09-07-2023

Lets IT art: dal quadro al piatto. A Identità Golose Milano torna il dialogo tra arte e cucina d'autore

L’Hub di via Romagnosi per la seconda volta sede della fusione tra arte e cucina, grazie all’innovativo progetto di Federica Rink. I protagonisti della serata: lo chef Davide Marzullo e l’artista Gianluca Lattuada

I due protagonisti della serata con l'executiv

I due protagonisti della serata con l'executive chef di Identità Golose Milano Edoardo Traverso e la brigata dell'Hub

Cibo e arte sono da sempre, in qualche modo, legati tra loro. Il cibo ha infatti avuto un ruolo notevole nell’arte, dai graffiti preistorici, o le raffigurazioni di banchetti sulle tombe etrusche per omaggiare i defunti attraverso i piaceri della quotidianità, alle rappresentazioni di natura morta in epoca romana con finalità sostanzialmente propiziatoria. Con il tempo, sebbene le credenze siano venute meno, il cibo ha continuato a mantenere una rilevanza non indifferente. Numerose sono infatti le opere che hanno lasciato il segno nella storia dell’arte e che hanno come protagonista proprio il cibo. Si pensi alle rappresentazioni dell’ultima cena come Il Cenacolo di Da Vinci, le “teste composte” di frutta e vegetali dell'Arcimboldo, Il mangiatore di fagioli di Carracci e I mangiatori di patate di Van Gogh, le Campbell’s soup cans di Andy Wharol… Per un gran numero di artisti la cucina era infatti grande fonte di ispirazione tanto da essere molto ricorrente nelle proprie opere.

In sostanza, l’arte ha sempre inneggiato al cibo e quest’ultimo, proprio grazie alla dedizione e ricerca della figura del cuoco, ha assunto lo status di forma d’arte. Se non altro, il cibo così come un’opera artistica si fonda sui principi di estetica, gusto e piacere e ha una missione: suscitare emozioni, proprio come l’arte.

Questa connessione tra ambiti così differenti ma al tempo stesso così vicini si è via via intensificata. Gli stessi istituti museali hanno investito nella ristorazione per ricreare un’esperienza a 360°. Si pensi dunque a Enrico Bartolini al Mudec, Andrea Aprea alla Fondazione Luigi Rovati, Giacomo Arengario al Museo del Novecento, Torre di Fondazione Prada e via discorrendo, o al celebre e recente progetto Gallerie D’Italia.

Insomma, negli ultimi tempi, si sta avvertendo spesso l'esigenza di far dialogare arte e cibo. E tale esigenza, potremmo dire oggi, trova la sua sublimazione con Lets IT art. L’originale progetto di Federica Rink nato, non solo dalla “pura e semplice” volontà di associare questi due mondi ma, soprattutto, da sincera passione. L’obiettivo è quello infatti di far dialogare le due realtà in maniera simbiotica e diretta, affinché possano reinventarsi e offrire nuove chiavi di lettura, oltre che esperienze uniche, in grado di suscitare emozione nei fruitori, o meglio, nei cosiddetti eat-arter.

L’hub di via Romagnosi 3 non poteva dunque non sposare questa iniziativa, tanto che lo scorso mercoledì 5 luglio è stato per la seconda volta sede di questo affairDal quadro al piatto”. Sì, perché questa volta è stata l’arte musa ispiratrice della cucina e non viceversa. È stato infatti chiesto a un giovane talento della cucina italiana contemporanea, Davide Marzullo di Trattoria Contemporanea di Lomazzo di proporre dei piatti che potessero ispirarsi ad alcune delle opere di un artista emergente, Gianluca Lattuada.

Da sinistra: Gianluca Lattuada, Federica Rink, Davide Marzullo

Da sinistra: Gianluca Lattuada, Federica Rink, Davide Marzullo

Il binomio artista-cuoco non è mai casuale. Si cerca infatti di far dialogare figure affini in modo che si possa creare una vera e propria sinergia tra arte e cucina. Così Carola Antonioli, art advisor per Lets ItT Art, ha suggerito l’artista visivo Gianluca Lattuada per un tête à tête con Marzullo. Entrambi giovani talenti che hanno dato prova della propria versatilità e bravura interagendo tra loro e intavolando una serata che ha soddisfatto ogni aspettativa.

