11-06-2023

Lvnae, nella nuova cantina si uniscono bellezza e praticità. «Per puntare sempre più in alto»

Viaggio sui Colli di Luni, in Liguria. Diego Bosoni presenta un piccolo gioiello: «Progetto iniziato nel 2015. Celebriamo la natura, con un'architettura contemporanea»

Diego Bosoni all'ingresso della nuova cantina:

Diego Bosoni all'ingresso della nuova cantina: si scende in una opera d'arte che unisce il bello all'utile

Tanta emozione e un pizzico d’orgoglio. Il sorriso di Diego Bosoni nasconde tutto questo: finalmente può mostrare a tutti la nuova cantina di Lvnae, un progetto partito da lontano e seguito direttamente da lui. Si tratta, soprattutto, non di un traguardo, ma di un nuovo punto di partenza per l’azienda dei Colli di Luni, che guarda al futuro puntando sempre più in alto.

«È un progetto che mi ha coinvolto per tanti anni, e che ho seguito in prima persona – spiega Diego Bosoni – abbiamo portato avanti la progettazione con il mio amico designer Andrea Del Sere e, per la parte tecnica, con AT Studio di Roma. Abbiamo sposato un linguaggio contemporaneo, non abbiamo voluto realizzare un falso storico, con un finto casale d’epoca, ma abbiamo dato spazio all’architettura contemporanea. L’idea portante era impattare il meno possibile, in un contesto di vigne e abitazioni».

L'esterno della nuova cantina di Lvnae

L'esterno della nuova cantina di Lvnae

Il progetto è partito nel 2015: la cantina era già operativa nel 2019, ma è stata inaugurata solo ora, quanto tutto era perfettamente a posto. Il concetto che è alla base di questa struttura è quello di unire il bello all’utile, l’arte alla praticità. «Abbiamo voluto celebrare la terra, la natura: questo è il segno portante dell’architettura di questa cantina. Davanti all’ingresso si apre con una piccola vigna, dove abbiamo messo tutte le varietà autoctone locale».

E poi si scende in cantina, seguendo un’installazione sonora che celebra la natura, con i suoni della vita in campagna. All’interno, poi, nell’area dove riposa il vino in bottiglia (tra cui il metodo classico) c’è anche un’installazione artistica con tronchi di ontano. Passando tra le varie aree, si capisce come tutto sia stato studiato per essere bello e utile.

Diego Bosoni durante l'inaugurazione ufficiale della cantina, sabato 10 giugno 2023

Diego Bosoni durante l'inaugurazione ufficiale della cantina, sabato 10 giugno 2023

«Ci sono oltre 60 vasche, nell’area di produzione – sottolinea Bosoni – In questa cantina abbiamo la possibilità di avere spazi, che in Liguria è una grande ricchezza, per poter fare ricerca e, in futuro, pensare a progetti nuovi. L’obiettivo non è aumentare le quantità, ma elevare il profilo dei nostri vini. E far lavorare bene le persone».

La cantina, insomma, deve tradurre l’importante lavoro che viene svolto nelle vigne, per arrivare a vini di qualità, dal più semplice fino al più complesso.

Una suggestiva immagine dell'interno

Una suggestiva immagine dell'interno

«In totale abbiamo circa 65 ettari – spiega Diego Bosoni - ma con una realtà particolarmente frammentata, con parcelle da un ettaro e mezzo, un ettaro, o anche meno. Si parte dal livello del mare fino a circa 300 metri di altitudine».

In sostanza sono tre aree distinte: «Abbiamo circa dieci ettari di vigna a livello del mare – evidenzia Bosoni – Qui in epoca romana c’era il mare, il porto di Luni. In queste zone c’è molta sabbia e si ottengono vini freschi, sapidi, marini, estivi. Abbiamo anche il Ciliegiolo, che per noi è autoctono, e qui vicino al mare si esprime in maniera più delicata».

La vendemmia 2022 sui Colli di Luni

La vendemmia 2022 sui Colli di Luni

Quindi c’è l’area intermedia. «E il suolo cambia, con componenti di scheletro, con ciotoli di arenaria, alluvionali, e zona più argillosa. Qui si arriva all’identità classica del Vermentino dei Colli di Luni, per la nostra Etichetta Grigia. Sapidità, eleganza, freschezza, note floreali soprattutto nella giovinezza. In quest’area abbiamo circa una ventina di ettari, divisi nelle varie parcelle».

