17-02-2024

Chianti Classico, cent'anni di Consorzio e di modernità. Anche nei vini

L'Anteprima a Firenze con 221 aziende presenti e oltre 700 vini in degustazione. L'importanza di stare al passo con i tempi: ecco i nostri migliori assaggi

I 100 anni del Consorzio Chianti Classico: le degu

I 100 anni del Consorzio Chianti Classico: le degustazioni a Firenze

Essere moderni nonostante un secolo di vita. Il Consorzio del Chianti Classico compie quest’anno i 100 anni di vita: nato nel 1924 con 33 soci fondatori, ora può contare di 500 realtà riunite con l’obiettivo di promuovere e tutelare il “Gallo Nero” in Italia e nel Mondo.

La Chianti Classico Collection, quest’anno, ha celebrato proprio questo secolo di storia, dimostrando però come questo grande vino rosso toscano possa restare anche al passo con i tempi, puntando non tanto sulla austerità e la complessità, quanto sulla freschezza e la bevibilità, che si traduce poi in facilità di abbinamento a tavola.

La Chianti Classico Collection si è svolta alla Stazione Leopolda a Firenze

La Chianti Classico Collection si è svolta alla Stazione Leopolda a Firenze

Uno stile, questo, che è risultato piuttosto comune tra i produttori, dove c’è stato anche un certo ricambio generazionale che ha favorito questa “modernità”. Ma modernità, vogliamo essere chiari, non significa dimenticare le radici, l’identità territoriale, ma anzi, in molte occasioni aiuta a evidenziare ancora di più le differenze tra le varie zone del Chianti Classico.

La Chianti Classico Collection ha portato alla Stazione Leopolda 221 aziende, per un totale di 773 etichette complessive, delle quali 172 Chianti Classico Riserva e 151 Chianti Classico Gran Selezione.

Le degustazioni della Chianti Classico Collection

Le degustazioni della Chianti Classico Collection

Quest’ultima tipologia, in dieci anni, è diventata sempre più estesa e utilizzata dai produttori, come conferma anche il presidente del Consorzio del Chianti Classico Giovanni Manetti: «Il Chianti Classico Gran Selezione è stato una vera innovazione del nostro prodotto, e continua il suo percorso dinamico con il cambiamento della base ampelografica ammessa e con l’inserimento in etichetta delle Unità Geografiche Aggiuntive – ha dichiarato – Il Chianti Classico, dopo 100 anni dalla fondazione del suo Consorzio, si conferma una fucina di novità, lanciato verso i prossimi 100 anni».

Il presidente Giovanni Manetti

Il presidente Giovanni Manetti

Una modernità che può aiutare ad affrontare l’attuale contrazione dei mercati che, in questo momento, si concentra proprio sui vini rossi importanti. I dati, al momento, sembrano sorridere al Gallo Nero, con un significativo aumento di valore, registrando un +7% rispetto al 2022 e un +13% sul 2011. Inoltre cresce il mercato italiano, che ha raggiunto quota 22%, mentre il primo paese dove viene esportato restano gli Stati Uniti: una bottiglia su tre finisce proprio sugli scaffali americani.

Ma allora, come sono questi vini assaggiati alla Chianti Classico Collection? Facciamo una rapidissima premessa: dopo l’annata 2019 che ha dato risultati elevatissimi, le successive sono risultate più difficoltose per aspetti diversi. L’andamento climatico ha portato ad avere, nel bicchiere, un’annata 2022 un po’ più “carica”, dove i vini sono risultati più concentrati, e una 2021 da interpretare, con diversi alti e bassi.

L’assaggio in anteprima dei Chianti Classico 2022 hanno mostrato che i produttori hanno dovuto affrontare alcune difficoltà, con uve mature e un po’ più cariche. La bravura è stata quella di cercare di trovare il giusto equilibrio, magari limitando anche l’utilizzo di legni invasivi. Tra i 62 campioni assaggiati, segnaliamo: Castellare di Castellina, Castello di Albola, Castello di Querceto, Fattoria San Michele a Torri – Tenuta la Gabbiola (quest’ultimo con un 5% Syrah), Istine, L’erta di Radda, Ormanni, Quercia al Poggio, Ricasoli – Brolio, Riecine, Tenuta di Bibbiano – Bibbiano e Tolaini – Vallenuova.

L’annata 2021 conferma le impressioni dell’anno scorso (leggi qui l’articolo): la ricerca dell’equilibrio, nonostante le difficoltà, ha portato a risultati assolutamente confortanti. Soprattutto la gestione del tannino è sembrata azzeccata in molti vini. Segnaliamo qualche vino: Badia a Coltibuono, Carpineta Fontalpino – Fontalpino, Isole e Olena, La Croce, Nardi Viticoltori, Podere Castellinuzza/Paolo Coccia, Podere Cianfanelli – Cianfanello, Rocca di Montegrossi e Tenuta di Carleone.

Su Riserva e Gran Selezione 2021, c’è una considerazione da fare: in alcuni casi la Gran Selezione è ancora troppo influenzata dal legno, quando invece sarebbe giusto – proprio come vorrebbe la tipologia – valorizzare il singolo terroir, senza troppo influenzare il vino. Nelle Riserve, invece, se ben dosato e non prevalente, il legno va a integrarsi bene per vini dalla lunga prospettiva.

In una media qualitativa molto alta, tra le Riserve segnaliamo: Buondonno, Castello di Querceto, Il Molino di Grace, L’Erta di Radda, Ricasoli – Brolio.

Infine le Gran Selezioni 2021: Castello di Fonterutoli – Badiòla, Castello di Querceto, Istine e Riecine – Vigna Gittori.

 


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

Consulta tutti gli articoli dell'autore