Victor Lugger (con Alberto Suardi e Andrea De Michele)
Okra affumicato, gamberi crudi e caviale di okradi Roberta Sudbrack
Primo piano Golosi di Identità e il Brain Food Forum S.Pellegrino: ecco le novità appena "atterrate" su Identità Digitali
Il Gin Day è stata l'occasione per fare il punto sul mondo del Gin
Spiriti, distillati o bevande spiritose, chiamiamole come vogliamo, ma ormai quella che sino a qualche anno fa era una nicchia relegata al compiacimento di pochi estimatori - divisi in due categorie ben precise, gli intenditori alla “Michele” (vi ricordate la pubblicità di una nota marca di whisky?) e tutti gli altri, ovvero, quelli che “il superalcolico è un digestivo a fine pasto” o un mezzo più immediato per lo “sballo” del fine settimana -, da qualche tempo, si è trasformata in un vero e proprio movimento. Una buona onda che ha superato ampiamente l’esame da “fenomeno modaiolo” eno-gastro-fighetto, che solitamente in Italia si esprime al massimo da Natale a Santo Stefano.
Nuove distillerie, startup innovative, grandi eventi e concorsi dedicati al settore, sono il risultato operativo, sotto gli occhi di tutti, di questa “new age” dell'antico mondo dei distillati, che - tra gli altri - non ha risparmiato i pilastri di una riconosciuta tradizione autoctona: la grappa e l’acquavite. Anche - soprattutto! - le grandi e storiche distillerie italiane, si sono lasciate coinvolgere dal vento di rinnovamento, non solo svecchiando etichette e confezioni, ma investendo know how, ricerca, tradizione e storia per creare nuovi prodotti. Appeal più giovane, più fresco e, aspetto da non sottovalutare, prodotti più internazionali, che di fatto stanno aprendo la strada in mercati nuovi - o meno attenti - al tradizionale prodotto italiano, sempre più presente anche nella miscelazione.
Sempre più aziende puntano sul Gin
Il Gin, l’apolide alchemico, che trova casa ovunque ci siano espressioni floreali, sensoriali e olfattive territoriali, una buona distilleria e un buon master distiller. Lo spirito che più d'ogni altro ha attraversato la storia, le tradizioni locali e i fenomeni di costume. Dall’Europa alle americhe, passando per il Giappone e il sud Africa, il Gin è il cantore delle essenze, del profumo e dei colori del luogo di produzione, e in qualche modo, l’Italia è da sempre uno dei “botanicals” più presenti. Non solo il Bel paese è il più importante esportatore di bacche di ginepro al mondo già dalla fine del sedicesimo secolo, ma è anche “l’orto botanico” che firma alcune delle etichette d'oltralpe più conosciute e apprezzate.
Le botaniche sono fondamentali per la realizzazione di un Gin con una propria personalità
Proprio nelle scorse settimane, tra Milano, Roma e Orosei, a conferma dell’energico fermento, si sono svolti quattro importanti eventi nel settore spirits: Roma Bar Show, la più grande fiera italiana dedicata ai distillati provenienti da tutto il mondo che alla prima edizione ha segnato un successo davvero inaspettato, GinDay e MadeinItaly by GinO12 (il più bell’omaggio al Gin di produzione italiana), entrambi interamente dedicati al distillato di ginepro e BeSpirits, primo concorso nazionale per distillati, amari e vermouth italiani, ospitato in Sardegna. Tra novità assolute, qualche conferma e altrettante “Corazzate Potemkin” di fantozziana memoria (che non citeremo…) i nostri dieci migliori assaggi. Perché dentro “bere responsabilmente”, c’è anche bere consapevolmente. Ad Majora Mr Gin.
Il Plymouth è uno dei capisaldi del Gin nel mondo
Piccola produzione inglese: ecco il Dodd's
Ramsbury è prodotto dall'omonima distilleria, che ha una fonte interna per l'acqua
Ki No Tea è prodotto dalla Kyoto distillery, in Giappone
L'Occitan Gin è prodotto dalla Bordiga, in provincia di Cuneo
Il Pig Skin fa un passaggio nelle botti della Vernaccia di Oristano: prodotto dalla Silvio Carta, in Sardegna
Il Ginepraio ha un'anima toscana: da Levante Spirits
Insulae Gin racchiude i profumi della Sicilia
Villa Ascenti è la novità di casa Diageo
Da Firenze con orgoglio: questo è Peter in Florence
Sardo per nascita, italiano per convinzione, battitore libero per natura. Giornalista gastronomo, autore e conduttore radio-tv, ghost writer, avvocato mancato e - per fortuna! - cuoco mancato. Vive per studiare, scoprire e provare nuove tavole. Cultore della cucina tradizionale italiana, viaggia tanto per ascoltare storie da raccontare sulle colonne di Repubblica Sapori, Identità Golose, Vanity Fair e La Voce di New York. Quattro i punti deboli: le donne in cucina, i cani, i Paccheri alla Vittorio e la costoletta alla milanese di Max Masuelli
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo