28-06-2024

Cristian Brancaleoni vince il Ruinart Sommelier Challenge Italian Edition 2024

Il sommelier e wine director del ristorante stellato Del Cambio di Torino si aggiudica a Milano il girone italiano dell'importante concorso. La cronaca della giornata

Lo chef de cave di Ruinart Frédéric Panaïotis

Lo chef de cave di Ruinart Frédéric Panaïotis e il sommelier Cristian Brancaleoni (Del Cambio, Torino), vincitore del Ruinart Sommelier Challenge Italian Edition 2024

Il Mandarin Oriental Hotel di Milano è il luogo che ha ospitato la sesta edizione italiana del Ruinart Sommelier Challenge Italian Edition, il 17 giugno scorso. Una competizione dedicata ai migliori sommelier di tutta Italia, una degustazione alla cieca di 4 vini davanti ad una giuria guidata dallo chef de cave di Ruinart Frédéric Panaïotis. Al vincitore l’opportunità di un viaggio nella maison di Champagne, quattro giorni di percorso formativo insieme a vincitori delle edizioni di tutto il mondo: visite delle vigne, degustazioni straordinarie ed esperienze uniche di food pairing a Reims e a Parigi.

Quest’anno la sottoscritta è stata coinvolta come giurato insieme a Simone Roveda, fondatore di Winerylovers e sommelier WSET, e Lorenzo Campoli, vincitore del Ruinart Sommelier Challenge 2022 e fondatore di BereFacile.it. Una giuria presieduta da Panaïotis che ci ha convocato di buon’ora per testare la degustazione alla cieca prima con tutti noi giudici. Una sorta di test in cui ciascuno dei giurati era un concorrente “temporaneo” per 40 minuti: doveva analizzare i quattro vini, rigorosamente alla cieca, compilando le stesse schede dei partecipanti, esprimendosi in italiano e in inglese. Una scheda redatta con una descrizione visiva, olfattiva, gustativa per poi arrivare a conclusioni legate al tipo di vino, vitigno, annata e composizione di eventuali blend. Una parte integrativa della scheda sviluppava le potenzialità di invecchiamento del campione in esame, la temperatura di servizio suggerita e le suggestioni ideali di abbinamento con il cibo o le pietanze più adatte.

Lo chef de cave ha degustato con noi, in silenzio. Solo dopo aver compilato le nostre schede ha aperto un confronto dapprima discorsivo sulle diversità dei quattro campioni e poi entrando in merito alle tipologie. Una scelta complessa perché sono stati omessi Champagne e i quattro vini erano: Valdobbiadene Prosecco Superiore di Cartizze Docg Dry “Toni” (Italia – Veneto), Cava Brut Reserva Heredad – Segura Viudas (Spagna), Franciacorta Satèn Vintage Collection Ca’ Del Bosco (Italia – Lombardia) e un Pet Nat ‘A Chacun Sa Bulle’ Jean – Louis et Eric Kamm (Francia – Alsazia).

La giuria: da sinistra a destra Cinzia Benzi, Frédéric Panaïotis, Cristian Brancaleoni, Simone Roveda e Lorenzo Campoli 

La giuria: da sinistra a destra Cinzia Benzi, Frédéric PanaïotisCristian Brancaleoni, Simone Roveda e Lorenzo Campoli 

Il Challenge ha visto sfidarsi 21 top sommeliers in 40 minuti esatti. Il vincitore dell’edizione 2024 è Il sommelier Cristian Brancaleoni, sommelier e wine director del ristorante stellato Del Cambio di Torino. Un giovane piemontese di Valenza Po (Alessandria) che ha iniziato le prime esperienze nel settore ospitalità in Costa Azzurra con ruoli diversi. Proprio quando approda in un bar à vins di Mentone comprende che il suo amore per il vino è qualcosa di magico. Studia il tema con passione e rientra in Italia nel 2018 per una stagione al ristorante La Gallina di Gavi e subito dopo a Torino, nella barocca piazza Carignano.

Cristian è wine director anche del bistrot/pasticceria Farmacia Del Cambio e dell’american bar Bar Cavour. «Sono felicissimo di questa vittoria e non vedo l’ora di partire – chiosa - Per preparare la gara ho continuato nel mio programma di studio e tasting che porto avanti da anni. Avendo vinto il concorso miglior sommelier d’Italia Aspi, nel 2022, cerco sempre di rimanere aggiornato e allenato per le future selezioni di concorsi internazionali. 40 minuti possono risultare un po’ stretti se non si ha l’abitudine a degustare con una tempistica precisa. Nel mio caso ho degustato il primo vino e, in seguito, mi sono dato i tempi per i successivi tre assaggi dosando al meglio i minuti a disposizione. Senza dubbio la parte più difficile rimane sempre l’individuazione del vino, vitigno, annata. Il panorama vinicolo è sempre più ampio e non è semplice individuare tutto con esattezza».

La proclamazione è avvenuta al termine di un pranzo presso il ristorante Horto di Norbert Niederkofler, guidato dal giovane chef Alberto Toé, che ha permesso di gustare piatti studiati per rispettare la “filosofia del tempo etico” ossia valorizzando materie prime dagli orti lombardi oltre a cascine, caseifici e agricoltori a non più di un’ora di distanza da Milano. Piatti abbinati con le Cuvée Blanc de Blancs, Dom Ruinart 2010, il nuovissimo Ruinart Blanc Singulier Édition19, oltre alla degustazione comparativa con l’edizione 18.

Ruinart Blanc Singulier Édition19

Ruinart Blanc Singulier Édition19

Uno champagne su cui lo chef de cave ha rivelato: «È un prodotto assemblato e non millesimato per cui non potrà essere prodotto tutti gli anni. Sono necessarie delle condizioni particolari e sono certo che il 2020 si realizzerà mentre il 2021 no. Stesso discorso per il 2022 che è un’annata simile alle 2018 mentre la 2023 non uscirà. Sul 2024 non sono ancora in grado di fare previsioni perché devo aspettare la vendemmia».

Panaïotis è un grande professionista, con una preparazione enciclopedica sul vino, un poliglotta con un grande amore per la lingua italiana e il nostro paese. Nel concorso trasferiva un messaggio incontrovertibile: «Il vino è elemento che deve essere studiato con basi scientifiche, con passione e applicando un metodo per memorizzare più elementi possibili di quel vitigno o di quello stile». Una giornata memorabile per i partecipanti, i giudici e senza dubbio per il vincitore, che andrà in Champagne in autunno.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Cinzia Benzi

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Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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