Cosa dobbiamo aspettarci dal Vinitaly? Tutto e niente. E comunque vada, sarà un successo. Nel mondo dell’enologia la fiera di Verona (aperta dal 22 al 25 marzo per la sua 49esima edizione) è vista in maniera assolutamente discordante: c’è chi la vede come il diavolo, c’è chi la vede come l’acqua santa (o forse meglio, il vin santo).
Sta di fatto che, per fare un'analisi di quanto sia importante Vinitaly, bisogna solo prendere in considerazione alcuni dati strettamente economici: 380mila aziende vitivinicole in Italia (che rappresentano il 23% delle imprese agricole), 40 milioni di ettolitri prodotti nel 2014 (nonostante un calo del 17% rispetto all’anno precedente), 12 miliardi di euro di fatturato.
Da qui si capisce come la fiera veronese sia diventata un appuntamento fisso, imprescindibile, per moltissime aziende. Che piaccia o non piaccia. Per il settore del vino è un po’ come il festival di Sanremo per la televisione: che piaccia o non piaccia, c’è sempre. Tutti ne parlano, pochi ascoltano davvero le canzoni, molti lo criticano.

Gli enormi spazi di Veronafiere, che per tre giorni si riempiranno di calici, bottiglie e appassionati
Vinitaly è dunque il Sanremo del vino. Dove pochi, purtroppo, ascoltano il vino. Non è un errore, perché dietro a un bicchiere di Barolo o di Brunello, ci sono soprattutto le storie dei produttori, il lavoro, la fatica, ma anche le soddisfazioni di essere riusciti a fare prodotti buoni.
Quindi, dal
Vinitaly dobbiamo aspettarci vini buoni. Ed è anche per questo motivo che l’edizione 2015 del
Vinitaly è considerata un aperitivo dell’
Expo. Anche perché sarà proprio
Vinitaly l’attore principale dell’ampia area dedicata al vino del padiglione dell’Esposizione mondiale che inizierà a maggio.
Così sarà un’importante vetrina “anticipata” di
Expo, e in quel caso il numero di visitatori da tutto il mondo sarà esponenzialmente più elevato rispetto ai quattro giorni della fiera di Verona. E in vetrina i negozi non mettono certo i prodotti peggiori: è per questo che il dictat delle aziende presenti sarà quello della qualità, che è l’unica vera discriminante per far “girare” l’economia del vino. Insomma, meno sfarzo e più sostanza.
E anche più attenzione all’ambiente, come suggerisce proprio il tema di Expo: così, al
Vinitaly, trovano sempre più spazio i vini biologici e biodinamici, con un padiglione interamente dedicato al
Vinitalybio. Ci sarà anche la presenza della
Fivi, la
Federazione dei vignaioli indipendenti, una novità per la fiera veronese. E non è finita: spazio anche alle migliori produzioni di olio, nell’ambito del
Sol&Agrifood.
Il panorama è così vasto che ci permettiamo di dare anche un paio di consigli. Prima di arrivare in fiera, bisogna avere ben chiaro in mente qual è l’obiettivo della visita. Se ci sono aziende che interessa visitare, bisogna segnarsi subito la collocazione e cercare di ipotizzare un percorso. Girovagare alla ricerca di curiosità è distruttivo e dispersivo. In fiera bisogna comunque sempre avere rispetto dei produttori e dei loro vini: per questo, visto che non si potrà avere la fortuna di arrivare sempre negli stand e trovare il produttore immediatamente pronto ad accogliervi, bisogna avere pazienza.
Un’ultima raccomandazione: scarpe comode. E pazienza se non sarete eleganti.