04-06-2021

Enologia e post-pandemia: le sfide di Francesco Zonin

Intervista all'erede della dinastia vinicola vicentina, nell'amato Castello di Albola, a Radda in Chianti: «La pandemia non ha cambiato le vigne, ma le scelte del consumatore. Dobbiamo intercettarle»

Francesco Zonin, classe 1974, vicepresidente di Zo

Francesco Zonin, classe 1974, vicepresidente di Zonin 1821

Appartenuto a nobili famiglie toscane, Castello di Albola domina un fiabesco borgo medievale, a Radda in Chianti. Dal 1979 l’azienda è di proprietà della famiglia Zonin e oggi è guidata da Francesco. Mette insieme 900 ettari, di cui 125 vitati, 4mila piante di olivo e una fattoria.

«Per me», spiega Francesco, «Albola è il luogo delle vacanze dell’infanzia. Quand’ero adolescente mi divertivo coi miei fratelli a giocare nei vigneti e nelle campagne chiantigiane. È la tenuta che ho più nel cuore. I nostri vini sono distribuiti in oltre 60 mercati e il supporto di Alessandro Gallo, enologo e mio braccio destro, ha permesso di custodire vigne e vini dal gusto, ricercato facendo emergere la vera espressione del Chianti Classico. Zonin 1821 quest’anno compie 200 anni, un’azienda dall’anima antica e dal cuore giovane. Ogni giorno ci dobbiamo chiedere dove vogliamo andare seguendo la passione per questo mestiere».

I vigneti a Radda sono situati tra i 350 e 580 metri sul livello del mare, un’esposizione ideale per produrre vini dai tannini gentili. Il sottosuolo è ricco di alberese e galestro, un connubio molto adatto per il Sangiovese che ad Albola vanta una struttura organolettica ricca di quei profumi che caratterizzano i rossi della tenuta.

Castello di Albola, indirizzo Strada Provinciale 72, Radda in Chianti (Siena)

Castello di Albola, indirizzo Strada Provinciale 72, Radda in Chianti (Siena)

«Oggi la realtà del mondo mi induce a riflessioni sul futuro del vino italiano», aggiunge Francesco «Io sono positivo di natura. Le cose cambieranno con una certezza: dovremo lavorare il doppio di prima per ottenere risultati convincenti. La pandemia ha ridotto sensibilmente i consumi nella ristorazione. Sono convinto che non è sufficiente vendere in GDO oppure attivare sevizi di e-commerce. Il vino deve essere raccontato. Gli uomini di sala sono essenziali per trasferire al cliente quel che precede un calice di vino: storie, passioni, qualità. Noi produttori dovremmo ispirarci e capire il grande lavoro dei comunicatori mondiali del vino. La vigna non è cambiata per la pandemia. È nostro dovere comprendere come raggiungere il consumatore abituale ma anche quello che verrà».

Già nel 2007 Francesco Zonin fondò il suo blog Wine is Love, il primo in Italia firmato da un eno-produttore. Un avventura digitale per narrare il mondo enoico attraverso l’hashtag #wineislove, per coinvolgere i blogger nella vita dell’azienda. A Expo 2015, nello spazio di Identità Golose, si parlò di “comunicazione del vino”: «Ricordo benissimo quella serata. È necessario pensare che l’evoluzione non esclude anche il linguaggio del vino. Il sommelier vende il vino attraverso processi di storytelling perché è un viatico culturale. Blogger e influencer sintetizzano una comunicazione schietta con parole di gioia e la vita delle persone messe dentro una bottiglia. Sono passati 14 anni e questo modo di comunicare si è affinato ma la direzione resta quella giusta».

Solatìo Chianti Classico Gran Selezione Docg, il Cru di Castello di Albola

Solatìo Chianti Classico Gran Selezione Docg, il Cru di Castello di Albola

Francesco continua a ragionare per vendemmie e sottolinea come l’ e-commerce in quest’ ultimo anno, per le proprie realtà vitivinicole, abbia registrato un grande incremento nei paesi anglosassoni e più contenuti in altre parti del mondo. «Sono felice di ricominciare a viaggiare anche se, dopo tante miglia in volo, ho assaporato il piacere di stare con la mia famiglia, a Vicenza. Mi manca tanto il contatto con i nostri distributori nel mondo. Amo la cultura dei popoli essendo un curioso di natura. Non vedo l’ora di preparare la valigia e partire dall’aeroporto di Venezia, destinazione qualsiasi. Gestiremo il nostro tempo con priorità diverse e obiettivi nuovi».


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Cinzia Benzi

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Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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