Restaurant, Lecce) con Sathurshan Pathmanathan, ragazzo della sua brigata, ieri sera a Identità Golose Milano

Serata speciale di dialogo tra haute couture e haute cuisine, lunedì sera scorsa a ​Identità Golose Milano, alla vigilia della Settimana della moda femminile. Protagoniste la nuova collezione Crida, firmata da Cristina Parodi e Daniela Palazzi e la cucina di Solaika Marrocco, cuoca gallipolina, classe 1995, e già da 8 anni al timone di Primo Restaurant a Lecce, una stella Michelin. 

Poco prima della cena, sfilavano tra un tavolo e l'altro le modelle con i capi di quite luxury di Crida, un lusso discreto, di alti contenuti e alla portata di tutti, proprio come i piatti del menu presentato da Marrocco. "La Puglia ci somiglia molto", spiegava Cristina Parodi. E Solaika ricordava timidamente le sue origini e il suo modo di concepire i piatti di Primo, un ristorante che fila a gonfie vele: le memorie da ragazzina e i sapori forti e precisi, riassunti nei 4 piatti del menu milanese.

Parmigiana di melanzane, besciamella al grano arso, velo di pomodoro
Forse il piatto più celebre di Solaika Marrocco: il velo di pomodoro nasconde una base di besciamella con farina di grano arso, salsa al basilico, e due sezioni di melanzana cotte come al cartoccio in forno con olio e ancora basilico (niente frittura) e salsa di pomodoro. Tanto sapore e, sotto i denti, un'importante consistenza carnale

Parmigiana di melanzane, besciamella al grano arso, velo di pomodoro
Forse il piatto più celebre di Solaika Marrocco: il velo di pomodoro nasconde una base di besciamella con farina di grano arso, salsa al basilico, e due sezioni di melanzana cotte come al cartoccio in forno con olio e ancora basilico (niente frittura) e salsa di pomodoro. Tanto sapore e, sotto i denti, un'importante consistenza carnale

Monaceddhi, zuppa di cipolle, alloro
«I monaceddhi sono lumachine di terra molto piccole che escono solo quando piove. Per il resto del tempo, e ‘fanno la panna’ e si chiudono in letargo. Non sono molto utilizzate nella nostra cucina, forse perché la loro lavorazione è laboriosa. Per me sono una sfida». Riuscita: Marrocco le cuoce in umido con la cipolla, alla maniera di una Genovese, con alloro cipolla e vino bianco. Sono lavorate come una zuppa e poi ridotte a crema

Monaceddhi, zuppa di cipolle, alloro
«I monaceddhi sono lumachine di terra molto piccole che escono solo quando piove. Per il resto del tempo, e ‘fanno la panna’ e si chiudono in letargo. Non sono molto utilizzate nella nostra cucina, forse perché la loro lavorazione è laboriosa. Per me sono una sfida». Riuscita: Marrocco le cuoce in umido con la cipolla, alla maniera di una Genovese, con alloro cipolla e vino bianco. Sono lavorate come una zuppa e poi ridotte a crema

Coniglio in due servizi
Il coniglio è un altro simbolo importante della regione di Solaika, questa volta la Puglia più alta, tra Foggia e Bari. E' servito in due declinazioni: a sinistra, una sella marinata posta sopra a uno scagliozzo di polenta fritta - un simbolo del cibo da strada salentino – insaporito ulteriormente con dell’olio alla salvia e una maonese di vincotto. La coscia a destra, invece, è cotta in bassa temperatura ed è servita come fosse uno stufato, come la faceva la madre di Solaika: lo completa una buonissima com binazione di jus di coniglio e salsa di peperone arrosto. Strepitoso

Coniglio in due servizi
Il coniglio è un altro simbolo importante della regione di Solaika, questa volta la Puglia più alta, tra Foggia e Bari. E' servito in due declinazioni: a sinistra, una sella marinata posta sopra a uno scagliozzo di polenta fritta - un simbolo del cibo da strada salentino – insaporito ulteriormente con dell’olio alla salvia e una maonese di vincotto. La coscia a destra, invece, è cotta in bassa temperatura ed è servita come fosse uno stufato, come la faceva la madre di Solaika: lo completa una buonissima com binazione di jus di coniglio e salsa di peperone arrosto. Strepitoso

Rosone, crema al limoncello e pralinato alla mandorla
Chiusura con un dolce “barocco”, l’aggettivo che più denota il capoluogo leccese. In uno stampo tipo ferratella abruzzese, è riprodotto invece il rosone della Basilica di Santa Croce, importante simbolo cittadino. Sotto la sfoglia croccante, lo completano una crema densa e golosa al limoncello e pralinato alla mandorla, ingredienti che variano creativamente le componenti classiche di un pasticciotto

Rosone, crema al limoncello e pralinato alla mandorla
Chiusura con un dolce “barocco”, l’aggettivo che più denota il capoluogo leccese. In uno stampo tipo ferratella abruzzese, è riprodotto invece il rosone della Basilica di Santa Croce, importante simbolo cittadino. Sotto la sfoglia croccante, lo completano una crema densa e golosa al limoncello e pralinato alla mandorla, ingredienti che variano creativamente le componenti classiche di un pasticciotto

Le brigate di Lecce e Milano insieme

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Racconti, storie e immagini dal primo Hub Internazionale della Gastronomia, in via Romagnosi 3 a Milano

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Identità Golose