07-10-2024

Gewürztraminer, si fa presto a dire “aromatico”

Racconto di una ricca e articolata degustazione, organizzata dal Consorzio Vini Alto Adige presso il ristorante Alchimia di Milano, con la guida della wine educator Cristina Mercuri

Sono gli occhi i primi ad accarezzare il potere speciale dell’Alto Adige Gewürztraminer Doc e del suo territorio, quel suo saper esprimere una vigorosa identità anche – anzi, soprattutto - attraverso le differenze. Al ristorante Alchimia di Milano con il Consorzio Vini Alto Adige va in scena uno spettacolo che parte appunto dallo sguardo e conquista infine tutti i sensi, con l’alleanza del menu di chef Giuseppe Postorino (e un finale luminoso in più di un senso). Ad accogliere e guidare il direttore del consorzio Eduard Bernhart e la wine educator Cristina Mercuri.

Il fascino dell’Alto Adige si riflette su un vino storico come il Gewürztraminer e sulle sue caratteristiche. Si fa presto a dire “aromatico” (con quell’esplosione di profumi di rosa, chiodi di garofano, litchi e frutti tropicali), ma questo attributo pur sostanziale non esaurisce la sua natura. Lo ribadisce Mercuri: «Acidità ampia, matura, mai troppo assertiva, texture oleosa e allargata al palato e l’alcol che si accumula… non ci stupiremo di assaggiare vini anche con 14, 15 gradi. Lo stile sta un po’ cambiando rispetto al passato, perché si riduce un po’ il residuo zuccherino e va verso qualcosa di più lineare e slanciato».

Ecco il Gewürztraminer specchio dell’Alto Adige, una delle zone vitivinicole più circoscritte d’Italia, ma anche tra le più variegate per la sua posizione. Ci sono quasi 4.800 viticoltori a coltivare 5.800 ettari di vigneti in zone climatiche diverse tra loro, per non parlare delle differenze di terreni e altitudine. In questo contesto, il Gewürztraminer sfoggia il punto di forza della versatilità. « Sì – ricorda ancora Cristina Mercuri – dove lo metti, si comporta diversamente. Non ama le zone calde, ma soleggiate: come vitigno aromatico tende a maturare un pochino più tardi e il sole giova a questa aromaticità. Ha una grande impronta caratteriale, mantiene equilibrio tra acidità e ampiezza del frutto».

La superficie per questo vino è pari a 634 ettari, l’11% della produzione totale, e si concentra per lo più in Bassa Atesina e Oltradige; conca di Bolzano, Valle dell'Adige, Valle Isarco, Merano. Si menziona il Gewürztraminer fin nel quinto secolo a.C.; sul finale negli anni Settanta, prende quota tra i consumatori e tra le scelte dei produttori, sia per le sue caratteristiche da solista sia per la vastità di abbinamenti a cui si presta, anche a livello internazionale come in Medio ed Estremo Oriente. Aromaticità, ma poi acidità, morbidezza e freschezza, una finezza che permette di esaltare anche la croccantezza del frutto e un fattore che prende sempre più piede nei bianchi: il tempo. Anche questa degustazione all’Alchimia ci mostra quanto possa essere ripagata l’attesa. La dedizione dei viticoltori, le loro differenti storie che confluiscono fieramente in una storia di grande passione e altrettanto sacrificio, illuminano gli occhi del direttore Bernhart.

Dopo i finger food, nel segno dell’Alto Adige Doc Metodo Classico Blanc de Blancs S.A. 2020 di Arunda, approdiamo quindi al primo match, o meglio a un’appassionante amichevole, con l’antipasto tra Alto Adige Doc Gewürztraminer 2023 della tenuta Alois Lageder e Alto Adige Doc Gewürztraminer Maratsch 2020 di Glassier.

Due Gewürztraminer, due mondi tra cui è difficile scegliere. Nel primo caso, siamo su terreni sabbiosi e in parte argillosi, ad altezze che variano dai 200 ai 740 metri. La fermentazione a temperatura controllata avviene in acciaio, l’affinamento del vino sulle fecce fini sempre in acciaio per quattro mesi. Una parte viene vinificata a contatto con le uve intere. Di 0,7 g/l i residui zuccherini che scendono a 0,3 con l’altra etichetta: con Glassier ci troviamo a 500 metri, marne calcaree e arenarie, una vinificazione che viene ripetutamente scandita. Una volta raccolta, l’uva viene macerata per due ore prima di essere pressata. Quindi una chiarificazione la sera con temperature di 12 °C permette di far sedimentare i torbidi presenti nel mosto. L’ultima volta in cui il vino viene travasato è con la luna calante.

Con il risotto, la sfida si fa ulteriormente avvincente: entrano in scena la Alto Adige Valle Isarco Doc Gewürztraminer Praepositus 2022 di Abbazia di Novacella e Alto Adige Doc Gewürztraminer Auratus 2023 della tenuta Ritterhof. Già con Maratsch tra l’altro eravamo saliti a 15 gradi, quota confermata da Praepositus (14 Auratus). Trecento metri di differenza tra i due vini serviti con il primo piatto. Isarco accoglie con il suo giallo paglierino, la sua ricchezza floreale e la sua pienezza, caratteristiche mostrate da Auratus ma con una propria personalità, già mormorata dai riflessi lievemente verdi, con il residuo di zuccheri che sale a 9,9 g/l. Il finale diventa sempre più invitante e le spezie sono un patrimonio comune, che li rende anche vini apprezzati dalla cucina asiatica.

Si sale, ancora, nel livello della sfida amica. Si incontrano, con il secondo, Alto Adige Doc Gewürztraminer Riserva Brenntal 2021 di Cantina Kurtatsch e Alto Adige Doc Gewürztraminer Epokale 2016 di Cantina Tramin. Diciamo subito che il nome della seconda etichetta è una promessa mantenuta: giustamente Cristina Mercuri ci suggerisce di accostarlo anche al dolce. Con la Riserva siamo a 200-300 metri, in forte pendenza.

La cantina Kurtatsch insiste sulla longevità come fattore determinante: già questo vino conquista la sua incredibile complessità dopo la lunga maturazione in cantina e in bottiglia. Esce come Riserva soltanto due anni dopo la vendemmia e si rimarca il potenziale d’invecchiamento fino a 20 anni.

Che dire infine di Epokale: siamo tornati all’annata 2016 e questo vino fa esplodere una miriade di sensazioni pazzesche. Il suo nome ispira il ritorno a un’epoca distante, con un residuo zuccherino in grado di imprimere slancio e carattere. Una volta imbottigliato, matura al buio per sei anni nella miniera di Ridanna Monteneve, a oltre 2.000 metri di altezza. Difatti, con lo Sbarco lunare (lo spettacolare dessert di chef Postorino) impone un silenzio spaziale.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Marilena Lualdi

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Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

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