11-07-2020

Scacciadiavoli, l’eleganza del Sagrantino

Le etichette simbolo della storica azienda umbra e l'impegno della famiglia Pambuffetti, giunta alla quarta generazione

La Cantina Scacciadiavoli si trova sulla strada s

La Cantina Scacciadiavoli si trova sulla strada statale SR316 a Motefalco (Perugia)

Il vitigno simbolo del terroir umbro è senza dubbio il Sagrantino. Siamo a Montefalco, uno dei borghi più belli del Paese, il comune in cui l’azienda Scacciadiavoli presidia le colline fin dal 1881.

Il nome non è frutto della fantasia umana. Si dice infatti che Scacciadiavoli fosse un abitante del borgo e di professione facesse l’esorcista. Un giorno, casualmente, gli venne affidata una donna posseduta dal demonio. L’uomo tentò di curarla con i suoi unguenti magici, ma senza alcun successo. Allora decise di farle bere dell’abbondante vino rosso prodotto su quelle colline, e la ubriacò. Lo stratagemma funzionò: la donna fu liberata e, in onore di quest’uomo, l’intero territorio agreste venne battezzato Scacciadiavoli.

A fine Ottocento, il principe Ugo Boncompagni Ludovisi dette vita a un’azienda vitivinicola dal forte imprinting francese. Fece impiantare 100 ettari di vigneti allevati a guyot con Sangiovese, Malvasia e Trebbiano Dorato. Nel 1954 cedette l’attività alla famiglia Pambuffetti di Foligno, importanti imprenditori agricoli, tuttora proprietari della tenuta e operativi con la quarta generazione.

È una delle cantine storiche dell’Umbria, 130 ettari di cui 40 vitati declinati per lo più a Sagrantino e Montefalco rosso (ossia vigneti di Sangiovese e Merlot), oltre a una piccola superficie dedicata al Trebbiano Spoletino. Un’azienda distribuita sul territorio italiano e presente nei principali mercati di riferimento esteri. Il prodotto bandiera è senza dubbio il Montefalco Sagrantino docg, riconoscimento di denominazione recente, anno 1992. È un vino che esprime la mediterraneità di quel terroir, a tratti potente, teso senza mai perdere di vista l’eleganza che permane in ogni sorso.

La famiglia Pambuffetti

La famiglia Pambuffetti

Durante un interessante digital tasting abbiamo apprezzato il 2016, un’annata quasi perfetta. Ricordando un commovente 2015, emergono in questo millesimo dei tannini setosi. Ventiquattro mesi di affinamento in botti grandi di legni di secondo passaggio. La fermentazione avviene in recipienti tronco conici per sublimare la parte estrattiva. La lunga sosta in bottiglia, prima dell’assaggio, è fondamentale. Vini territoriali di grande personalità per un lato umbro che non ti aspetti. Note al naso e al palato cariche di frutti rossi, sottobosco e ricorrenti cenni balsamici.

Il 2017 del Montefalco Rosso Doc composto da 60% Sangiovese, 25% Merlot e il resto Sagrantino svela un vino morbido. Ottimo equilibrio di acidità e tannini con un retrogusto fruttato, bilanciato e persistente. Forse gli farebbe bene ancora una piccola sosta in cantina per esprimersi, in forma impeccabile, tra qualche mese.

È interessante anche la bollicina metodo classico a base Sagrantino. Un idea che la famiglia Pambuffetti ha condiviso con l’enologo Chioccioli, grande esperto in materia. Hanno il primato assoluto di produzione di questo spumante, un progetto nato nel 2005. Il millesimo 2014 Rosé esprime un vino fresco con un’evoluzione di note speziate e sapide, specie sul finale.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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