Spiriti, distillati o bevande spiritose, chiamiamole come vogliamo, ma ormai quella che sino a qualche anno fa era una nicchia relegata al compiacimento di pochi estimatori - divisi in due categorie ben precise, gli intenditori alla “Michele” (vi ricordate la pubblicità di una nota marca di whisky?) e tutti gli altri, ovvero, quelli che “il superalcolico è un digestivo a fine pasto” o un mezzo più immediato per lo “sballo” del fine settimana -, da qualche tempo, si è trasformata in un vero e proprio movimento. Una buona onda che ha superato ampiamente l’esame da “fenomeno modaiolo” eno-gastro-fighetto, che solitamente in Italia si esprime al massimo da Natale a Santo Stefano.
Nuove distillerie, startup innovative, grandi eventi e concorsi dedicati al settore, sono il risultato operativo, sotto gli occhi di tutti, di questa “new age” dell'antico mondo dei distillati, che - tra gli altri - non ha risparmiato i pilastri di una riconosciuta tradizione autoctona: la grappa e l’acquavite. Anche - soprattutto! - le grandi e storiche distillerie italiane, si sono lasciate coinvolgere dal vento di rinnovamento, non solo svecchiando etichette e confezioni, ma investendo know how, ricerca, tradizione e storia per creare nuovi prodotti. Appeal più giovane, più fresco e, aspetto da non sottovalutare, prodotti più internazionali, che di fatto stanno aprendo la strada in mercati nuovi - o meno attenti - al tradizionale prodotto italiano, sempre più presente anche nella miscelazione.

Sempre più aziende puntano sul Gin
Ma la scintilla che ha fatto divampare il fuoco della ritrovata passione? Il motore di questa “spiritosa” rivoluzione? Assolutamente, decisamente: il
Gin.
Il Gin, l’apolide alchemico, che trova casa ovunque ci siano espressioni floreali, sensoriali e olfattive territoriali, una buona distilleria e un buon master distiller. Lo spirito che più d'ogni altro ha attraversato la storia, le tradizioni locali e i fenomeni di costume. Dall’Europa alle americhe, passando per il Giappone e il sud Africa, il Gin è il cantore delle essenze, del profumo e dei colori del luogo di produzione, e in qualche modo, l’Italia è da sempre uno dei “botanicals” più presenti. Non solo il Bel paese è il più importante esportatore di bacche di ginepro al mondo già dalla fine del sedicesimo secolo, ma è anche “l’orto botanico” che firma alcune delle etichette d'oltralpe più conosciute e apprezzate.

Le botaniche sono fondamentali per la realizzazione di un Gin con una propria personalità
Insomma, il
Gin ha storia da vendere, versatilità e la grandissima forza di trasformarsi in strepitoso esempio di prodotto
Glocal: favori e consumo globale, filosofia e cuore locale.
Proprio nelle scorse settimane, tra Milano, Roma e Orosei, a conferma dell’energico fermento, si sono svolti quattro importanti eventi nel settore spirits: Roma Bar Show, la più grande fiera italiana dedicata ai distillati provenienti da tutto il mondo che alla prima edizione ha segnato un successo davvero inaspettato, GinDay e MadeinItaly by GinO12 (il più bell’omaggio al Gin di produzione italiana), entrambi interamente dedicati al distillato di ginepro e BeSpirits, primo concorso nazionale per distillati, amari e vermouth italiani, ospitato in Sardegna. Tra novità assolute, qualche conferma e altrettante “Corazzate Potemkin” di fantozziana memoria (che non citeremo…) i nostri dieci migliori assaggi. Perché dentro “bere responsabilmente”, c’è anche bere consapevolmente. Ad Majora Mr Gin.

Il Plymouth è uno dei capisaldi del Gin nel mondo
Plymouth Gin. Hai voglia ad assaggiare
Gin se non hai mai assaggiato il
Plymouth. Un pilastro. Contemporaneamente un
Gin e uno “stile” che per legge poteva essere prodotto solamente a
Plymouth, infatti, sino al 2016 unico
IGP inglese (a dirla tutta, unico
IGP nel mondo). Ginepro ben presente, lavanda, canfora, scorza di limone e arancia, per un gusto fresco, lievemente agrumato e morbido. A chiusura la nota piccante del pepe bianco, firma l’assaggio anche diluito. Metodo
Plymouth, of course! Miscelato o liscio (senza ghiaccio), 41,2° di gran piacere.

Piccola produzione inglese: ecco il Dodd's
Dodd’s: Piccola produzione inglese di elegantissimo cordiale della nonna. Uno di quei distillati da offrire all’ora del Tea. Cardamomo, foglie di lampone, alloro e una deliziosa chiusura al miele. La radice di Angelica e i toni della scorza di Lime, rinfrescano e “svecchiano” un assaggio troppo rotondo.
Distilled Gin da godere liscio accompagnato , con buoni biscottini al burro. Molto british.

Ramsbury è prodotto dall'omonima distilleria, che ha una fonte interna per l'acqua
Ramsbury. Interessante novità. Grano di produzione propria, acqua della sorgente interna alla distilleria (...anch'essa di proprietà). Insomma, quando si dice un
Gin a km0. Limone, coriandolo, angelica, cannella, liquirizia, arancia e mela cotogna sono i botanicals scelti per un assaggio speziato, distintivo e profumatissimo. Tono alcolico per niente invadente, ben equilibrato. Il finale amaricante suggerisce, per gli amanti del genere, la diluizione con un “indian tonic” e un tocco, per l’equilibrio olfattivo, di cannella in polvere sul bicchiere. Un
Gin&Tonic da fine serata, tipico, nella campagna inglese.