Sulla bravura di Marzullo in cucina non si hanno dubbi, ma raccontare delle opere d’arte attraverso i propri piatti non è altrettanto scontato. Ci vuole sì, tanta creatività, ma soprattutto tanta riflessione, profondità, bisogna calarsi nell’opera. Ed è esattamente ciò che ha fatto lo chef di Trattoria Contemporanea. Sì, perché in questo particolare caso, non si è trattato di riprodurre piatti visivamente compatibili con l’opera in questione, attraverso colori, forme, per esempio, ma di proporre piatti in grado di interpretare e rievocare il concetto alla base dell’opera, in maniera personale ma mirata.

Ripercorriamo la serata.

Wrestlers

Wrestlers

Nuggets di cervello di vitello in crosta di Kellogg’s, chutney di peperone e salsa di mizuna

Nuggets di cervello di vitello in crosta di Kellogg’s, chutney di peperone e salsa di mizuna

Opera I: A Wrestlers, Marzullo ha associato il Nuggets di cervello di vitello in crosta di Kellogg’s, chutney di peperone e salsa di mizuna. Estremamente croccante in superficie, estremamente morbido all’interno. Da mangiare rigorosamente con le mani. Un piatto “strong” ma incredibilmente fresco e delicato al palato. Elegante sebbene virile. Proprio come l’opera, corpi possenti senza volto che lottano manifestando il proprio coraggio ma la cui anatomia di stampo classico rende il tutto più fine. «Di solito nei dipinti si vedono i volti che qui invece mancano, così come in cucina, di solito, si è abituati a servire le parti più pregiate del vitello, non il cervello. Per di più, mangiare il cervello con le mani è un “atto di coraggio”».

Go tell the crows that I am gone

Go tell the crows that I am gone

Risotto mantecato con latte di capra, liquirizia, capperi e salsa di soia

Risotto mantecato con latte di capra, liquirizia, capperi e salsa di soia

Opera II: Go tell the crows that I am gone. Per questa seconda associazione il merito va a Christian Malatacca, braccio destro di Marzullo, che ha creato un Risotto mantecato con latte di capra (di un loro piccolissimo produttore locale), liquirizia, capperi e salsa di soia. Il gusto forte e deciso del latte di capra ingentilito dalla freschezza della liquirizia e della soia agrumata. Sinuoso, risoluto, tenace ma al tempo stesso raffinato, gentile, come la donna che doma leggiadra il cavallo. «Un inno alla femminilità e alla forza della donna».

Despacio Lobito

Despacio Lobito

Pomodoro San Marzano alla brace, mandorla e olio di foglia di fico

Pomodoro San Marzano alla brace, mandorla e olio di foglia di fico

Opera III: Despacio Lobito (Vai piano piccolo lupo). Un lupo che trasporta una donna guidandola simbolicamente verso la luce, la conoscenza. Marzullo ha rielaborato, in questo senso, il concetto del movimento, dell’evoluzione da una condizione a un’altra, “privilegiata”, ed ecco il suo Pomodoro San Marzano alla brace, mandorla e olio di foglia di fico. Pomodoro che «passa da companatico a elemento principale», protagonista, perché anche il vegetale ha la sua importanza.

Cosmogonia

Cosmogonia

Cremoso alle mandorle, mandorle caramellate, cialde di meringa e liquirizia e gelato al bergamotto

Cremoso alle mandorle, mandorle caramellate, cialde di meringa e liquirizia e gelato al bergamotto

Opera IV: Cosmogonia. L’origine di ogni cosa, una Venere in chiave contemporanea protagonista. «Un inno alla vita e alla bellezza (…) il trionfo del bene sulla notte». Da qui un piatto in cui il bianco domina totalmente sul nero, Cremoso alle mandorle, mandorle caramellate, cialde di meringa e liquirizia e gelato al bergamotto. Avvolgente prima della sferzata di freschezza del bergamotto. Seducente e brioso.

Ed è così che 4 opere d’arte hanno dialogato con 4 piatti d’autore. Un dialogo che ha coinvolto tutti i commensali, i quali hanno potuto fruire di un’esperienza multisensoriale, un’esperienza che appaga, avvicina all’arte e all’alta cucina in una chiave innovativa e certamente riuscita.


Identità Golose Milano

Racconti, storie e immagini dal primo Hub Internazionale della Gastronomia, in via Romagnosi 3 a Milano

a cura di

Federica Lisi

pugliese, classe 1995. Laurea in Traduzione Specialistica e Master in Food & Wine Communication all'università Iulm, è una globetrotter alla costante ricerca del prossimo piatto da assaggiare e del nuovo posto da scoprire

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