Ammirando, infine, l’anfiteatro naturale di Sarticola, si può ragionare sui terreni più alti dell’azienda. «Questi suoli sono ricchi di suoli ricchi di scheletro, molto drenante, e permettono di esprimere il massimo a livello qualitativo per il Vermentino, come cerchiamo di fare per Etichetta Nera, Numero Chiuso e Cavagino – ribadisce Diego Bosoni - Nell’area di Sarticola abbiamo un potenziale enorme: non era in condizioni ottimali, era una boscaglia e una discarica, abbiamo trovato dentro di tutto. Abbiamo ripulito tutto, rifatto le terrazze, e realizzato i nuovi impianti». Non solo la cantina: il futuro è anche investire nei terreni.

Labianca, Etichetta Grigia ed Etichetta Nera: le tre espressioni classiche del Vermentino

Labianca, Etichetta Grigia ed Etichetta Nera: le tre espressioni classiche del Vermentino

I vini di Cantina Lvnae non deludono mai. L’annata 2022 di Vermentino, per esempio, rappresenta perfettamente l’immediatezza, l’identità e la prospettiva. L’immediatezza è quella del Labianca (dove oltre al Vermentino concorre un 20% di Malvasia): fresco, pulito, giovane e giovanile, semplice ma non banale, dalla grande beva. L’identità è quella dell’Etichetta Grigia, che rappresenta il vino maggiormente prodotto dalla famiglia Bosoni: Vermentino nella sua espressione più identitaria, dove le note più aromatiche e fresche, dal floreale al fruttato fino a sentori di erbe di campo, vanno a coniugarsi perfettamente con un vino più complesso e ampio, ma sempre dal sorso molto facile. L’Etichetta Nera, infine, è la prospettiva: un vino buono già ora, ma che saprà esprimersi ancora meglio nei prossimi mesi, con tutte le sfumature che il Vermentino può dare. Annata 2022: promossa a pieni voti.

Diego Bosoni racconta i vigneti

Diego Bosoni racconta i vigneti

Ma con l’occasione di scoprire la nuova cantina si è fatto anche un piccolo viaggio nel tempo, sempre declinando il Vermentino nelle sue diverse espressioni. Così l’Etichetta Nera 2021 dimostra che un anno in più di bottiglia permette al Vermentino di esprimersi al meglio. Il Cavagino, invece, è un “cru” che fermenta per un 40% in barriques, ma che poi torna in acciaio sulle fecce fini per 6 mesi: il 2021 ha la capacità di ben integrare il legno, lasciando spazio a sentori più balsamici e di leggera spezia dolce.

L’Etichetta Nera 2019, invece, ha delle note pietra focaia a integrarsi con una complessità notevole e un buon equilibrio in bocca.

Numero Chiuso, il Vermentino che sfida il tempo

Numero Chiuso, il Vermentino che sfida il tempo

Poi si passa al Numero Chiuso che, come ha sottolineato sempre Diego Bosoni, «è la nostra volontà di far dialogare il Vermentino con il tempo». In questo caso fermentazione in acciaio e poi affinamento in botte di rovere da 20 ettolitri per 18 mesi, prima di passare altrettanti 18 mesi in bottiglia. L’annata 2019 fa uscire delle note di albicocca, sempre l’agrume che caratterizza il Vermentino di Lvnae, e poi note terziarie, con un lungo finale.

L’annata 2018 è davvero eccezionale: complesso e armonico, un vino che trova nell’equilibrio la sua grande forza. Maturo e nel contempo fresco, lascia stupiti per la facilità di beva. In parallelo, è stata assaggiata anche l’Etichetta Nera 2018, premiato come vino bianco dell’anno: di certo l’annata positiva si ritrova anche in questa bottiglia, che stupisce per la sua freschezza e verticalità.

L'area di affinamento dei vini in legno e in anfora

L'area di affinamento dei vini in legno e in anfora

La carrellata si conclude con il Numero Chiuso 2017, da annata complessa e che risente un po’ di queste difficoltà, pur rimanendo un buon vino; il Numero Chiuso 2015 invece trova forza proprio in un’annata qualitativamente eccezionale, e che gli permette di essere un vino straordinario, che ha raggiunto probabilmente il suo apice gustativo. E infine il Numero Chiuso 2011, che ha retto abbastanza bene il passare del tempo, nonostante si inizino a sentire note di ossidazione.

Raccontare tutto della Cantina Lvnae è davvero difficile: ci sarebbero da considerare gli altri autoctoni, il Metodo Classico, i vini rossi e anche la produzione di liquori e l’accoglienza. Per chi vuole approfondire, basta che punti il navigatore verso la Liguria e spenda una giornata da Lvnae, visto che la nuova cantina da luglio sarà aperta anche alle visite.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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