"In un luogo da sogno, immerso negli uliveti e circondato dalle montagne, questo era un borgo abitato dai lavoratori delle fornaci, nel 19° secolo. Oggi è un resort elegante con una spa rilassante, un ristorante stellato Michelin e un romantico gruppo di cottage".
Così il britannico The Telegraph ha scritto di Aquapetra, felice intuizione della coppia formata da Domenico Tartarone, architetto, e Patrizia Cante, interior designer. C'è la loro mano - ma anche il loro cuore appassionato - nella scelta di scommettere sul recupero di questo piccolo universo in miniatura, sorto pietra su pietra nel 1858 e che sembra distantissimo da tutto, ma Napoli è in realtà a soli 60 chilometri.
Siamo a Telese Terme, luogo ben noto ai buongustai: nel cuore del Sannio, è una stazione termale, con sorgenti di acqua sulfurea, e soprattutto un grande giacimento enogastronomico. Il piccolo centro, che conta poco più di 7mila abitanti, è circondato da ricchi vigneti e non è lontano dal
Parco regionale del monte Taburno. Tutta la valle telesina è costellata di borghi gioiello come Limatola, Faicchio, Sant'Agata dei Goti.

Domenico Tartarone e Patrizia Cante
È il contesto verdeggiante e rasserenante che ha ispirato
Tartarone e
Cante. A Telese appunto, anzi in località Monte Pugliano, 3 km dal centro abitato, hanno scovato questo grappolo di costruzioni tra ulivi secolari: era ed è un’oasi di natura intatta, a tratti ancora selvaggia. Tutt’intorno, 25 ettari di prati, boschi di lecci, querce e roverelle e sentieri che invitano, se il tempo lo consente, a passeggiate e percorsi nella natura.
Il restauro non ha alterato lo spirito del luogo, che conserva la conformazione di un piccolo borgo con volumi sparsi, una piazzetta centrale, la cappella, le stradine lastricate che conducono alle camere, alla piscina, al ristorante e alla grande, bellissima Spa, ottima occasione per godersi
Aquapetra anche in questi mesi invernali.
Dove c’era il fienile si apre infatti l’
AquaSpa, fiore all’occhiello del resort. Il percorso benessere comprende sauna, bagno turco, percorso Kneipp, piscina interna riscaldata con idromassaggio e una serie di cabine per trattamenti di remise en forme. La piscina coperta con ampia zona relax si affaccia sul verde del parco: le ampie vetrate creano una continuità visiva tra il dentro e il fuori. La piscina esterna è stata realizzata in armonia con la natura circostante: una combinazione di acqua, rocce e ulivi che ne fanno una presenza discreta per momenti di puro relax.
L’hotel, quattro stelle lusso, dispone di 42 camere distribuite nei diversi volumi che compongono il borgo, compresa una suite di 50 metri quadrati con una sala da bagno e piscina idromassaggio riscaldata ricavata da una vecchia fornace dell’Ottocento.
La vecchia cantina ospita oggi
La Locanda del Borgo, che è il ristorante del relais, insignito della stella dallo scorso anno. È il regno di
Luciano Villani, classe 1983 e origini pompeiane con un vissuto nelle brigate d'Oltralpe. È all'
Aquapetra dal 2010, vi porta avanti con perseveranza una cucina di territorio, basata su prodotti e materie prime locali. Il suo stile è sobrio, i piatti di buona fattura, la sosta golosa. Dice: «Voglio sempre più uscire dalle logiche mainstream. Certo, lavoro in una struttura in cui non posso non poter proporre ai miei ospite anche l'astice. Ma a me dà più soddisfazione proporre un grande piatto che abbia al centro una carota».
Particolare menzione, al termine di un percorso di degustazione che raccontiamo sotto - gli scatti sono di
Tanio Liotta - merita un dolce,
Diversamente sfogliatella. L'Italia è popolata da destrutturazioni, ristrutturazioni, decostruzioni, reinterpretazioni, riassemblaggi, rivisitazioni di piatti della tradizione, in un tentativo spesso poco efficace di tenere insieme il legame con le proprie radici gastronomiche e quel po' di creatività che serve a rendersi moderni. È raro che questi sforzi siano più che ingenui, spesso si rivelano invece deludenti (o si è davvero bravi e si è capaci di trovare strade diverse verso il futuro. O è meglio non discostarsi troppo dai sentieri già tracciati, perché la creatività è una dote di pochi e si rischiano solo brutte figure).
Diversamente sfogliatella è una bellissima versione contemporanea della classica bontà partenopea, merita un plauso.

Ode all'orto: insalatina di verdure, spuma di erbe spontanee

Battuto di marchigiana sannita, peschiole e rafano

Ravioli di cipolla, caciocavallo e manzo agli agrumi. Il manzo non è davvero necessario

Gnocchi con ragù di verdure, caciocavallo silano affumicato e basilico. Anche in questo caso lavoreremmo di sottrazione, la crema di formaggio è fin troppo abbondante, intensa e dunque coprente

Buono il Risotto, riduzione di miele di sulla, blu di capra, aceto di mele e arancia

Galletto ruspante, patate alle olive, chutney di pomodoro

Agnello laticauda in crosta di taralli, melanzane alla scapece

Uovo fritto, porcini secchi e tartufo. Tecnicamente molto ben realizzato

Lingotto ai cioccolati, gelato alla fava tonka

Diversamente sfogliatella

Semifreddo al torroncino di San Marco dei Cavoti e gel di Strega