24-02-2023

La Vernaccia di San Gimignano, il grande vino bianco che ha solo bisogno di tempo

L'Anteprima ha dimostrato, ancora una volta, il potenziale della Regina Bianca della Toscana. Gorelli: «Ma qualcuno pensa che il vino abbia una scadenza...»

I produttori dei 12 vini protagonisti di

I produttori dei 12 vini protagonisti di "Timeless Vernaccia" brindano in sala Dante a San Gimignano

«Dedico un pensiero a tutte quelle povere Vernacce da noi vendute, da qualcuno acquistate e da altri bevute troppo presto, senza comprendere il reale valore di questo vino».

Può essere condensata in questa frase di Francesco Galgani, produttore di Cappellasantandrea, l’essenza della Vernaccia di San Gimignano e dei valori che sono stati evidenziati durante l’ultima Anteprima della Regina Bianca dei vini toscani.

Un pensiero certamente condiviso da tutti i produttori della zona, che hanno presentato i loro vini in questa edizione, in particolare a quelli che hanno dato vita con le loro bottiglie storiche (dal 2018 a ritroso fino al 1997) alla degustazione in Sala Dante, condotta dal Master of Wine Gabriele Gorelli, intitolata “Timeless Vernaccia”, la Vernaccia senza tempo.

La Vernaccia ha vinto la sfida del tempo

La Vernaccia ha vinto la sfida del tempo

Non una semplice verticale, ma un viaggio nella “vita” della Vernaccia di San Gimignano, che solo con gli anni acquista quella complessità che la fa diventare davvero la Regina Bianca della Toscana e, forse, di tutta Italia. I vini assaggiati sono stati Il Colombaio di Santa Chiara Campo della Pieve 2018, Fornacelle Fiora 2018, Guicciardini Strozzi Riserva 2017, Fattoria San Donato Riserva Benedetta 2016, Fattoria Poggio Alloro Riserva Le Mandorle 2016, Cappellasantandrea Clara Stella 2015, Casale Falchini Riserva Vigna a Solatìo 2015, Panizzi Vigna Santa Margherita 2014, La Lastra Riserva 2014, Tollena Signorina Vittoria 2011, Il Palagione Hydra 2007 e Montenidoli Carato 1997.

Così si è scoperto che l’annata 2014, considerata come “infausta”, negli anni sia diventata un piccolo gioiello enologico, come dimostrato dai campioni presentati da Panizzi e La Lastra, anche se con stili diversi. Così come il vino del 2007 del Palagione, vinificato in maniera assolutamente tradizionale, solo acciaio, a distanza di 15 anni abbondanti mantenga una vivacità e una facilità di beva incredibile. Ma anche la 1997 di Montenidoli, nonostante un principio di sentori ossidativi, riusciva a mantenere una freschezza e una tensione invidiabile.

I 12 vini presentati in degustazione

I 12 vini presentati in degustazione

Il brutto anatroccolo è diventato un bel cigno. «Purtroppo in Italia – spiega Gabriele Gorelli - è ancora limitata la cultura del vino bianco da invecchiamento. C’è spesso la ricerca da parte dei ristoranti e delle enoteche dell’ultima annata in commercio, come se i vini avessero una data di scadenza».

Una cultura che anche i produttori vorrebbero che crescesse, proprio a dimostrare il reale potenziale della Vernaccia di San Gimignano, che è arrivata a una produzione di 4milioni e 633mila bottiglie annue. C’è sicuramente un ostacolo dettato dal pregiudizio da superare, ma anche la presenza di bottiglie a pochi euro esposte nei negozietti di souvenir della stessa città delle cento torri non favorisce a creare un’idea di vino importante.

Sulla base di questi principi, quindi, abbiamo lasciato solo per un momento in disparte l’annata 2022, da pochissime settimane in bottiglia: vini troppo giovani per essere compresi appieno. Qualche considerazione la faremo comunque tra poco.

Una suggestiva immagine di San Gimignano

Una suggestiva immagine di San Gimignano

Soffermiamoci maggiormente sull’annata 2021, che ha dovuto affrontare una notevole siccità estiva che poteva comprometterne – anche solo in parte – l’acidità e la freschezza. Ma i produttori, definiti durante l’Anteprima dalla presidente del Consorzio Irina Strozzi, come «i custodi del territorio», hanno saputo, in buona parte, affrontare questa situazione, riuscendo a realizzare vini con una discreta acidità, una buona bevibilità e un’apprezzabile profondità. Tra i vini dell’annata segnaliamo: Carromatto di Fattoria La Torre, Viti Sparse di Terre di Sovernaja e Tollena. Qualche dubbio in più, invece, sulle Riserve, che risentono ancora – purtroppo – di una notevole influenza del legno di affinamento, anche se in misura ridotta rispetto al passato.

L’annata 2020, invece, è un’annata molto piacevole, più fresca, dove la Vernaccia (ormai a due anni abbondanti dalla vendemmia) inizia a esprimere il proprio potenziale. Tra i vini dell’annata segnaliamo Lyra di Il Palagione e, tra le Riserve, Fiora di Fornacelle, San Benedetto e Assola di Terre di Sovernaja. Infine segnaliamo l’unico campione del 2018, la Riserva Mareterra di Casa Lucii, che dimostra, ancora una volta come il tempo sia un amico della Vernaccia di San Gimignano.

Le degustazioni tecniche per la stampa specializzata

Le degustazioni tecniche per la stampa specializzata

Tornando all’annata 2022, bisogna ragionare davvero in prospettiva. A livello olfattivo, abbiamo trovato vini già con una buona intensità, con note di frutta. Ma quelli che ci sono piaciuti di più sono i più introversi, delicati, che sicuramente avranno modo di esprimersi con il tempo, come già ampiamente raccontato: Clara Stella di Cappellasantandrea, Benozzo di Casale Falchini, Selvabianca di Il Colombaio di Santa Chiara, Panizzi, Hydra di Il Palagione e San Benedetto.

Ne segnaliamo solo sei, ma siamo sicuri che l’anno prossimo quest’annata potrà dare ottime soddisfazioni. Basta saper attendere.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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