Renata Braune
Elementi: terra, olio, zafferano cioccolatodi Gianluca Fusto
Identità Golose Milano Identità di Formaggio, la cena all'Hub di via Romagnosi
Una suggestiva immagine di San Gimignano
Non possiamo negarlo: c’è un po’ di delusione alla conclusione degli assaggi dell’Anteprima della Vernaccia di San Gimignano. Ma ci sono anche dei segnali, degli spunti di riflessione, che sono invece positivi, ma in prospettiva.
Al Museo De Grada, infatti, c’è stata la possibilità di degustare 68 campioni di Vernaccia di San Gimignano (anche Riserva), concentrando soprattutto l’attenzione sull’ultima annata, la 2020, che doveva affrontare il confronto con una 2019 che è stata sicuramente una vendemmia che ha regalato belle soddisfazioni. Lo stesso Consorzio, definendo l’andamento stagionale, lo ha definito ottimo: «I vini di questa annata - spiegano - si presentano morbidi e rotondi, con acidità non troppo elevate e buoni profumi».
La Vernaccia, regina di San Gimignano
La Vernaccia, se vinificata in purezza (ricordiamo che il Disciplinare prevede la possibilità di utilizzare per una percentuale massima del 15% atri vitigni a bacca bianca), nei primi tempi di vita non si esprime al meglio, ha bisogno di tempo, di pazienza, per poi riuscire a far emergere le proprie caratteristiche. Il confronto tra le annate 2020 e 2019 è inevitabile: la 2019 ha una marcia in più.
La Riserva ha regalato molti aspetti positivi
Un’evoluzione stilistica importante: dopo un anno di affinamento la Vernaccia inizia a dare i suoi frutti, a far sentire le sue potenzialità. Solo 6 le Riserve 2019 presentate, in numero superiore quelle del 2018 che, seppure fosse un’annata forse più altalenante, ha comunque regalato ottime soddisfazioni.
Non può non cadere all’occhio che ci sono ancora in vendita confezioni da 2 bottiglie a 8 euro (4 euro a bottiglia) che sviliscono il lavoro dei tanti bravi produttori che vogliono riportare la Vernaccia in alto, a ricoprire il ruolo del grande vino bianco di Toscana.
Evoluzione e non involuzione: che l’annata 2020 sia da lezione, per il futuro, affinché i produttori s’incamminino sulla stessa strada non solo a parole, ma anche con i fatti.
Per la Riserva 2019, Ori di Il Palagione, La Lastra, Assola di Terre di Sovernaja di Tenuta Montagnani. Per il 2018, invece, Crocus di Casa alle Vacche e San Benedetto. Infine ottimi I Mocali di Vagnoni, annata 2017, e il Mareterra 2016 di Casa Lucii, a ribadire come il tempo sia amico della Vernaccia.
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Lo chef Edoardo Tilli e la moglie Claudia Karafilaj
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Enrico Bartolini, Bruno Cossio e il Risotto alle rape rosse R evoluzione che rilegge il cult di Bartolini datato ormai 2005 ma sempre buonissimo e attuale - Foto: Annalisa Cavaleri
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