Ki No Tea è prodotto dalla Kyoto distillery, in Giappone
Ki No Tea. Poche parole bastano: l'eleganza, la sobrietà e la cultura giapponese, tutto in un piccolo sorso. Due tè
Tencha e
Gyokuro raccolti dal produttore in un piccolo clos di Okunoyama, per un profumo intenso e un sapore coinvolgente e profondo. Dolcezza e speziatura restituiscono un equilibrio incredibile, inatteso. La meditazione è senza ombra di dubbio l’unica “essenza” che si può aggiungere. Autunno, un lago, una canna (...da pesca) e il silenzio della natura e… un bicchiere di
Kino Tea. What else!

L'Occitan Gin è prodotto dalla Bordiga, in provincia di Cuneo
Occitan Dry Gin. Semplice, poche “pippe” è il
Gin di una delle prime distillerie a credere nel “nuovo” distillato, la
Bordiga. Aroma fresco di ginepro occitano e scorza d'arancia principali colori di una tavolozza che vede piccole macchie di cardamomo e coriandolo. Buono, bello e da tutto pasto (pesce!) miscelato con più tipologie di tonica. Ma vogliamo privarci di un
Gin Lemon all’aperitivo?

Il Pig Skin fa un passaggio nelle botti della Vernaccia di Oristano: prodotto dalla Silvio Carta, in Sardegna
Pig Skin.
Senza ombra di dubbio una vera opera d’arte distillatoria: 8 botaniche autoctone, più una. Il tempo.
Pig Skin è invecchiato per un minimo di sei mesi in botti secolari di castagno sardo, le stesse che hanno contenuto la nobiltà della
Vernaccia di Oristano Doc. Qui sentori, profumi e sapori dell’isola millenaria si amalgamo per regalare un unisono di godimento di natura mistica. Ginepro coccolone, foglie di mirto, lentisco, finocchietto selvatico, scorze di limone, timo, elicriso e salvia Desoleana, ognuna delle botaniche è una carezza per il palato
. Indian Tonic, poco ghiaccio, un libro di Ken Follet, il caminetto acceso. Tutto il resto diventerà superfluo.

Il Ginepraio ha un'anima toscana: da Levante Spirits
Ginepraio. Un
London Dry Gin biologico, toscano per provenienza, per natura e per affinità elettive. L’alcool di base proviene da grano coltivato nella zona del Mugello, le botaniche principali, ginepro, rosa canina ed elicriso, arrivano dalla Maremma, dalla Val D’Orcia e dal Chianti. A dispetto del nome, nessuna complicanza all’assaggio (
Ginepraio in dialetto, faccenda intricata), anzi, diretto preciso nell’indicare ognuna delle botaniche, piacevole, fluido e sinuoso nella chiusura.
Gin&Tonic fresco e senza eccessi di garnish (evitiamo gli acquari…), tonica mediterranea, due grani di sale Maldon, una goccia di olio extra vergine di oliva nel calice e 1,5 kg di fiorentina. Ciaone... (cit. fiorentina necessaria!).

Insulae Gin racchiude i profumi della Sicilia
Insulae Gin.
Una sinuosa, fresca e profumata stilettata di godimento. Tutta la Sicilia in un sorso gustoso e lunghissimo. Limone, arance dolci e amare, mandarino, carruba, sesamo d’Ispica, Pistacchio di Bronte, Mandorla di Noto e gelsomino, tutto di sola sicula provenienza. Pulizia e precisione sono la base di questo
Gin “must have”. Con l’acqua brillante o una tonica davvero neutra, ci si può passare intere giornate. A tutto pasto e a tutte le ore del giorno. Insomma, il “tubino nero” dei
Gin.

Villa Ascenti è la novità di casa Diageo
Villa Ascenti. La prova pratica che in Italia lo facciamo meglio!
Si tratta del
nuovo
Gin italiano super premium fortemente voluto da
Diageo, ovvero uno dei più importanti distributori\produttori nel mondo, suoi brand come
Gordon’s,
Tanqueray,
Tanqueray No. TEN e
Jinzu. Uva
Moscato, ingrediente chiave di questo distillato (vendemmiata nei mesi tra agosto e settembre, viene sottoposta a tre distillazioni), poi menta fresca, timo e altre erbe, rigorosamente distillate entro poche ore dalla raccolta. Un'esplosione di balsamica freschezza, deciso e di bella sapidità naturale. Ha consistenza il giovanotto, per gli amanti delle garnish c’è da diverti. Neanche con la zuppa “de nona” gli fatte abbassare la cresta.

Da Firenze con orgoglio: questo è Peter in Florence
Peter in Florence.
Ginepro, iris (radice e petali), scorza di bergamotto fresca, scorza di limone essiccata, bacche di rosa, fiori di lavanda e di rosmarino freschi, radice di angelica, coriandolo e mandorle amare. Tutto proveniente da micro-produttori locali dell’agro di Firenze, perché questo è un tributo alla città gigliata. Un assaggio elegante, equilibrato, finissimo. Liscio o in miscelazione, da dosare con cura, la sua è una natura sensibile, delicata come tutte le opere artigianali.