18-10-2019

Le tante espressioni del Pinot Nero: questione di stile (e non solo)

Viaggio in alcune delle vigne più vocate in Alto Adige: quante differenze nell'arco di poche centinaia di metri

Il Pinot Nero in Alto Adige: tante sfaccettature p

Il Pinot Nero in Alto Adige: tante sfaccettature per un grande vino. E non è solo questione di stile

Si fa presto a dire Pinot Nero in Alto Adige. Perché in un’area di produzione comunque ridotta, è sufficiente spostarsi davvero di qualche centinaio di metri per avere condizioni di terroir totalmente differenti.

La coltivazione di Pinot nero in Alto Adige si concentra nell’Oltradige, e più precisamente nei comuni di Appiano (134 ettari) e Caldaro (52 ettari), ma è un vitigno che prospera bene anche sui versanti occidentali della Bassa Atesina, soprattutto a Montagna (64 ettari), Egna (50 ettari) e Salorno (43 ettari).

Il Pinot Nero ama i climi più freddi

Il Pinot Nero ama i climi più freddi

Già nel 1960 i vigneti di Pinot nero in Alto Adige ammontavano a 150 ettari, e nel 1990 erano saliti a 217 ettari, per poi aumentare ancora più rapidamente, tanto che nel 2000 erano già arrivati a 263 ettari, e oggi se ne contano in totale 465.

Nell’ambito dell’Alto Adige Wine Summit è stato possibile fare un approfondimento su questo vitigno, con la visita di tre vigneti particolarmente vocati.

Hannes Pfitscher, dell’omonima cantina, nel vigneto Matan

Hannes Pfitscher, dell’omonima cantina, nel vigneto Matan

Hannes Pfitscher, dell’omonima cantina, racconta di come la sua famiglia abbia pian piano abbandonato la Schiava, per dedicarsi al Pinot Nero. «Mio padre negli anni Novanta si è fatto il nome con i Pinot Neri – spiega il giovane vignaiolo – e nel 2011 abbiamo costruito una nuova cantina in un nostro terreno, fuori dal paese. Adesso siamo a una produzione di circa 120mila bottiglie, con 17 ettari vitati, 13 nostri, e 4 che sono da piccoli conferitori. Abbiamo vigneti dai 300 metri fino ai 900 metri di altitudine: qui è possibile lavorare quasi esclusivamente a mano».

Contano anche le pendenze

Contano anche le pendenze

In particolare, Hannes Pfitscher ha illustrato le caratteristiche del vigneto Matan, uno dei maggiormente vocati per il Pinot Nero: «Ci troviamo a Gleno, con un’altitudine dai 500 ai 700 metri, con il vigneto che guarda verso sud. Però non è una zona calda, anzi, è piuttosto fredda, perché nella valle scende sempre un'aria fresca che ci aiuta contro botrite e peronospera. Il vigneto di Matan, piantato nel 1995, è su guyot, con un mix di cloni francesi, e un impianto molto stretto, con piante a 50 centimetri di distanza, per poter  lavorare senza irrigazione e avere maggiore concorrenza, e ottenere una maggiore profondità delle radici. Il terreno è in superficie, per circa un metro, argilloso, mentre sotto c’è calcare».

Il Pinot Nero Riserva Matan di Pfitscher 2016 è uno di quei vini da comprare: grande eleganza, ma anche struttura e un tannino piacevole e mai invasivo. Il 2006, che abbiamo avuto il piacere di assaggiare, è la diretta dimostrazione che il potenziale di questo Pinot Nero si esprima anche nel lungo affinamento in bottiglia.

Marc Pfitscher, della cantina Girlan, nella Vigna Ganger

Marc Pfitscher, della cantina Girlan, nella Vigna Ganger

Un altro Pfitscher, ma questa volta Marc, è invece il responsabile marketing di Cantina Girlan di Cornaiano. «Si tratta di una cantina cooperativa, nata nel 1923 da 23 viticoltori del paese che avevano 25 ettari in totale. Adesso ci sono 200 viticoltori, con 230 ettari e 1,5 milioni di bottiglie annue di media. Il fatto di avere tanti produttori è un vantaggio, in quanto io ho tanto "cervello" per ettaro, e questo significa che i tanti piccoli proprietari riescono a gestire al meglio il proprio terreno, con maggiore cura. Lo svantaggio principale è comunque far andare d'accordo tutte queste 200 persone».

La vigna Ganger a Mazzon è la punta di diamante dei Pinot Nero di Girlan: si tratta di soli 60 filari, nella parte centrale del vigneto, aiutata anche dal rinfrescamento che arriva dal vicino bosco. «Qui abbiamo due sbalzi termici importanti, alla mattina e alla sera. Alla mattina, il sole arriva tardi e la zona è molto ombreggiata. Alla sera, invece, abbiamo venti importanti che scendono dal monte Corno e che rinfrescano la zona tra Gleno e Mazzone». Il Vigna Ganger 2015 è un vino importante, con una grande struttura e un bouquet piuttosto ampio. Un vino austero e di corpo, che necessita di affinamento in bottiglia per arrivare a un equilibrio che, nei primi anni di vita, non è di certo la sua arma migliore.

Franz Haas davanti ai vigneti di Pinot Nero

Franz Haas davanti ai vigneti di Pinot Nero

Chi punta decisamente in alto, almeno in prospettiva per il futuro, è Franz Haas, con i vigneti di Aldino che si trovano a un’altitudine di 1.150 metri.

«Abbiamo piantato 8mila metri nel 2012, e un altro ettaro nel 2016 – spiega Franz Haas junior - E alcuni filari sono anche a piede franco. Nel 2000 già andati in altitudine con i vigneti, inizialmente a 700-800 metri, per i cambiamenti climatici. Questo di Aldino è il vigneto più alto con vitigni “non Piwi”. L’esposizione è sud-sud ovest: per ora questo Pinot Nero viene usato per la base spumante. Ora stiamo provando a vedere il risultato della vinificazione in rosso». 

Il vigneto di Aldino arriva fino a 1.150 metri di altitudine

Il vigneto di Aldino arriva fino a 1.150 metri di altitudine

Sempre ad Aldino c’è il vigneto Pónkler, a un’altitudine di circa 700 metri, dal quale nasce l’omonimo Pinot Nero. La piacevolezza del 2013 è immediata, anche se ci troviamo di fronte a un prodotto energico e ricco, dove il legno è ancora incisivo. Nonostante i 6 anni dalla vendemmia, è un vino che ha ancora bisogno di tempo per esprimersi al meglio.

Si tratta comunque di vigneti che non sono particolarmente distanti tra di loro, eppure ci troviamo di fronte a tre Pinot Neri differenti. E non si tratta solo di interpretazione del singolo vignaiolo, ma è soprattutto espressione di terroir diversi e variegati. Non semplici sfaccettature. E questo deve essere una riflessione anche per il consumatore che si approccia al Pinot Nero dell’Alto Adige. La sua domanda deve essere sempre: quale Pinot Nero?


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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