22-07-2023

«Pio Cesare, partiamo con la nuova cantina. E puntiamo anche sui bianchi»

Chiacchierata con la giovane Federica Boffa, che ha preso le redini dell'azienda: «Guardo al futuro, rispettando il lavoro di mio padre»

Federica Boffa ha preso in mano le redini della Pi

Federica Boffa ha preso in mano le redini della Pio Cesare

Federica Boffa sorride sempre e ha le idee chiare: lavorare in Pio Cesare e seguire la traccia lasciata dal padre Pio Boffa, cercando continuamente di aggiornarsi e di stare al passo con i tempi, con vini che abbiamo la capacità di trasmettere la tradizione delle Langhe e, nel contempo, siano sempre moderni.

Difficile? Forse, ma lei di certo non si fa intimorire dalle sfide. «Abbiamo circa 80 ettari vitati, in particolare nelle zone del Barolo e del Barbaresco, ma anche in Alta Langa e poi nei colli Tortonesi per il Timorasso. Il tutto per una produzione che si aggira attorno alle 450mila bottiglie, dove il Barolo Pio Cesare arriva a 40mila».

Un'immagine della cantina storica

Un'immagine della cantina storica

Se il focus dell’azienda è prettamente incentrato su Barolo e Barbaresco, c’è anche un’anima legata ai bianchi. «Il Langhe Chardonnay Piodilei viene prodotto dai vigneti dal Comune di Treiso e Monforte - spiega Federica Boffa – Questo vino è stato creato nel 1985. Utilizziamo la barrique anche in fermentazione, con un terzo di botti nuove, e poi viene lasciato sui lieviti per un anno. L’annata 2021 uscirà a ottobre». Un vino complesso, ricco, pieno, ma non stucchevole o stancante, soprattutto grazie a un’acidità che sostiene una buona struttura.

Il Sauvignon Blanc, che si chiama semplicemente Blanc, annata 2022, è da giugno sul mercato nazionale e internazionale in tiratura limitatissima: «Abbiamo piantato questo vitigno nel 2004, successivamente abbiamo aumentato gli ettari. Fino al 2021 il vino è stato lavorato solo in acciaio, mentre dal 2022 abbiamo iniziato a utilizzare un po’ di legno». La fermentazione e il successivo affinamento sono avvenuti in parte in acciaio inox ed in parte in barriques di rovere francese, di legno nuovo solo per un 50%, per aumentare la struttura, il carattere e la longevità del Blanc.

Una foto di qualche anno fa: Cesare, Pio Boffa, Federica e Augusto

Una foto di qualche anno fa: Cesare, Pio Boffa, Federica e Augusto

Assaggiato in anteprima al Vinitaly, il vino rispecchia tutte le caratteristiche aromatiche del Sauvignon Blanc, senza essere invasivo o eccessivamente varietale, ma lasciando una sensazione di longevità e profondità.

Si passa poi ai rossi, con la Barbera Superiore Fides 2021. «Prima utilizzavamo un terreno a Serralunga – spiega Federica Boffa – poi però la vigna si è ammalata, allora abbiamo puntato su Vigna Mosconi. L’affinamento è di 18 mesi in legno, principalmente in botte grande». In questo caso l’acidità tipica della Barbera riesce a trovare un ottimo equilibrio, conferendo una perfetta bevibilità al vino ma anche una piacevole prospettiva».

Il vigneto a Serralunga d'Alba, nel Barolo

Il vigneto a Serralunga d'Alba, nel Barolo

Passando a Barbaresco, vengono utilizzate tre vigne di Treiso e una nella frazione di San Rocco, utilizzando botte grande, francese e austriaca, e il 10% di barrique. «Abbiamo un’annata molto positiva, la 2019, sia per Barbaresco che per Barolo, molto classica anche come periodo di vendemmia – illustra Federica Boffa – Abbiamo un colore molto delicato, non troppo concentrato, che rispecchia il carattere del vino, ma anche la nostra filosofia di produzione». Il Barbaresco rispecchia propria queste peculiarità: finezza e freschezza sono le due chiavi di lettura di un vino già piacevole ora, ma che darà maggiori complessità nel tempo.

Il Barolo Pio Cesare arriva da 5 Comuni differenti, ma principalmente dal Comune di Serralunga: un vino che rispecchia la classicità della cantina, ma senza cedere a pesantezza e a eccessiva struttura.

Il Barolo Mosconi, invece, è l’ultimo Cru arrivato, con la prima produzione nel 2015: «Sfruttiamo solo vigne vecchie degli anni Settanta, nel Comune di Monforte, con una produzione di 6.600 bottiglie e 300 magnum». Un Cru da attendere: sicuramente è già piacevole, ma crediamo che la forza di questo vino sia proprio la potenzialità da affinamento, per esprimersi al massimo nella sua complessità.

Ma Federica Boffa, come detto, non si ferma. «Abbiamo appena iniziato i lavori per la cantina nuova, e una zona sarà dedicata esclusivamente ai vini bianchi». Rispettando la tradizione, ma anche guardando al futuro. Sempre con un sorriso.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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