Davide Guidara
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Maria Antonietta e Alessandro François, coppia inseparabile
L’incontro con Alessandro François, per chi ama il vino, è un momento che sicuramente può aprire ancora di più lo sguardo sul mondo dell’enologia. Soprattutto sul fatto che credere fermamente in un territorio sia l’unica arma vincente che va al di là di qualsiasi moda.
Il Castello di Querceto, a Greve in Chianti, è un’azienda che rappresenta il suo territorio ma che non vive di ricordi, ma guarda con forza al futuro grazie alle radici solide ben piantate nel terreno.
Il Castello di Querceto si trova a Greve in Chianti
La storia di Alessandro François è però molto particolare: «Studiai ingegneria chimica – spiega – e ritardai la laurea solo per poter sviluppare una tesi sperimentale che poi successivamente servì a Giulio Natta per ottenere il Nobel. Posso dire che c’è qualcosa di mio, in quel premio. Poi, per 20 anni, lavorai nel campo dell’ingegneria: per 8 anni sono stato alla Montedison, poi per altri 15 anni sono stati dirigente di una divisione di un’importante società del settore. A 45 anni, però, ho iniziato ad aver paura. Paura della pensione. Paura di non avere nulla da fare, dopo».
La cantina di affinamento dei vini
Il castello divenne dapprima una sorta di residenza di campagna della famiglia François.
La raccolta delle bottiglie storiche dell'azienda
Oltre alla paura della pensione e i ricordi dell’infanzia, anche se sbiaditi da quella triste parentesi bellica, Alessandro François aveva avuto un’altra molla che lo fece scattare. «Avevo fatto assaggiare due bottiglie di Chianti del 1970, di quello che ora sarebbe semplicemente “La Corte”, a Franco Colombani, presidente della sommellerie mondiale, che aveva l’Albergo del Sole di Maleo. Mi chiese: “Quante ne hai? Te le compro tutte. Il prezzo fallo tu”. Ne avevo 915, gliene diedi 450 chiedendogli 600 lire l’una. Mi diede invece 3.500 lire a bottiglia».
Alessandro François davanti alla cartina che indica i luoghi del mondo dove i vini del Castello di Querceto sono distribuiti
Da allora Alessandro François, sostenuto dall’infaticabile e inseparabile moglie Maria Antonietta, e ora aiutato anche dai figli, ha proseguito su questa strada, valorizzando i singoli terreni che circondano il Castello di Querceto.
Un altro scorcio della cantina del Castello di Querceto
Da qui arriva un vino preciso, pulito, fresco ma anche un po’ austero, dove il Sangiovese è riconoscibilissimo e “marca il territorio”, con note complesse al naso che, con l’evoluzione, ampliano il bouquet, mentre il tannino lentamente si smussa.
Il QueRceto Romantic, un vino moderno ed elegante
E c’è il Sole di Alessandro, un Cabernet in purezza da un vigneto particolare, ben esposto a sud, che si trova appena all’esterno della zona del Chianti Classico.
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo