15-09-2023
Gianni Moscardini e la sua sfida pisana
Ricercando il giusto equilibrio e la corretta combinazione tra terreno, portainnesto e varietà, esaltando le peculiarità dell’Alta Maremma, Gianni Moscardini, attraverso le sue 10 etichette, racconta la storia dei vitigni autoctoni, l’impronta dei vitigni internazionali e l’evoluzione dei vitigni di areali diversi.
L’azienda, di proprietà della famiglia Moscardini, per oltre cent’anni si è dedicata alla coltivazione di cereali ed ulivi, ma è con l’arrivo di Gianni Moscardini, agronomo e in passato consulente per altre realtà vitivinicole, che nei primi anni 2000 si converte unicamente alla viticoltura. «È stata fondata da mio nonno, a sud di Pisa, a circa 8 chilometri in linea d’area dal mare – spiega Gianni Moscardini - Dopo la laurea in agronomia, ho avuto la fortuna di essere chiamato a Bolgheri: qui è iniziato il mio lavoro nel mondo del vino per gli altri, come consulente. Ma poi volevofare qualcosa di mio e così ho preso in mano le redini dell’azienda di famiglia nel 2008. Per fare qualcosa di diverso».
La diversa composizione del terreno, lascia spazio a vitigni differenti: in primis gli autoctoni toscani, come il Sangiovese e il Vermentino, ma anche gli internazionali danno un ottimo riscontro, e infatti Merlot e Cabernet Franc entrano nella produzione dell’Azienda. In secondo luogo, lo stesso Gianni Moscardini, si rende conto della versatilità dei suoi terreni e azzarda vitigni di Teroldego, Fiano e Verdicchio, scardinando così il tradizionale concetto di areale.
Gianni Moscardini: «Voglio fare qualcosa di diverso»
L’obiettivo della linea Monovarietali è dare piena espressione ai singoli vitigni attraverso l’etichetta Sileno che si declina in versione 100% Sangiovese, Merlot o Ciliegiolo. L’ultimo nato è il Verdicchio Costa Toscana IGT 2022, racconto delle brezze marine che percorrono i pendii di questo vigneto.
La linea Terroir è la più pregiata, dove l’Artume e l’Atteone fanno da padroni. Il primo è un bianco nato dall’assemblaggio di Fiano di Avellino (85%) e il Vermentino (15%) che, grazie ai terreni magmatico-vulcanici sui quali sono coltivate le vigne, oltre ad una grande freschezza, riporta sapidità e mineralità. L’Atteone è invece piena espressione del Cabernet Franc, elegante e avvolgente, le sue note di tabacco e frutti maturi, lo rendono persistente e di buona struttura. Perfetto per un’evoluzione in bottiglia. La terza e ultima etichetta di questa linea è l’Operaundici, nato dalla combinazione di Sangiovese (50%), Ciliegiolo (25%) e Teroldego (25%). La combinazione di note di frutti rossi e liquirizia, dona equilibrio e raffinatezza.
La linea Selezioni, con i vini chiamati Penteo
Dedizione, territorio e altruismo sono i tre capisaldi dell’azienda Gianni Moscardini, gli stessi che produttore pisano desidera condividere e promuovere attraverso la nuova iniziativa solidale Progetto 111.
Il Progetto 111, con finalità benefiche
«Con Progetto 111 desidero rendere omaggio alla storia della mia famiglia, segnata dalla dedizione per il lavoro agricolo e dal rispetto per gli equilibri della natura – spiega Gianni Moscardini -, una sensibilità che ho ereditato e cercato di declinare secondo i miei studi e obiettivi enologici, sintetizzati nel principio cardine del mio stile produttivo: la ricerca del miglior rapporto tra terreno, portainnesto e varietà. Al contempo ho voluto rivolgere un piccolo pensiero a chi è meno fortunato di noi, creando una sinergia tra territorio e altruismo».
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
Lei è triestina di nascita, ma milanese di adozione. Lui è comasco. In comune hanno la passione per il vino e per le belle storie da raccontare
Vittorio Piozzo di Rosignano Rossi di Medelana è alla guida di Castello del Terriccio da poco più di un anno
Giulia Tesi, Tatiana Porciani e Fabio Ponzanelli: la prima sous chef, la seconda chef e proprietaria, il terzo oste e proprietario di Erbaluigia, indirizzo interessantissimo e goloso a Pisa. Tutte le foto sono di Lido Vannucchi