27-11-2021
Foto di gruppo per le famiglie fondatrici
Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà su questa terra, marker di una cultura che riesce ad avere visioni e sogni a partire dal paesaggio tutto intorno. Il Pinot Bianco nel Collio in Friuli è buono da bere e bello da pensare, perché ben radicato, nella terra e nelle menti e, al contempo, capace di stupire ancora, come un uomo che, col passare del tempo e delle età, ha più storie da raccontare.
L’associazione delle 7 cantine, voluta fortemente da Marco Felluga, parla a gran voce della stima reciproca e del rispetto per la terra che abitano, facendo emergere un messaggio forte e chiaro: insieme è meglio, soprattutto quando si vuol lasciar esprimere un territorio.
«Il vino è un bene culturale» dice Ornella Venica, in aperta comunicazione con il mondo dell’arte, con quello del buon vivere e della tavola, in simbiosi con l’uomo e con il suo intimo bisogno di lasciare un’impronta, nel tempo e nello spazio che si vivono. Da qualche mese a questa parte la rete porta avanti una collaborazione con il comitato di San Floriano di Illegio, impegnato da alcuni anni nel bel compito di educare all’arte figurativa, come momento di incontro e di esplorazione del bello, che ricrea e cura.
«Esistono momenti di chiusura e momenti di apertura» racconta Ornella, e il Pinot Bianco può anche essere un antidoto contro le tensioni ed i tempi contratti che il Covid ci ha costretto a vivere, per la peculiarità che ha di entrare in empatia con i sensi senza sconvolgerli, per la capacità di unire i 7 vignaioli del Collio, in un racconto nuovo e vitale, meno legato a logiche commerciali o istituzionali.
Partendo da Capriva, passando per la località di Ruttars, Cormons e Dolegna si fa esperienza e si cammina su tappeti erbosi, boschi e dolci altitudini, terreni che si sostanziano di arenaria e marna, la “ponca”, che restituisce un Pinot Bianco vibrante e longevo, come succede per le migliori opere d’arte.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
Nata a Bologna nel 1992, origini siciliane e romagnole, diploma Classico, laureata in Scienze della comunicazione. A vent’anni comincia a lavorare in cucina, prima Bologna, poi Grecia, Palermo. Nel 2019 si iscrive a Storia e cultura dell’alimentazione a Bologna. La passione per il mare, le isole, il cibo, il cinema e le storie identitarie sono gli aspetti che più la definiscono come persona e scrittrice in nuce