09-12-2013
Jeremy Bearman e Kristy Lambrou, rispettivamente chef e nutrizionista del Rouge Tomate di New York, 1 stella Michelin, cuochi invitati nel quartier generale di Autogrill a Rozzano, a ispirare le linee-guida del colosso della ristorazione, in un Culinary Council coordinato questa mattina da Identità Golose e Magentabureau
Il buono e il sano. Sono i due aggettivi della ristorazione del futuro, prossimo e lontano. Occorre che ci si sintonizzi definitivamente su questo binomio, convenivano tutti i protagonisti dell’importante Culinary Council organizzato questa mattina da Autogrill, nella sua sede di Milanofiori tra Assago e Rozzano. Un dibattito che ha messo attorno allo stesso tavolo gli stati generali dell’azienda, importanti chef d’Italia e del mondo, individuati da MagentaBureau e Identità Golose.
Fabio Pisani e Alessandro Negrini del Luogo di Aimo e Nadia: "Il nostro sogno è leggere in autostrada: al prossimo stop, pasta e fagioli"
Via con le suggestioni. Paolo Marchi: «Se il prossimo congresso di Identità titolerà ‘una golosa intelligenza’, dobbiamo prima di tutto ringraziare il manifesto della Nouvelle cuisine del 1973: i cuochi messi assieme da Henri Gault e Christian Millau furono i primi a dire che bisognava smetterla con la cucina grassa della tradizione post-Escoffier, a chiedere di ridurre la farina, i tempi di cottura, le lunghe marinature… Diedero per primi la parola ai cuochi, che da allora non hanno mai smesso di parlare».
Simone Salvini, cuoco vegano attivo su mille fronti
"Buono e sano" è una stella cometa dalla doppia coda che guida da sempre anche la rotta al Luogo di Aimo e Nadia, specificavano invece i due chef Fabio Pisani e Alessandro Negrini: «Umberto Veronesi è nostro cliente assiduo. Una volta, a fine pasto, dopo aver assaggiato la Zuppa etrusca, il dottore ha detto ad Aimo ‘lei vende salute’. Questo perché, già decenni fa, fu il primo a mettere a centro tavola l’olio e non il burro. Un segnale pionieristico per combattere l’anarchia della cultura alimentare cui siamo sottoposti. Perché, se da 0 a 16 anni quel che mangi lo decide la mamma e dopo i 60 il medico, in mezzo c'è una confusione pazzesca». Accanto al Camogli o al Fattoria di un Autogrill, potrebbe allora starci bene un «Cubo di pane al pomodoro con una fetta di mozzarella e una foglia di basilico o una semplice Passatina di fave con cicoria selvatica e un filo d’olio extravergine d’oliva». Con un foodcost che dovrebbe essere adatto a un gruppo che ogni giorno prepara 2,4 milioni di pasti al mondo (e 10mila in Italia).
Autogrill conta su 4.700 punti vendita in oltre un migliaio di location nel mondo. Forza lavoro: 56mila dipendenti
Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola
a cura di
A cura della redazione di Identità Golose