09-07-2023
I due protagonisti della serata con l'executive chef di Identità Golose Milano Edoardo Traverso e la brigata dell'Hub
Cibo e arte sono da sempre, in qualche modo, legati tra loro. Il cibo ha infatti avuto un ruolo notevole nell’arte, dai graffiti preistorici, o le raffigurazioni di banchetti sulle tombe etrusche per omaggiare i defunti attraverso i piaceri della quotidianità, alle rappresentazioni di natura morta in epoca romana con finalità sostanzialmente propiziatoria. Con il tempo, sebbene le credenze siano venute meno, il cibo ha continuato a mantenere una rilevanza non indifferente. Numerose sono infatti le opere che hanno lasciato il segno nella storia dell’arte e che hanno come protagonista proprio il cibo. Si pensi alle rappresentazioni dell’ultima cena come Il Cenacolo di Da Vinci, le “teste composte” di frutta e vegetali dell'Arcimboldo, Il mangiatore di fagioli di Carracci e I mangiatori di patate di Van Gogh, le Campbell’s soup cans di Andy Wharol… Per un gran numero di artisti la cucina era infatti grande fonte di ispirazione tanto da essere molto ricorrente nelle proprie opere.
In sostanza, l’arte ha sempre inneggiato al cibo e quest’ultimo, proprio grazie alla dedizione e ricerca della figura del cuoco, ha assunto lo status di forma d’arte. Se non altro, il cibo così come un’opera artistica si fonda sui principi di estetica, gusto e piacere e ha una missione: suscitare emozioni, proprio come l’arte.
Questa connessione tra ambiti così differenti ma al tempo stesso così vicini si è via via intensificata. Gli stessi istituti museali hanno investito nella ristorazione per ricreare un’esperienza a 360°. Si pensi dunque a Enrico Bartolini al Mudec, Andrea Aprea alla Fondazione Luigi Rovati, Giacomo Arengario al Museo del Novecento, Torre di Fondazione Prada e via discorrendo, o al celebre e recente progetto Gallerie D’Italia.
Insomma, negli ultimi tempi, si sta avvertendo spesso l'esigenza di far dialogare arte e cibo. E tale esigenza, potremmo dire oggi, trova la sua sublimazione con Lets IT art. L’originale progetto di Federica Rink nato, non solo dalla “pura e semplice” volontà di associare questi due mondi ma, soprattutto, da sincera passione. L’obiettivo è quello infatti di far dialogare le due realtà in maniera simbiotica e diretta, affinché possano reinventarsi e offrire nuove chiavi di lettura, oltre che esperienze uniche, in grado di suscitare emozione nei fruitori, o meglio, nei cosiddetti eat-arter.
L’hub di via Romagnosi 3 non poteva dunque non sposare questa iniziativa, tanto che lo scorso mercoledì 5 luglio è stato per la seconda volta sede di questo affair “Dal quadro al piatto”. Sì, perché questa volta è stata l’arte musa ispiratrice della cucina e non viceversa. È stato infatti chiesto a un giovane talento della cucina italiana contemporanea, Davide Marzullo di Trattoria Contemporanea di Lomazzo di proporre dei piatti che potessero ispirarsi ad alcune delle opere di un artista emergente, Gianluca Lattuada.
Da sinistra: Gianluca Lattuada, Federica Rink, Davide Marzullo
Sulla bravura di Marzullo in cucina non si hanno dubbi, ma raccontare delle opere d’arte attraverso i propri piatti non è altrettanto scontato. Ci vuole sì, tanta creatività, ma soprattutto tanta riflessione, profondità, bisogna calarsi nell’opera. Ed è esattamente ciò che ha fatto lo chef di Trattoria Contemporanea. Sì, perché in questo particolare caso, non si è trattato di riprodurre piatti visivamente compatibili con l’opera in questione, attraverso colori, forme, per esempio, ma di proporre piatti in grado di interpretare e rievocare il concetto alla base dell’opera, in maniera personale ma mirata.
Ripercorriamo la serata.
Wrestlers
Nuggets di cervello di vitello in crosta di Kellogg’s, chutney di peperone e salsa di mizuna
Go tell the crows that I am gone
Risotto mantecato con latte di capra, liquirizia, capperi e salsa di soia
Despacio Lobito
Pomodoro San Marzano alla brace, mandorla e olio di foglia di fico
Cosmogonia
Cremoso alle mandorle, mandorle caramellate, cialde di meringa e liquirizia e gelato al bergamotto
Ed è così che 4 opere d’arte hanno dialogato con 4 piatti d’autore. Un dialogo che ha coinvolto tutti i commensali, i quali hanno potuto fruire di un’esperienza multisensoriale, un’esperienza che appaga, avvicina all’arte e all’alta cucina in una chiave innovativa e certamente riuscita.
Racconti, storie e immagini dal primo Hub Internazionale della Gastronomia, in via Romagnosi 3 a Milano
a cura di
pugliese, classe 1995. Laurea in Traduzione Specialistica e Master in Food & Wine Communication all'università Iulm, è una globetrotter alla costante ricerca del prossimo piatto da assaggiare e del nuovo posto da scoprire
Edoardo Traverso, ligure classe 1996, è cresciuto nella brigata di Identità Golose Milano, in cui lavora dal giorno dell'inaugurazione, fino a diventare l'executive chef
Venerdì 27 settembre, alle ore 20:00, a Identità Golose Milano ci saranno i brand ambassador di Molino Casillo Giuseppe Errichiello della Pizzeria Peppe - Napoli sta’ ca' (Tokyo) e Tiziana Cappiello della pizzeria Il Balcone (Minervino Murge, Bari). Per prenotare il vostro tavolo, visitate la pagina dedicata sul sito ufficiale dell'Hub
Ada Stifani del ristorante Ada Gourmet a Perugia; Davide Boglioli, executive chef di Enrico Bartolini al Mudec di Milano; Giancarlo Perbellini da Casa Perbellini 12 Apostoli, Verona; Enrico e Roberto Cerea con Simone Finazzi, Da Vittorio a Brusaporto: i protagonisi della cena di giovedì 12 settembre a Identità Golose Milano