Loro ci hanno sempre creduto. Hanno sempre creduto in una Glera che, diventata Prosecco, poteva anche maturare e affinare. Questa è in sintesi la visione della Ruggeri, storica azienda produttrice di Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, attiva da quasi 70 anni nel mondo della viticoltura.
L’ultimo esempio arriva da un prodotto che va a rimuovere tutti i preconcetti che sussistono attorno al mondo del Prosecco: si tratta del Cinqueanni, il cui nome già racconta la storia di questo prodotto. Ed è un Prosecco sul quale per primo ha creduto il fondatore dell’azienda, Giustino Bisol, e che ora è seguito in primis dal figlio Paolo e poi dalla nipote Isabella. Dal 2017 la proprietà è passata alla tedesca Rotkäppchen-Mumm.

Paolo Bisol in mezzo ai vigneti
La prima annata, presentata recentemente proprio alla
Cantina Ruggeri, è la 2014: dopo la vendemmia avvenuta a fine settembre, il vino ha compiuto la prima fermentazione sotto la guida dell’enologo
Fabio Roversi ed è stato successivamente accolto dall’autoclave nella primavera 2015.
Con la presa di spuma è iniziato il periodo dell’attesa, culminato con l’imbottigliamento avvenuto a marzo 2019. Le uve del Cinqueanni provengono da una piccola parcella collocata all’interno di un vigneto storico dove viti centenarie producono grappoli dalle eccezionali caratteristiche organolettiche.
Ed è questo il fattore da cui partire: uve eccellenti di
Glera per arrivare a un prodotto che spiazza per finezza ed eleganza. La lunga maturazione permette di avere un
Prosecco che esce completamente dagli schemi e che propone una storia personale che, in futuro, potranno seguire anche altri produttori.
Il motto è: Hic Sunt Leones, per indicare le terre inesplorate dove si avventurano solo gli audaci.

Il Giustino B. dedicato al fondatore della Ruggeri
Ma già si poteva intuire il potenziale di questo
Cinqueanni “semplicemente” assaggiando le varie annate di
Giustino B., un
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Dry millesimato dal nome che richiama il fondatore dell’azienda, per il quale vengono scelte le migliori produzioni di
Glera per arrivare a un prodotto che, volutamente, non esprime il meglio da subito, ma che emerge pian piano con i mesi, anche gli anni, in bottiglia.
La partenza, comunque, deve essere sempre quella: uve di grande qualità.

I vingeti da dove nascono le uve per il Vecchie Viti
E questa, secondo la famiglia
Bisol, si ottiene anche dalle
Vecchie Viti, dalle quali prende il nome un altro prosecco della famiglia. In questo caso non è solo
Glera, che comunque rappresenta il 90% dell’uvaggio, ma ci sono anche piccole percentuali di vitigni della zona, quali
Verdiso,
Bianchetta e
Perera, tutte provenienti da piante che hanno un’età media tra gli 80 e i 100 anni di vita, e che hanno rese bassissime. Il risultato è di altissimo livello. E fa ricredere anche chi non ama particolarmente il
Prosecco.
Da circa 20 anni la produzione della Ruggeri si è stabilmente attestata intorno a un milione di bottiglie l’anno, distribuite per il 60% in Italia e il rimanente in 35 stati esteri.